Cosenza, sanità corrotta: ecco cosa c’è dietro il blocco della transazione tra l’Asp e la clinica Villa Igea

La notizia è di qualche settimana fa. Il direttore generale dell’Asp di Cosenza Raffaele Mauro (alias Faccia di Plastica) ha deciso di annullare la transazione, siglata il 17 agosto, con la clinica Villa Igea di San Fili per il contenzioso in atto ormai da anni sulla gestione degli ex pazienti dell’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello. Una transazione che aveva riconosciuto alla clinica la considerevole somma di 855mila euro nonostante una vittoria in giudizio e la richiesta di danni per 1 milione 799mila euro inizialmente recapitata alla casa di cura.

Le vicende, purtroppo tragicomiche, affondano le loro radici nella gravissima situazione del “Papa Giovanni” e del lager che era diventato. Molte case di cura si contesero i circa 300 pazienti che erano rimasti, pagati in un primo tempo addirittura a peso d’oro (102 euro al giorno!!!) prima di un provvidenziale intervento che faceva scendere la retta a 44 euro giornalieri ma che dava la stura a tutta una serie di guerre giudiziarie, la più importante delle quali appunto con la clinica Villa Igea.

Ora, tutti sanno che questa clinica è di un certo Mungo, venditore di legna e di mobili prima di buttarsi nella sanità in quota Cinghiale, il quale aveva bisogno di qualcuno che lo rappresentasse nel settore privato. Ma il Mungo, come del resto il Cinghiale, è messo benissimo anche con i settori più importanti della massoneria, che poi sono gli stessi frequentati da Faccia di Plastica e dai coniugi Adamo.

Nessuno si era scandalizzato, quindi, il 17 agosto quando – con perfetto stile alla cosentina, sotto Ferragosto – aveva piazzato il colpo della transazione da 855mila euro. Piuttosto, sorprende il clamoroso dietrofront di Faccia di Plastica.

Ed eccoci alle notizie che stanno nel fatidico “dietro le quinte”. Raffaele Mauro è stato costretto a rimangiarsi la transazione semplicemente perché è intervenuta la Guardia di Finanza, allertata da un esposto nel quale si elencano per filo e per segno le palesi e sfacciate illegalità che si sono consumate in questa squallida vicenda.

La casa di cura Villa Igea ha accolto i pazienti del Papa Giovanni in posti privi di autorizzazione, accreditamento e contratto: praticamente senza un minimo requisito di qualità. E non solo. Come accennavamo, i signori di Villa Igea hanno perso un ricorso al TAR, hanno perso anche al Consiglio di Stato e come se non bastasse hanno respinto un decreto ingiuntivo. Facendo causa per indebito arricchimento e senza alcuna sentenza all’Asp di Cosenza. Cose da pazzi e senza alcun senso, almeno quanto la transazione, a dir poco inverosimile, che l’Asp aveva persino concesso a questi signori per ordine della politica corrotta e della massoneria deviata, come al solito. 
Ecco allora perché siamo arrivati alla clamorosa sconfessione della transazione. E c’è da augurarsi che l’intervento della Finanza possa aprire finalmente gli occhi a tutti quelli che, nella procura di Cosenza, continuano a coprire tutto il marcio che c’è proteggendo i loro amici massoni deviati.