“Queste due si vedono come comete dal martedì (a volte anche il lunedì) al venerdì e pensano che qui abbiamo tutti l’anello al naso…”. Nei corridoi dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza i viaggi in aereo (a spese dei contribuenti, naturalmente) del direttore generale Giuseppina Panizzoli e del suo direttore sanitario Simonetta Bettelini sono commentati col sorriso amaro sulla bocca da tutto il personale. Specie nei momenti di maggiore emergenza per il virus. La Panizzoli, detta anche la bergamasca è andata e tornata, senza colpo ferire, almeno 4-5 volte, anche nel bel mezzo della “fuga da Milano”. Ha fatto un tampone (risultato negativo) e non le è passato neanche per l’anticamera del cervello di mettersi in quarantena, tanto chi la tocca? La Bettelini si è salvata in calcio d’angolo perché veniva da Verona, che qualche giorno fa non era ancora “zona rossa”…
Oggi, come “premio”, la Bettelini è stata nominata addirittura commissario straordinario dell’Asp! Un asse di ferro ca mancu li cani come diciamo a Cusenza. Sono state così brave che non solo non hanno lasciato ma hanno raddoppiato… Una nomina che parte da lontano e che ha una spiegazione precisa, che ci riconduce purtroppo sempre ai soliti noti.

L’auspicato cambiamento di rotta non solo non è arrivato ma non è neanche cominciato. La Panizzoli e la Bettelini sono state subito irretite dai poteri forti della sanità cosentina e loro non ha fatto nulla per evitarne l’abbraccio. Ma non solo perché lasciano correre tutto quello che possono sui concorsi già pilotati, ma perché ormai tutti hanno capito che c’è feeling, per usare un eufemismo, con i padroni del vapore.
La foto che campeggia in copertina e che ritrae la Panizzoli sorridente mentre applaude a chi si esibisce ballando anche sul tavolo, è tratta da un video relativo ad una festa prenatalizia dello scorso anno che Gianfranco Scarpelli – il ras di Piazza Riforma e dell’edilizia cosentina in quota Cinghiali, di professione medico, direttore di struttura complessa di Neonatologia all’Annuziata e del Dipartimento Materno Infantile, ex primario e addirittura ex direttore generale dell’Asp – aveva organizzato nel suo “localino”, come avrebbero detto i Blues Brothers. Ovviamente qualche mese prima che scoppiasse la pandemia.
Il Cinghiale e ScarpelliGianfranco Scarpelli è una pedina fondamentale del sistema che governa Cosenza. Nel periodo in cui è stato direttore generale dell’Asp, ha eseguito ordini del Cinghiale in tutte le salse possibili. Per qualche vicenda è finanche intervenuto il porto delle nebbie (la procura di Cosenza per le signore del Nord che ci leggono) ed è quanto dire.
Ci riferiamo al cosiddetto processo delle “parcelle d’oro” per il quale Gianfranco Scarpelli prima è stato condannato in primo grado a due anni e poi “graziato” in virtù dei suoi potenti mezzi (e che ve lo diciamo a fare?) per tutto il giro di soldi all’Asp nel periodo che si è interrotto più o meno sei anni fa.
Come si fa a dare incarichi per ottocento mila euro a un solo avvocato, Nicola Gaetano da Paola, che sicuramente avrà pagato qualche tangente e sappiamo anche a chi? Persino la carenza di legali non avrebbe giustificato questi affidamenti “mostruosi”. Quindi, il reato era bello e dimostrato, anche se al porto delle nebbie è stato abilmente neutralizzato.
Sotto la gestione Scarpelli poi sono stati “legittimati” e hanno continuato a sguazzare indisturbati personaggi come Gianfranco Ponzio, Michele Marchese, Nicola Buoncristiano, Gennaro Sosto, tutti colonnelli del Cinghiale che hanno beneficiato di prebende a più non posso.
