di GIANFRANCO DE FRANCO
Fonte: Rende Avanti
L’attivismo di Simona Loizzo, consigliere regionale della Lega di Salvini, sull’unione fra Cosenza e Rende è interessante perché siamo abituati alle banalità sia a destra, sia a sinistra, sia al centro.
Noi di Insieme per Rende siamo socialisti e abbiamo governato Rende dal 1952 per i successivi 60 anni. Conosciamo bene la storia della conurbazione che è abbastanza datata.
La novità che porta la Loizzo è che affronta il problema dall’angolazione giusta: prima uniamo i servizi, poi il resto. Abbiamo l’esperienza di Corigliano-Rossano che hanno fatto una fusione a freddo e si sono trovati di fronte tanti doppioni. Gli uffici del sindaco, gli uffici dei dirigenti, un po’ a Rossano un po’ a Corigliano. Tempo, fatica e soldi sprecati. Soprattutto, però, a Corigliano-Rossano si sono trovati senza visione, senza idee, senza ruoli guida.
Una città grande, con un’imprenditoria di qualità, con beni culturali di alto livello, con due riconoscimenti UNESCO e un’area naturale regionale protetta, ubicata in un contesto in elevata crescita potenziale, deve avere idee e deve guidare tutti i Comuni dell’area verso prospettive di sviluppo non solo economico, ma anche culturale e sociale.
Rende e Cosenza, alle quali vanno affiancate anche Castrolibero e Montalto Uffugo, non dovranno commettere l’errore di Corigliano-Rossano.
Simona Loizzo pungolerà le classi dirigenti rendesi e cosentine, sollecitando una visione, un ruolo, una strategia di crescita?
Coinvolgere i residenti
Naturalmente non mi riferisco solo alla politica, ma alle classi dirigenti delle scuole pubbliche e private, dell’Università della Calabria, a quelli degli industriali, dei commercianti, dell’intrattenimento, dell’enogastronomia, degli artigiani, dei professionisti. Perché l’unione può essere portata a termine e avere successo solo se verranno coinvolti i residenti. La spinta deve partire dai quartieri, dalle contrade, dalle periferie. Deve partire da coloro che ne hanno più bisogno e deve avere come obiettivo il miglioramento delle loro condizioni di vita.
E pensare che Manna voleva farla fare ai segretari comunali. E allora direi convintamente evviva Simona (ma abbasso la Lega eh!).