Cosenza, quello che Robertino Occhiuto non dice del fratello bancarottiere: carta canta

Per quanto Robertino Occhiuto si sia sforzato di deviare la discussione e le inchieste giudiziarie che riguardano quel furfante del fratello Mario, ormai ex sindaco di Cosenza ma fresco senatore della Repubblica – spostando l’argomento sull’ormai ex senatore Morra colpevole, secondo Roberto Occhiuto, di aver denunciato Mario Occhiuto in procura, dopo aver registrato le dichiarazioni e le confessioni di Cirò – le carte delle inchieste che lo coinvolgono parlano chiaro: Mario Occhiuto è un bancarottiere e truffatore seriale, nonché un corrotto al servizio del malaffare. E questo non si può cancellare con le chiacchiere. Provi a smentire queste carte Roberto Occhiuto, piuttosto che sbraitare al vento parole alle quali non crede neanche lui, figuriamoci la gente comune che da tutto questo ha capito una sola cosa: Mario Occhiuto ha rubato un sacco di denaro con le sue società.

Vediamo come (direttamente dalle carte della Finanza, che hanno determinato la sua condanna in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni).
Tra l’ottobre del 2006 e il dicembre del 2012 la Ofin srl (di Mario Occhiuto) concede “prestiti infruttiferi” per un totale di 3.562.118 euro, restituiti solo in minima parte, appena il 15% circa della cifra complessiva: 506.226 euro, all’architetto Mario Occhiuto. Ovvero: Mario Occhiuto legale rappresentante della Ofin srl, concede 3 milioni di euro in prestito (mai restituiti) a Mario Occhiuto: avete letto bene, accorda prestiti a se stesso. La mattina in qualità di amministratore delle Ofin srl deliberava i prestiti, e la sera in qualità di socio della Ofin srl li incassava con l’assenso del socio minoritario, Carmine Potestio.

Prestiti che, come rileva la Guardia di Finanza, oltre a d essere concessi a se stesso, risultano anche privi di qualsiasi garanzia, così come richiede la legge. Stesso trucchetto tra la Ofin srl e la Feel srl del cugino del sindaco, Emanuele Occhiuto. L’ Ofin srl, dicono i finanzieri, concede anche prestiti senza garanzia alla Feel srl per un totale di 1.604.900 euro di cui solo 790.150 restituiti.

E non finisce qui: i finanzieri scoprono che la Ofin ha finanziato la Feel srl e la Zenobia anche con trasferimento di soldi in conto aumento futuro del capitale sociale. A Feel e Zenobia sono state così girate somme per 1.526.600 euro. Aumento del capitale sociale che non è mai avvenuto per entrambe le società.

Ma chi dava questi soldi ad Occhiuto?
Così dicono i finanzieri: per “finanziare” la Feel e la Zenobia, Mario Occhiuto, attraverso altre due società a lui “intestate”: la Oltrestudio e la Mostre e Servizi Ingegneria (società aperta da Occhiuto dopo il fallimento del suo studio Moa srl), attingeva a risorse provenienti da finanziamenti bancari erogati da diversi istituti di credito che tradotto significa: Occhiuto attraverso la società Oltrestudio chiedeva un prestito alla Banca XY, prestito che veniva garantito dalle conoscenze politiche e clericali dei fratelli Occhiuto, una volta ottenuto il prestito, spostava il denaro sulle altre società, la Ofin e la Feel, con il trucchetto del prestito infruttifero. Una volta fatto questo non restava altro da fare che dichiarare fallita la società intestataria del prestito bancario (in questo caso la Oltrestudio), e portare i libri contabili in tribunale dove ad accoglierli c’era il famoso cassetto del dimenticatoio.

Con questo giochetto le società di Occhiuto, al 31 dicembre 2012, avevano accumulato una montagna di debiti nell’ordine:
2.407.461 euro Oltrestudio; 2.313.790 euro Moa; 6.587.854 euro, più 2.952.371 euro Mostre e Servizi Ingegneria. E tra i tanti piccoli debiti (si fa per dire… rispetto a quelli già elencati), Mario Occhiuto deve 28mila euro pure al Comune di Cosenza. Una volta fallite tutte le società, ha iniziato a crearne altre su cui “scaricare” i debiti delle società fallite, per allungare il brodo con i creditori forte del fatto che nessuna dalla procura avrebbe mai tirato fuori i suoi processi.

Queste sono verità assolute, certificate dalle carte. Provi a spiegare questo Roberto Occhiuto. Provi a spiegare dove sono finiti questi denari che nell’inchiesta condotta dalla Finanza, non da Morra, ammontano nel totale a quasi 28 milioni di euro. Altro che chiacchiere. Altro che persone perbene: siete solo dei ladri e vrusciaturi.

E per chiudere rinfreschiamo la memoria a Roberto, elencando di seguito tutte le inchieste in cui è coinvolto quel delinquente del fratello Mario, con la domanda: in tutto ciò che c’entra Morra? Anche perché il caso Cirò è l’ultimo dei vostri problemi.
1. Occhiuto indagato per disastro colposo. Luglio 2018. Procura di Castrovillari. Che c’entra Morra?
2. Occhiuto indagato per associazione a delinquere con l’aggravante della trasnazionalità e del riciclaggio di denaro sporco. Settembre 2018. Procura di Roma. Che c’entra Morra?
3. Occhiuto indagato per falso, truffa e peculato. Ottobre 2018. Procura di Cosenza. Che c’entra Morra?
4. Occhiuto indagato per corruzione. Maggio 2019. Procura di Catanzaro. Che c’entra Morra?
5. Occhiuto indagato per bancarotta fraudolenta. Maggio 2019. Procura di Cosenza. Anche qui, checchè ne dica Roberto, che c’entra Morra?
Fatti non chiacchiere.