E che dire della clamorosa operazione dei 133 falsi precari assunti all’Asp a una settimana dal voto per le Regionali del 2014? Anche qui ci sarà un processo ma c’è da scommettere che finirà come quello delle “parcelle d’oro”. Gianfranco Scarpelli e Antonio Perri, altro colonnello gentiliano, sono stati il vero e proprio “braccio armato” delle assunzioni dei 133 precari e del loro indiscusso punto di riferimento politico: i Cinghiali. I lavoratori (sì, insomma i falsi precari) mica si sono presentati spontaneamente al lavoro, ma in seguito ad atti vidimati dalla Regione e dall’Asp di Cosenza. Anzi l’Asp aveva provveduto a tutti gli adempimenti necessari all’avvio al lavoro persino “assicurando” i 133 protagonisti.
Ma non saremmo completi nell’informazione se non ricordassimo che Gianfranco Scarpelli, oltre a tutto questo, è il celeberrimo signor Scarpelli dell’omonimo supermercato-night di piazza Riforma (proprio quello dove è stata invitata la bergamasca…), che fa affari d’oro con la benedizione di tutti i poteri forti. Sì, proprio lui, il cognato del potente ingegnere Giovanni Pianini, quello del palazzo fatiscente di via Rivocati 130 affittato al Comune di Cosenza per la bellezza di oltre 12mila euro al mese per oltre 50 anni. E dei nuovi palazzi a corso Umberto… per non parlare della ristrutturazione della piazza (che ormai tutti chiamano Scarpelli invece che Riforma), funzionale soltanto alle esigenze del supermercato-night del soggetto in questione.
Scarpelli e Pianini con i soldi dei cosentini hanno costruito le loro fortune: palazzi e attività economiche. Una coppia che a Cosenza se la comanda alla grande. Infatti il duo è trasversale alla politica: sono amici di tutti, a patto che nessuno metta in discussione i loro affari. Capito come funziona?
E così, tornando a bomba alla Panizzoli e alla Bettelini, il loro ingresso trionfale, da vere e proprie “reginette”, nel “localino” di Scarpelli somiglia tanto ad un patto d’acciaio per come, in effetti, si sta rivelando la loro direzione dell’Azienda Ospedaliera. Del resto, la fotografia scattata la ritrae al fianco di due pilastri del sistema della sanità cosentina.

Il più importante è Salvatore De Paola, oggi direttore medico del presidio unico (Cosenza, Rogliano e Mariano Santo) ma in passato a lungo direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, alter ego del predecessore della bergamasca, il mitico Achilluzzu Gentile, boiardo di prima grandezza. De Paola, dunque, è un “colletto bianco” collaudato e opportunista. Ha iniziato con la destra, con Achille Gentile appunto, all’ex Asl di Rossano, poi è passato a sinistra sempre con Achille a Cosenza. Gira come gira il vento ma ha fatto quasi sempre coppia fissa con Achilluzzu. Oggi la sua posizione è diventata fondamentale perché per il momento è il solo eletto alla corte della “reginetta” bergamasca, si è alzato di cavallo e guarda tutti dall’alto in basso. Si pensi che l’altro giorno, quando già era esplosa l’emergenza del virus, pontificava sul fatto che i reparti di Infettivologia ed Ematologia occupassero lo stesso stabile! Ma lo sa che, prima, l’Ematologia era in una specie di scantinato? E cos’ha fatto lui, da direttore sanitario, per ovviare a tutto ciò? E la “reginetta” bergamasca pende dalle sue labbra, gli lascia fare quello che vuole.
Vicino a De Paola, poi, c’è il palestinese Fawzi, primario facente funzioni di Chirurgia Pediatrica, personaggio in cerca di autore, che si è agganciato a Scarpelli per diventare primario effettivo. Gentiliano di ritorno, gradito ai fratelli, potrebbe chiudere il cerchio del Dipartimento materno infantile, sarebbe l’ultima pedina utile a Scarpelli, visto che ormai sono tutti alle sue dipendenze.
Questa è la situazione, cari amici cosentini. Soldi chiamano soldi, intrallazzo chiama intrallazzo: la sanità cosentina è saldamente nelle mani dei soliti manovratori, facciamocene tutti quanti una ragione. Anche Lega e M5s, persino i bergamasch e i veneti non possono rifiutare le loro offerte, non abbiamo speranze.