Cosenza, scandalo transazioni milionarie all’Asp. L’inchiesta de L’Espresso lascia Graziano “Strafalaria” in… mutande

La notizia, com’era ampiamente previsto, era arrivata a fine maggio 2023 e chiariva già allora il concetto della “qualità” dei manager nominati dal presidente-parassita. Occhiuto ha nominato direttore generale dell’Asp di Cosenza Antonello Graziano (che fino a quel momento era a capo dell’Azienda con la qualifica di commissario) a dicembre del 2023 dopo un concorso-farsa abilmente pilotato e nel quale era addirittura quarto in graduatoria e senza neanche i requisiti per essere nominato. Ma gli affari sono affari e quindi Robertino era andato avanti come un treno nella direzione sapientemente (per i suoi porci comodi, s’intende) indicata dal boss della sanità privata Carmine Potestio, che alla guida dell’Asp ha voluto a tutti i costi Antonio “Antonello” Graziano. Quanto a coloro i quali avrebbero potuto produrre ricorso per la posizione in graduatoria, ci dicono che chi doveva intervenire è intervenuto. Intelligenti pauca. Oggi “Antonello”, causa scandalo transazioni milionarie dell’Asp di Cosenza per la “modica” cifra di 39 milioni di euro è caduto in bassa fortuna e si sussurra che rischia concretamente di essere “fatto fuori” dallo stesso Robertino, che dopo aver temuto per la “tenuta” del suo cuore, adesso teme per la “tenuta” del suo deretano, con decenza parlando.

Eh sì, perché a cavalcare l’onda dello scandalo non sono più soltanto pochissimi media locali ma addirittura L’Espresso e se nella prima parte dell’inchiesta non si parlava di avvisi di garanzia, oggi quegli “avvisi” si sono magicamente materializzati. Graziano, “Antonello” per gli amici e “Strafalaria” per gli avversari, aveva cercato di reagire negando di avere ricevuto la visita delle forze dell’ordine e minacciando querele a destra e a manca, ma L’Espresso non s’è fermato e l’ha clamorosamente sconfessato.

Riportiamo di seguito il passaggio dedicato a “Strafalaria” dal giornalista de L’Espresso Gianfrancesco Turano nella seconda parte dell’inchiesta.

“… In quanto commissario straordinario alla sanità, prima voce di bilancio della spesa pubblica in Calabria, Occhiuto deve affrontare in prima persona la tempesta che ha colpito sia l’Asp della sua Cosenza sia l’Asp di Reggio per i rimborsi facili a BFF, banca specializzata in factoring con sede a Milano. Chiamato in Consiglio a rispondere di circa 77 milioni di euro girati a gran velocità negli ultimi giorni del 2023 a BFF, Occhiuto ha difeso l’operato dei suoi amministratori aggiungendo un disclaimer poco rassicurante: “Ho fiducia nelle persone che ho scelto, ma sono pronto in ogni momento a riconoscere la responsabilità di chi dovesse rivelarsi come un funzionario infedele”. Insomma, chi ha sbagliato pagherà. Alcuni hanno letto nella frase un riferimento al manager dell’Asp di Cosenza, Antonio Graziano. Il dg ha difeso il suo operato dicendo che le transazioni con BFF hanno consentito un risparmio di parecchi milioni all’azienda. La pensa diversamente la procura che ha mandato quattro avvisi di garanzia….”. 

A questo punto siamo molto curiosi di sapere se Graziano farà scrivere un altro delirante comunicato stampa nel quale annuncia la querela a L’Espresso. Perché è chiaro come il sole che tra i destinatari dei quattro avvisi di garanzia c’è anche lui, grande e grosso com’è…

Nel frattempo, gli rinfreschiamo la memoria citando altri stralci significativi dell’inchiesta che lo ha lasciato praticamente in… mutande, nell’attesa che si dimetta o che venga cacciato a calci nel sedere.

In effetti, le Asp avevano come punto di riferimento ultimativo per i pagamenti l’ultimo giorno del 2023 in base alla legge sulla circolarizzazione. Se però si va a cliccare fra le migliaia di documenti pubblicati sul sito regionale dell’amministrazione trasparente, si nota la presenza di fatture pagate lo stesso giorno della scadenza, ma effettivamente risalenti a diversi anni prima. La modalità non solo è controversa, ma apre pure un fronte sulle retribuzioni, visto che la premialità – in altre parole i bonus variabili per i dirigenti – è legata all’indice di tempestività nei pagamenti.

