Cosenza. Portapiana, la mia Itaca (di Franco Panno)

di Franco Panno

Portapiana, la mia Itaca, il rapporto con la memoria, le origini. I miei genitori, portapianesi, ne parlavano sempre Per me la frequentazione era solo domenicale, fino a quando in prima Liceo mi trasferii da mia Nonna per tenerle compagnia, dopo la dipartita del Nonno. Ed eccomi a contatto con quel mondo che i miei quasi sacralizzavano. I personaggi dei loro racconti prendevano forma.
Il mio ricordo più forte da bambino quando trovai Aurelio Fierro, seduto al tavolo dei miei Nonni, che mangiava, avrebbe dovuto cantare per la festa della Madonna protettrice, “A festa da sanita”.

Tutti mi riconoscevano ed erano familiarmente cordiali pur avendomi visto poche volte, gente che non conoscevo mi chiedeva: “Ma tu sei il nipote del Cavaliere?”, così chiamavano mio Nonno per una onorificenza ricevuta dal presidente della Repubblica, prim’ancora che i cavalierati diventassero appannaggio di mafiosi o appartenenti a confraternite. Oppure, “Tu sei il nipote di Za Mariuzza?”.
Un luogo che i miei Genitori hanno amato per ovvi motivi, il loro amore contrastato dalle famiglie, differenze sociali, la spuntò… mio padre, deciso, innamorato di quella bellissima ragazza che desideravano tutti. Vinse il figlio di Za Mariuzza, dimostrò nel tempo le sue qualità umane e professionali. Una storia d’altri tempi, una sorta di West side story. Ho sempre sostenuto che essere portapianesi nella mia città è come essere trasteverini a Roma. Chi ha vissuto in questo borgo, bellissimo e ricco di Storia, sa di che parlo.
Welcome to Portapiana.

Bringing it back, Elvis Presley
Buongiorno