Cosenza, Parco del Benessere. La ditta subappaltatrice: “Chi ha autorizzato Occhiuto ad entrare nel cantiere?”

Nell’operato di Mario Occhiuto, come da copione ben strutturato, si cela sempre qualche ‘mmualicu. Non c’è azione amministrativa da lui condotta, in tutti questi anni, senza “l’ausilio” dell’intrallazzo. Ogni sua operazione, prima ancora che per il “bene” della città come lui vorrebbe far credere, è pianificata con un preciso scopo: lucrare il più possibile da questo o quell’appalto. Quello che interessa ad Occhiuto non è tanto costruire l’opera, ma tutti gli atti farlocchi che si possono produrre attorno ad essa, da cui trarre illecito profitto. Del resto la sua azione amministrativa è stata solo questo: trovare il modo per fregare lo stato e il cittadino. E lo stato pietoso in cui versa la città è la prova provata dei suoi loschi traffici a danno dei cittadini.

Tutti ricorderanno la vicenda legata alla costruzione della metro leggera e le posizioni di Occhiuto: prima dice sì alla metro, poi, in campagna elettorale, per far abboccare i caggi, dice no alla metro, per ritornare, una volta rieletto con i voti dei caggi, a dire il suo vecchio sì alla metro. Lo scopo è sempre lo stesso: intercettare finanziamenti ed aprire cantieri in città per far contenti gli amici degli amici a cui deve un sacco di soldi. L’unico modo di far cassa per Occhiuto. Non ha altro. Con un appalto di queste dimensioni, qualche subappalto  per gli amici degli amici “ci esce di sicuro”.

Ma la fortuna ha smesso da un po’ di tempo a questa a parte di sorridere ad Occhiuto, e l’appalto milionario salta. La Cmc di Ravenna, vincitrice dell’appalto per la realizzazione della metro leggera a Cosenza, naviga in cattive acque, ed è costretta a chiedere ai tanti creditori un concordato, che nel mese di marzo scorso ottiene. Non senza ripercussioni sull’appalto della metro, che alla luce del “concordato” va rivisto. I tempi si allungano e Mario freme. Il cantiere più grande del sud non parte, e allora, capita l’antifona, si inventa il Parco del Benessere. Una furbata che utilizza (impropriamente) come scusa per forzare la mano e distruggere viale Parco, così da non poter tornare più indietro: comunque vada, metro si, metro no, un appalto per ripristinare viale Parco, o costruire il nuovo Parco del benessere, si deve per forza fare.

E per essere sicuro di questo, Occhiuto costringe Oliverio, forte sostenitore della costruzione della metro, a sottoscrivere un accordo per la costruzione del Parco del benessere, come contropartita per avere il sì del Comune di Cosenza alla realizzazione della metro.

L’accordo dice che la Regione Calabria si farà totalmente carico di finanziare la costruzione del Parco del benessere chiesto da Occhiuto, per la modica cifra di due milioni e settecentomila euro. Cifra che la Regione dovrà versare alla Cmc di Ravenna vincitrice della gara per la costruzione della metro. Se questi soldi sono arrivati alla Cmc, non è dato sapere. La burocrazia regionale non fornisce notizia in merito. Vige l’omertà.

E come volevasi dimostrare la mazzata vera e propria arriva nel mese maggio: «I ritardi sul progetto hanno costretto l’autorità di gestione del Por Calabria a comunicare alla Comunità Europea la volontà di ritirare il grande progetto metrotranvia Cosenza-Rende-Unical. Lo scrive la Commissione europea che dice: “L’importo complessivo previsto dal programma operativo regionale della Calabria 2014-2020 a sostegno della realizzazione del progetto Metrotranvia è pari a 160 milioni di euro”. Alla fine di febbraio 2020 l’autorità di gestione ha comunicato alla Commissione in forma scritta che i costi stimati sono aumentati di ulteriori 60 milioni di euro. Tale aumento mette in discussione la redditività economica del progetto sulla base delle valutazioni effettuate nel 2012. L’autorità di gestione ha inoltre comunicato che l’attuazione del progetto sta risentendo di gravi ritardi e che intende ritirarlo». La metro non si fa più. La rovina è totale per Occhiuto.

