Cosenza, referendum: i “dieci comandamenti” falliti per la cricca di Occhiuto

Cosenza, referendum: i “dieci comandamenti” per la cricca di Occhiuto

Gentile Direttore,
sono stata una elettrice del NO ma fino all’ultimo avrei potuto cambiare idea a patto che i sostenitori del sì – quelli che contano naturalmente – prendessero dei precisi impegni in modo tale che io potessi giustificare con la mia coscienza questo cambio di casacca.
Non credevo di pretendere troppo anche perché cambiare idea non è una cosa facile, ma se il cambiare significa ottenere qualcosa allora mi sarei sacrificata volentieri.
La lista di richieste non è molto lunga (solo dieci comandamenti… e che sarà mai?) ma significativa e in caso di accoglimento tanti sostenitori del No come me avrebbero potuto anche loro cambiare idea e votare Sì. Ma – ahiloro – non l’hanno fatto e infatti hanno perso.

Ecco i miei “dieci comandamenti” ormai purtroppo falliti per la cricca di Occhiuto:
1 non pagare più Porsche o altre auto al senatore Occhiuto;
2 che l’onorevole Loizzo si trasferisca in Lombardia dove nessuno le rimprovererà di aver votato per l’autonomia differenziata;
3 che il governatore Occhiuto (ma non erano i Gentile a monopolizzare la politica cosentina?) dichiari solennemente che il nuovo ospedale sarà realizzato a Vaglio Lise;
4 che Iacucci e Bevacqua non vengano più a Cosenza neanche per andare a mangiare “a vigna”;
5 che si assicuri una fatica a Giacomo Mancini così la finirà di pensare a cose più grandi di lui;
6 che Bianca Rende non faccia l’assessore come si vocifera dappertutto;
7 che il nome del nuovo comune non sia CORECA ma sia scelto espressamente da una commissione di scienziati guidata da Paride Leporace;
8 che il rettore Leone pensi più alla scienza che agli affari che potrà fare dopo la fusione;
9 che non si perda nessun posto di lavoro nelle cooperative dopo la fusione;
10 che Alfredo Antoniozzi torni a Roma di gran carriera e ci restituiscano Orsomarso.