Cosenza, Occhiuto stappa a sciampagna

Ci siamo, Natale è arrivato e il sindaco oltre ari cuddruriaddri s’è mangiatu puru i turdiddri. E stapperà anche a sciampagna a Capodanno nella nuova e non collaudata piazza Fera/Bilotti. La metafora è riferita alla conclusione di un altro anno da amministratore dell’ormai uomo politico Mario Occhiuto. Nel senso che: più lo diamo per spacciato giudiziariamente, più diciamo che alla fine dell’anno non ci arriva e più, politicamente parlando, sopravvive.

E’ chiaro che per quel che riguarda la vita biologica gli auguriamo altri cento anni di buona salute tra turdiddri, cuddruriaddri, sciampagna e ogni cosa che più gli piace.

Ma se da un lato è vero che più gli si dà addosso e più diventa simpatico alla gente, dall’altro è anche vero che prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. E la simpatia elettorale, si sa, è tra le cose più labili, instabili e precarie che c’è in politica: cambia a seconda degli umori sociali del momento, e anche in maniera repentina. Basta poco per perdere la simpatia politica. Gli umori sociali in questo momento non sono certo favorevoli alla classe politica che ci governa. Occhiuto compreso. E qui può starci un’altra metafora: passatu u Santu passata a festa. E pare che il Santo protettore di Occhiuto sia caduto in vascia furtuna. Che non è San Francesco di Paola. Ma le coperture giudiziarie e politiche di cui fino ad ora ha goduto.

Parliamoci chiaro, noi avremo anche esagerato con gli epiteti nei riguardi del sindaco, ma non abbiamo mai detto una sola falsità sul suo operato truffaldino, sulle determine alle ditte amiche, sui rapporti tra il sindaco e la malavita di Cosenza, sui voti comprati e sulle creste continue e reiterate alle casse pubbliche e soprattutto su come si è appattato i suoi personali debiti con i soldi dei cosentini.

Ed oggi tutto questo sta venendo a galla con inchieste che non sono articoli di giornale o calunnie come sostiene Occhiuto.

Ora esistono atti giudiziari che parlano chiaro. Carte che spiegano il sistema Occhiuto così come ve lo abbiamo raccontato noi. E l’inchiesta sull’ex capogabinetto Potestio e i dirigenti, conferma questo. Una inchiesta che come vi diciamo da tempo dovrà a breve trovare una conclusione. Prima o poi la Manzini dovrà determinarsi nei confronti di questi ladroni e prendere adeguati provvedimenti. Su questo, oramai, non ci piove più. Bisogna solo capire se prima o poi. Ma da come girano le voci e dall’attività frenetica della procura è molto più probabile il “prima”, del poi.

A questo si aggiunge l’appurata inchiesta della DDA di Catanzaro. Che nessuno al mondo può più smentire. In primis la politica, che come abbiamo visto è al corrente di tutto,  e poi i diretti interessati: Occhiuto, Paolini, Greco, Manna, Sammarco, Figliuzzi, consiglieri comunali e assessori vari e i soliti avvocatoni.

Gratteri sta lavorando, dopo aver rivisto tutto il lavoro del pm Bruni, al voto di scambio politico/mafioso a Cosenza. Questo è un altro dato acclarato. E anche questa inchiesta dovrà arrivare ad una conclusione.

L’indagine della DDA su questo filone si avvale di diversi pentiti. Tra cui Daniele Lamanna che è considerato da Gratteri l’anello di congiunzione tra il mondo della politica e quello della malavita. E a Cosenza lo sanno tutti quali erano i rapporti tra Daniele Lamanna e Potestio. Che è il prestanome di Occhiuto. Daniele ha raccontato gli ultimi 15 anni della Cosenza corrotta. E ce n’è per tutti. Le sue dichiarazioni insieme a quelle di Foggetti e Bruzzese sono state tutte verificate e riscontrate.  E Foggetti, Adolfo, è stato già ritenuto dai giudici un pentito credibile. Tant’è che le sue dichiarazioni hanno permesso di condannare all’ergastolo Maurizio Rango e tanti altri picciotti. Se questo vale per Rango e compari, vale anche per tutti i politici corrotti. Almeno così dovrebbe essere.

Occhiuto sa che i magistrati hanno chiesto di lui ai pentiti, e sa che il fantasma dell’operazione è sempre dietro alla sua porta, ma nonostante ciò, e con l’aiuto della farmacologia, continua a vivere le sue giornate sperando che tutto ciò mai accada.

E qui il richiamo ad un altro proverbio viene spontaneo: chi di speranza vive disperato muore.

Ora non resta altra da fare che aspettare la fine di queste feste. Magari, nel mentre, si può lanciare una nuova scommessa  sempre sulla durata della vita politica di Occhiuto: riuscirà a mangiarsi le chiacchiere di Carnevale?

GdD