La nota che pubblichiamo oggi diventa ancora più attuale alla luce della protesta dell’Usb di Cosenza dei giorni scorsi (https://www.iacchite.blog/usb-cosenza-ostetricia-e-ginecologia-dellannunziata-personale-infermieristico-chirurgico-in-allerta/)
COSENZA, SEI MESI DI GESTIONE PASQUA
Sono trascorsi poco più di sei mesi dalla nomina del dott. Pino Pasqua a Direttore Sanitario Aziendale. Un tempo sufficiente per capire che questa scelta, nata male, sta portando l’azienda verso un punto di crisi strutturale e relazionale mai visto prima.
Parliamo in forma anonima, come gruppo di operatori sanitari, perché all’interno dell’azienda il clima è talmente deteriorato che esprimere un dissenso, anche argomentato, significa esporsi a ritorsioni, isolamento o demansionamenti mascherati.
Ma il silenzio non è più possibile.
Un ambiente ostile, chiuso, governato con arroganza
Da quando ha assunto l’incarico, il dott. Pasqua ha instaurato un modello gestionale chiuso, arrogante, privo di dialogo. Le decisioni vengono prese senza coinvolgere nessuno, calate dall’alto con una sistematica esclusione delle professionalità interne, anche le più autorevoli.
Il confronto è stato completamente azzerato. La partecipazione è solo formale, la collaborazione inesistente. Il personale medico – già sottoposto a carichi di lavoro insostenibili – è stato ridotto a esecutore passivo di direttive incomprensibili o inutilmente rigide.
La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: cresce il disagio, cresce il malcontento, e molti dirigenti e medici di valore stanno seriamente considerando di lasciare l’azienda. Nessuno si sente più parte di un progetto. Si sopravvive. Si subisce.
Una nomina che nasce da un patto di potere, non da merito
Ciò che rende tutto questo ancora più inaccettabile è il modo in cui Pasqua è stato nominato.
Non c’è stato alcun avviso pubblico, nessuna selezione trasparente, nessuna comparazione con altri candidati. La sua nomina è avvenuta al di fuori delle regole basilari della pubblica amministrazione, in aperta violazione dei principi sanciti:
- dall’art. 97 della Costituzione (imparzialità, trasparenza e buon andamento della PA),
- dal D.lgs. 165/2001, art. 19, sugli incarichi dirigenziali,
- dal D.lgs. 502/1992, art. 3, comma 7, relativo alle nomine apicali nella sanità pubblica.
Ma il vero paradosso è un altro: appena due anni fa, l’attuale Direttore Generale de Salazar giudicava pubblicamente Pasqua con parole durissime, definendolo inaffidabile e trattandolo con disprezzo sistematico.
Oggi, quello stesso uomo viene promosso al vertice sanitario, con un contratto di cinque anni (anziché tre), senza motivazioni pubbliche, senza alcun confronto, e con il pieno appoggio proprio di chi fino a ieri lo sbeffeggiava in ogni occasione.
È evidente che non siamo davanti a una scelta basata sul merito, ma al frutto di un accordo interno, un compromesso tra interessi personali e politici. Un patto di convenienza, costruito nelle stanze del potere, sulla pelle di chi lavora davvero e dei cittadini che si affidano al sistema sanitario pubblico.
Chiediamo trasparenza, rispetto e responsabilità
La sanità pubblica non può essere piegata a logiche di potere personale. Oggi questa azienda è gestita con arroganza, paura e isolamento. E la nomina che ha reso possibile tutto questo è il simbolo di un sistema che ha smarrito ogni riferimento al bene comune.
Chiediamo che le autorità, i media e l’opinione pubblica accendano i riflettori su questa vicenda. Che si faccia chiarezza, che si verifichi la regolarità della nomina, e soprattutto che si apra una seria riflessione sulle conseguenze reali di sei mesi di gestione Pasqua.
La sanità non è un feudo personale. È un servizio pubblico. E merita dirigenti che sappiano ascoltare, condividere e guidare con competenza e rispetto.
Un gruppo di operatori sanitari









