“Cosenza, polizia violenta. L’abuso dei metodi era davvero necessario?”

dalla pagina FB di Katia Vetere, avvocato 

Nonostante io nn abbia simpatia personale per Carchidi e per il suo giornale, riconosco allo stesso ed alla sua testata il coraggio che tanta stampa non ha!
Carchidi a Cosenza è noto proprio per questo e, anche se lo si incontrasse in strada, si saprebbe chi è!

La doverosa premessa è per esprimere la mia solidarietà al giornalista per il grave fatto accaduto pochi giorni fa quando la Polizia di Stato lo ha buttato a terra, ammanettato e strattonato perché (sbagliando) aveva rifiutato di farsi identificare.
Quel che si discute è:
1. Fermato mentre camminava a piedi…perché?
2. L’uso o abuso dei metodi era davvero necessario?
Affermo di no, sul secondo punto.
Atteso che “chi fosse il fermato” lo sapevano molto bene…siamo a Cosenza non a New York e quasi quasi anche io sono conosciuta…

Rifletto indi e mi rammarico per la brutta immagine che offre la Questura di Cosenza, ove alcuni dettagli affossano la qualità e l’opera della Polizia di Stato ed alcuni appartenenti scatenano sfiducia e reazioni così pesanti.
La divisa meriterebbe maggior rispetto anche da parte di chi la indossa ed il buon senso fa parte del Rispetto!
Aggiungo: l’intervento secco del Ministro Piantedosi, mi delude fortemente: che forse una capatina a Cosenza anche solo per diplomazia e per tendere una mano fra i contendenti… era troppo?
Ministro, che il Governo forse si è fermato ad Eboli, o cosa?
Vedo tante parate…una per l’occasione si poteva fare anche a Cosenza non fosse che per approfittare e…farsi vedere anche in Questura!
Ministro, a proposito, lei lo sa che a Cosenza l’ufficio denunce funziona come un normale Ufficio pubblico e se la vittima di violenza arriva alle 19 le dicono “torni domani orario Ufficio “?