Ma si sa che Occhiuto non si arrende, e si concentra sul Parco del benessere, il suo paracadute (quello di distruggere il Parco) ha funzionato. La metro non si fa ma il Parco va fatto, e il viale ripristinato. E così Occhiuto emana una ordinanza dove chiede alla ditta appaltatrice di consegnare le parti finite del Parco.

La ditta in questione sono due: la “Piano Lago Costruzioni”, e la “Paf” di Emilio Perri, entrambe incaricate con subappalto, dopo aver ricevuto la richiesta da parte della Cmc di Ravenna di presentare una offerta economica, a realizzare il Parco. I lavori partono a rilento anche per i problemi della Cmc di Ravenna impegnata nella causa per il concordato. Tutto quello che riescono a fare le due ditte è recintare il cantiere e “smontare” viale Parco. Questo per tutto il 2019, per poi fermarsi completamente con l’arrivo del Covid.

L’arrivo della fase tre post Covid, di fatto sblocca il cantiere ma le ditte ancora non lavorano. La Cmc fa sapere che si sta adoperando per mettere in sicurezza, applicando le norme anticontagio contenute nel decreto, il cantiere e gli operai, e fino a che non sarà terminata questa operazione, i lavori non riprenderanno. Una altra tegola sulla testa di Occhiuto: dopo il sequestro di piazza Fera/Bilotti, anche il parco del benessere rischia seriamente di restare un’opera incompiuta. Sperava di poter presentare a fine mandato qualcosa di concreto delle sue fantomatiche opere, ed invece si ritrova con un viale sventrato, il traffico impazzito, e un cumulo di macerie. In poche parole: solo danni per i cittadini.

Insiste Occhiuto e chiede la restituzione alle ditte in subappalto delle opere finite. Ma le ditte fanno sapere che ancora non hanno avuto il via libera della Cmc, da cui dipendono, perciò lo stato dei lavori resta quello iniziale: solo macerie e una recinzione. Non possono continuare i lavori, come chiede Occhiuto, perché la Cmc non gli ha dato ancora il “via libera”. Cosa che le ditte comunicano al sindaco. Ma Occhiuto preso com’è dalla disperazione, ancora una volta si lascia prendere la mano, e pur di finire quel piccolo pezzo di viale che gli serve, non solo politicamente, ma soprattutto economicamente, incarica l’assessore De Cicco e alcune Cooperative di eseguire dentro il cantiere del Parco del benessere alcuni lavori.

Forza la mano con la speranza di indurre la ditta a proseguire i lavori attraverso il ricatto del mancato rispetto del cronoprogramma dei lavori. E l’assessore De Cicco completamente in buona fede così come i ragazzi delle Cooperative, inizia a rattoppare dove può. Occhiuto vuole riaprire questo pezzo di Parco a tutti i costi entro venerdì. Ma le forze in campo sono poche e poi non autorizzare a lavorare in quel cantiere. Ma questo Occhiuto lo sa? Lo sa che non può chiedere ai ragazzi delle Cooperative di svolgere un lavoro che è stato appaltato ad una ditta e che per legge nessuno, tranne la ditta vincitrice dell’appalto e i subappalti dichiarati, può entrare nel cantiere? Ovviamente le ditte incaricate dei lavori hanno informato chi di dovere della violazione del cantiere attraverso la rimozione della rete che delimita il luogo dei lavori.

Siamo alla disperazione, Occhiuto pretende da De Cicco la conclusione dei lavori del Parco del benessere, perché consapevole che con la rinuncia a costruire la metro anche il Parco del benessere è a rischio: finire il mandato con il viale in macerie significa passare alla storia della città come il peggior sindaco di sempre. Senza contare il danno economico per la città perché a questo punto bisogna capire se questi 2.700.000 euro della Regione sono mai arrivati nelle casse della Cmc, e se la Cmc, dopo la bocciatura della metro è ancora “obbligata” ad utilizzare questi denari per il Parco del benessere. Perché se non è così i denari per ripristinare il viale dovranno cacciarli ancora una volta i cosentini. Ecco perché pressa De Cicco, spera di poter mitigare ancora per qualche mese tutte questi suoi stupidi intrallazzi. Povero De Cicco…