L’USB Cosenza Confederazione Provinciale esprime piena solidarietà per quanto accaduto al giornalista Gabriele Carchidi. Una solidarietà che, per definirsi tale, non può essere statica e fine a sé stessa. Un invito ad una presa di coscienza collettiva, che non riguardi solo gli attori maggiormente protagonisti delle lotte sociali, sui diversi livelli, ma tutta la comunità bruzia. Riteniamo che fermare un pedone senza alcun motivo, richiedere le generalità ad una persona (un giornalista) ben nota alla Questura di Cosenza e in tutta la città, calpestarla -letteralmente- e malmenarla, in tre, per poi trascinarla in Questura -in manette- non può che non essere un’azione di forza. Una grave provocazione dal sapore punitivo.
Immagini che parlano da sole e, a riprova, il fatto che a quanto pare non si stesse eseguendo alcuna particolare operazione di polizia e non si fosse -tra l’altro- alla ricerca di qualcuno o di armi, (scenari utilizzati come giustificazione per alcuni abusi) ci indica in maniera nitida le intenzioni dietro un simile e inaccettabile fermo. Ci domandiamo se il Questore di Cosenza non avrà nulla da dire al riguardo e se saranno analizzati i video e i verbali per appurare le responsabilità del caso. Una cosa è chiara, in un quadro nazionale di sfrenata e sdoganata criminalizzazione del dissenso e della lotta, si vorrebbe far passare quanto abbiamo visto come un “normale controllo di polizia”.
Questa, semmai, è la normalità che vorrebbero per noi dal Governo nazionale e che si auspicano alcuni notabili della nostra terra. Quanto è accaduto nella giornata di Sabato rappresenta l’atteggiamento sovente che le forze dell’ordine e molte Istituzioni riservano a chi lotta per i diritti sociali cercando di costruire piccole fette di realtà nelle quali malaffare, ricatto e violenza non costituiscano le uniche determinanti. Caratteristiche che tocchiamo con mano ogni giorno. Così come, quotidianamente, in tutta Italia, assistiamo agli abusi e alla coercizione riservati alle lotte sindacali, ai lavoratori e a molti attivisti del sindacalismo di base; denunce, arresti, percosse e processi. È il momento di domandarsi, in questo quadro generale, a che punto si è arrivati a Cosenza, a danno delle libertà e dei diritti di tutti e tutte. Il sentire comune in città è fatto di paura e scetticismo verso chi detiene il potere coercitivo. E a giusta ragione, adesso chi fornirà risposte?
Sempre dalla parte giusta, al fianco di Gabriele Carchidi.
Martedì 25 marzo, alle ore 18:00, saremo presenti in Via Miceli, presso la sede di Iacchitè, per il presidio di solidarietà per Gabriele e per ribadire che quanto abbiamo visto nel video circolato viralmente sul web, è un abuso. Senza se e senza ma.
Cosenza, 24.03.2025
Unione Sindacale di Base di Cosenza