L’inchiesta della procura di Milano e della Guardia di finanza sui crediti facili delle Asp calabresi, e non solo calabresi, ipotizza un meccanismo di saccheggio dei fondi destinati a potenziare le strutture ospedaliere. Con queste premesse appare impossibile fermare il turismo sanitario, espressione infelice per designare il flusso migratorio verso Nord di chi non spera di potersi curare a casa sua, al Sud. I dati lo confermano.

Sono proprio i magistrati di Milano a indagare su Cosenza, su Reggio e sull’Asp di Crotone che, secondo fonti ufficiali della Regione, è in fase preliminare per un accordo transattivo, perché i soldi delle forniture per prestazioni rese in Calabria emigrano anche loro in direzione Padania. Si parla di parecchie decine di milioni di euro pagati ad alcuni grandi creditori piuttosto che ad altri meno attrezzati, come la società che ha denunciato uno svantaggio competitivo e ha dato avvio agli accertamenti.

Chi ha la muscolatura legale per mettersi in prima fila nella riscossione attraverso il contenzioso giudiziario parte favorito. E se perde la causa, ricorre in appello senza badare a spese di avvocati. Una piccola azienda può finire gambe all’aria semplicemente per una parcella. Basta dare un’occhiata ad alcuni processi civili che hanno opposto la Regione Calabria al suo principale creditore BFF banking group, l’ex Banca Farmafactoring che di mestiere acquista a sconto crediti problematici da aziende bisognose di chiudere le loro partite contabili con la pubblica amministrazione.

In tre sole liti perse da BFF contro la Regione, la banca è stata condannata dal Tribunale civile di Cosenza a pagare oltre 160 mila euro di spese legali. Tanti soldi per una piccola ditta. Poco o nulla per un’azienda di rilievo nazionale.

L’Asp di Cosenza, diretta da Antonio Graziano dal marzo del 2022, è arrivata all’appuntamento di fine 2023 in zona Cesarini. Il contenzioso più consistente era con BFF: Ma l’ente pubblico aveva già vinto varie cause e i rischi erano valutati come modesti. Nonostante questo, nel pomeriggio di venerdì 16 dicembre 2023 lo studio legale Crisci ha mandato all’Asp le carte per una transazione con richiesta di fare osservazioni entro le ore 17 dello stesso giorno. L’avvocato salernitano Salvatore Crisci è una sorta di commissario regionale del settore legale ed era stato ingaggiato una prima volta nel 2016 dalla giunta calabrese di centrosinistra guidata da Gerardo Mario Oliverio. Alla caduta di Oliverio, Crisci è rientrato alla base in Campania salvo essere richiamato in servizio dalla giunta di centrodestra alla fine del 2021. Il suo contratto iniziale prevedeva 20 mila euro più spese per il 2022, saliti a 130 mila nel 2023 e nel 2024 con l’aggiunta di una consulenza per Azienda Zero, costituita da Occhiuto per affiancare la struttura commissariale.

Salvatore Crisci

Poche ore dopo la richiesta di osservazioni da parte dello studio Crisci, sabato 16 dicembre 2023 a Milano il dg Graziano ha firmato la transazione con BFF, rappresentata dall’avvocato Paolo Bonalume, a fronte di una nota di debito di migliaia di pagine con decine di fatture per pagina. Alcune non riportavano né l’indicazione della società che le aveva emesse né la data di inizio decorrenza degli interessi. Molte erano scadute da anni o erano state già dichiarate da non pagare in sentenze di primo grado dal Tribunale. Nella serata di martedì 19 dicembre 2023, senza considerare le contestazioni degli organismi interni, l’Asp cosentina ha emesso un mandato di pagamento per 23 milioni. Il 21 dicembre si sono aggiunte altre fatture per 16 milioni cedute a BFF da Althea Italia, società presieduta da Alessandro Dogliani e controllata da F2i Medtech che ha ceduto la sua quota in pegno a Unicredit.

Il servizio finanziario dell’Asp di Cosenza ha pagato i 39 milioni di euro dell’accordo BFF tra Natale e il 31 dicembre 2023. La somma è stata coperta con il fondo rischi del 2022, che sarebbe servito per pagare crediti molto più certi. Questo ha creato un problema sul bilancio dell’anno seguente perché è stato necessario ricostituire il fondo… Fin qui L’Espresso mentre la conclusione è perfettamente uguale a quella di tante altre storie: a pagare sarà sempre… Pantalone! Povera Calabria nostra!