Cosenza, sanità depressa. Pacenza, il vice di Palla Palla (intercettato): “Se salta Cosenza, salta tutto”

Pacenza e Oliverio

Mario Oliverio, per tutti Palla Palla, con l’avanzare dell’età deve aver perso la memoria, altrimenti non potrebbe addirittura “attaccare” sul tema della sanità i suoi molto presunti avversari, visto che hanno mangiato nello stesso scifo per decenni. E allora ci permettiamo di rinfrescargli la memoria sul suo lungo sodalizio con il fido Franco Pacenza, che oggi fa parte della banda di Amalia Bruni ma che fino a ieri commetteva reati allegramente insieme a Palla Palla. E sullo zerbino Raffaele Mauro alias Faccia di Plastica, che ha sfornato bilanci falsi come fossero noccioline. Ovviamente col placet di Oliverio. 

Non serviva uno scienziato per capire che all’Asp di Cosenza ormai da anni la politica senza distinzioni di colore aveva creato una “voragine” per fare i suoi porci comodi. Il porto delle nebbie, che nello scorso mese di febbraio è stato costretto addirittura a “svegliarsi”, pena un calcio nel sedere definitivo al procuratore Gattopardo, non ha fatto altro che ripetere quello che ormai scriviamo da anni.

Le intercettazioni rivelano con chiarezza che gli incaricati chiamati a gestire il bilancio sapevano  che il documento finanziario era falsificato. La situazione debitoria dell’Asp è enormemente più grave di quella rappresentata nel bilancio palesemente falso del 2017 firmato Raffaele Mauro alias Faccia di plastica. Che è stato mandato lì da Palla Palla, mica dalla Madonna di Fatima… 

I bilanci dell’Asp dal 2015 al 2017 (con Oliverio saldamente presidente della Regione Calabria) sono falsi e quello del 2018 non è mai stato approvato proprio per questa ragione. Sette diversi commissari succedutisi alla guida dell’Azienda non hanno inteso approvarlo. L’Asp amministra somme per un miliardo e 200 milioni l’anno. “Se salta Cosenza, salta tutto” dice nel febbraio 2019 in una intercettazione l’allora delegato dal governatore Mario Oliverio alla sanità, Franco Piacenza. Il pm Mariangela Farro ha spiegato che non si conosce la reale consistenza del contenzioso dell’Asp e non si sa neppure quali siano realmente i beni, mobili e immobili, che possiede. Vi sono inoltre crediti di cui non v’è traccia nei bilanci. “Con questa inchiesta -ha detto il pm Farro- tentiamo di contenere le aberrazioni riscontrate nella gestione della sanità pubblica in questa zona della Calabria”. Peccato che, nel corso dei mesi successivi all’inchiesta, tutti gli indagati, dopo aver scontato le ridicole interdizioni della procura, sono rientrati ai loro posti, più forti di prima. E qualcuno se n’è anche andato in pensione con la “buonuscita”. Sistema porto delle nebbie, vida cchi ti pigli compa’…