Cosenza, oggi presidio per la libertà e il diritto alla verità. La questura è forte con i deboli e debole con i forti

Oggi martedì 25 marzo alle ore 18 ci troviamo davanti alla sede di Iacchite’, in via Miceli a Cosenza, per dimostrare a certe istituzioni che aggredire un giornalista è un abuso di potere intollerabile. In una città dove il malaffare, il clientelismo, i diritti negati e la cocaina sono sotto gli occhi di tutti e di tutte, la questura si dimostra debole con i forti e forte con chi combatte il sistema. La città oggi ha assistito a scene che dimostrano accanimento e violenza cieca da parte di chi dovrebbe invece garantire il cosiddetto ordine pubblico. Non possiamo restare in silenzio mentre si calpesta la libertà di stampa! Scendiamo in piazza per difendere il diritto alla verità. Facciamoci sentire!

di Ferdinando Gentile 

A mia memoria non mi pare di aver visto un direttore di una testata giornalistica di Cosenza trattato in questo modo da pseudo poliziotti.
Così come non mi sembra di aver visto tutta questa veemenza contro i politici corrotti di questa città, eppure è sotto gli occhi di tutti la corruzione dilagante in ogni settore della vita amministrativa e non solo.

Ho visto, nelle forze dell’ordine cittadine, sempre un rapporto di subalternità alla politica e alla criminalità organizzata, un rapporto di rispetto, di reciproco scambio di favori.
Ho visto in questi anni un attacco indiscriminato sempre contro gli stessi, contro chi non si allinea, contro chi tenta di disturbare le grandi manovre.

Da tempo penso che in città la gente sia frustrata, perché deve dare conto alla politica per poter lavorare, alla malavita per non avere problemi, e ad entrambi per avere favori, e da questa frustrazione non sono esenti questi cani della questura di Cosenza.
Ma penso che a tutto ci sia un limite, che Gabriele Carchidi e’ un esempio di coraggio per questa città, e se c’è ancora qualcuno libero dalle catene del sistema e che non accetta tutto ciò, e’ arrivato il momento di dimostrarlo con determinazione contro questa gentaglia, senza se e senza ma.