Cosenza saccheggiata, la “bolla immobiliare” e l’affare della clinica a Mendicino

Occhiuto e Caputo onestà con l'imbuto

Cosenza saccheggiata. La “bolla immobiliare” e l’affare della clinica a Mendicino.

Scommettiamo che nessun consigliere comunale ha mai letto l’allegato al bilancio di previsione 2019-2021 dal titolo “Elenco beni immobili alienabili di proprietà del Comune”? Questo allegato è stato approvato dalla Giunta con delibera n. 34 de 25/03/2019 dal titolo “Ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare del Comune di Cosenza”, e dal consiglio comunale a gennaio 2019 grazie alla “presenza tecnica” di qualche consigliere dell’opposizione “a nonna” che c’è a Cosenza.

L’elenco dei beni immobili è “un librone” alto dieci centimetri con oltre 900 immobili tra case popolari, palazzi antichi e terreni per un valore totale di oltre 60 milioni. Sembrerebbe un’opera difficile da gestire, in realtà da decenni è sempre lo stesso elenco che deve essere solo “aggiornato” perché ogni tanto succede il “miracolo” di vendere una casa popolare.

Diciamoci la verità: non è certo tutta ‘sta fatica, eppure il cazzaro ha speso per gestire questo “elenco” un capitale e tra società di consulenze e incarichi esterni agli “amici degli amici” siamo arrivati ad un importo complessivo di € 1.103.388,00. Un record! Una vera e propria “bolla immobiliare” come nel film “La Grande Scommessa” del 2015, quando la bolla immobiliare rischia di diventare un affare di famiglia su cui speculare a costo di far fallire un Paese.

La cosa difficile per il Comune è invece, così come ha sottolineato la Corte dei Conti, vendere gli immobili. Ogni volta che si arriva dal notaio, sembra che il Comune non voglia vendere, è capitato così per il capannone ex Ferrovie dello Stato di piazza Matteotti, “Caffè Letterario”, l’offerta era pronta ma ad un certo punto è stata fermata la vendita. Il bene risultava “di interesse inalienabile”. Oggi vi sorge il mercatino della Coldiretti gratuitamente!

È successa una cosa simile anche ai quattro terreni in vendita tra Gergeri e via Popilia. Gli imprenditori interessati volevano “garanzie” sulla destinazione d’uso, ma il Comune fa melina, e da vero azzeccagarbugli parla di “processo in itinere (da 6 anni) del PSC”. Niente vendita. Il Comune di Cosenza ha venduto beni dal 2014 al 2019 per circa 2.000.000 di euro su una previsione 2014-2022 di 54.069.876,00 di euro. Una miseria… I Commissari del Ministero che gestiscono gli oltre 300 milioni di debiti lasciati da Mario Occhiuto, ora stanno studiando proprio l’allegato al bilancio dei Beni immobili. Obiettivo: vendere quanto possibile per risanare “il fosso” che ha lasciato il cazzaro. Tra i consulenti dell’Ufficio “Patrimonio” del Settore Bilancio, che hanno “aggiornato” continuamente l’elenco, con la complicità del solito Giuseppe uomo-zainetto Nardi, ci sono Mariano Marchese (30.000 euro nel 2019 con la Determina 1447/2019), Luciano “fascio” Vigna (n. 810 del 18/03/2019 per € 22.464,00), Rino Bartucci detto lo zerbino, Luigi Vecchio (ex dipendente del cazzaro) e l’architetto Benito “mojito” Canetti, tanto per ricordarne qualcuno. Quest’ultimo genio, architetto di professione, ha avuto decine di incarichi al Comune di Cosenza. Edilizia scolastica, illuminazione al Centro storico, l’ultimo è riportato nella Determina n. 1121 del 18/04/2019, dove Mister firmatutto Converso gli conferisce l’incarico esterno, della durata di 12 mesi di € 22.464,00. Molti ricorderanno il curriculum di Canetti Benito, ex tesoriere del Consiglio dell’ordine degli architetti ai tempi della presidenza del cazzaro, alias Mario Occhiuto. Benito, di evidente fede nostalgica da “ventennio”, è stato candidato nella lista Città Sostenibile a sostegno del sindaco nel 2016, totalizzando meno di 30 voti… Diciotto in più dell’altro camerata Adolfo Adamo, che per aver portato 12 voti ha incassato 24 mila euro: alla modica cifra di 2000 euro per ogni vota. E vìola… si dicia a Cusenza…

Benito e il cazzaro

Ma torniamo a Canetti. Nessuno (o quasi) però sa che l’architetto Canetti Benito è stato interessato ultimamente ad una pratica in particolare. Nel famoso elenco che nessun consigliere comunale ha letto, c’è una RSA. Sì, avete capito bene, una Residenza Sanitaria Assistenziale, praticamente una casa di cura per anziani. Villa della Serenità, contrada Ferrera Mendicino, valore 3.199.450,49 euro. In realtà il Comune di Cosenza è proprietario del favoloso palazzo dell’800 che ospita la clinica che però è gestita da una società che paga, o almeno dovrebbe, il fitto. Questa pratica è stata molto attenzionata dall’architetto Canetti Benito, su incarico di Piercarlo Chiappetta e del Presidente del Consiglio Pierluigi Caputo (oggi anche consigliere regionale) fedele a Carmine Potestio. In realtà non si capisce perché, dovrebbe essere solo una “voce” dell’elenco immobili in vendita. In clinica ormai da tempo c’è stato un “cambio” di proprietà e c’è chi giura che ci sia stata una vera e propria corsa contro il tempo, prima dell’arrivo dei Commissari, per “protocollare in Comune” una proposta di fitto con riscatto di una nuova società controllata da un noto boss della sanità privata campione assoluto di strozzinaggio in combutta con l’ex assessore Spataro, che nella sua qualità di amministratore ha dato il via libera all’affare e in cambio ha chiesto e ottenuto assunzioni per il suo infinito parentato… L’ “acquisto” della clinica ormai è uno dei tanti segreti di Pulcinella della città di Cosenza. Che unisce in maniera ideale vecchi e nuovi papponi. Questa offerta ha bloccato di fatto la vendita dell’immobile e provoca un danno erariale di più di 3 milioni di euro. Però poi chiudono le ludoteche e se la prendono, come al solito, con i più deboli. Così vanno le cose a Cosenza ai tempi dei magnacci, avrebbe detto il vecchio Mancini.