Cosenza. È arrivato Capomolla tra cemento, cliniche, cappucci e (tanta) acqua du Zumpu

Lo abbiamo scritto tante volte nel corso dei mesi che sono passati dall’annuncio dell’avvenuto pensionamento del procuratore Gattopardo del porto delle nebbie di Cosenza. La nomina del prossimo procuratore è un pezzo di un puzzle più grande nel quale devono comporsi gli interessi del cemento, delle solite cliniche e dei cappucci della massoneria deviata. E c’erano ben pochi dubbi su come sarebbe finita la tragicomica “sfida” – che non è mai esistita – tra il braccio destro di Gratteri ovvero Vincenzo Capomolla e l’ex braccio destro dello stesso magistrato di Gerace ovvero Vincenzo Luberto, alias il giudice che si droga, scoperto in preda alle convulsioni e poi “graziato” e addirittura rimesso in servizio. Lo sapevano tutti che alla fine avrebbe prevalso Capomolla.

Nei sette anni nei quali è stato procuratore capo alla Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri ha fatto tanto fumo e decisamente poco arrosto. Certo, occorreva bruciare qualcuno. Qualcuno di sacrificabile e le logge deviate del Cosentino hanno optato per Marcello Manna, il più impresentabile e anche il più imprudente, considerato che girava con le mazzette in tasca da allungare ai giudici… E per giunta pure sindaco dei clan a Rende. Assediato sotto troppi fronti, neanche Spagnuolo ormai a fine carriera ha potuto molto per il suo ex compagno di merende ai bei tempi del processo Garden con decine e decine di falsi pentiti.

Quello di Manna era lo scalpo da dare alla folla e alla giustizia perché si smettesse di parlare di istituzioni infiltrate. E così i cappucci e i relativi clan con i vecchi giochi dei pentiti ri-pentiti che dicono e non dicono (leggasi i vari Patitucci e Porcaro) hanno fatto in modo che la tempesta si scaricasse. Una sorta di panacea affinché si aprisse l’ennesima stagione di cemento, palazzi e aste gonfiate. Ospedali unici e cliniche. Poco importa se le ditte che lavoravano a Rende seguissero lo stesso iter a Cosenza. La città e la sua classe dirigente non si tocca. Poco importa se da tempo si ventila l’esistenza di un seguito di dossier che diano una risposta a tutte le inchieste mozze. Ricordate quando Aiello diceva a Spagnuolo: hai rotto le scatole tu e Occhiuto? Ecco, bisogna continuare. E Capomolla è perfetto per la prosecuzione, così come Curcio, appena nominato procuratore capo a Catanzaro.

Capomolla, del resto, era il candidato gradito a Gratteri. E qui arriva la domanda: seguirà la linea dell’ex procuratore che proprio sul territorio cosentino ha avuto i suoi intoccabili? Un po’ per la presenza di Spagnuolo e la difficoltà a trovare filoni nei quali inserirsi, un po’ per evidenti contraddizioni. Bisognerebbe riannodare i fili attorno all’indagine di Piazza Fera letta da Gratteri a senso unico e salvando la destra di allora, fino ad arrivare ai corsi di Formazione con Nicasosotto le insegne di Maduli. Maduli, quindi Pubbliemme che a Cosenza si declina anche in clan Muto (https://www.iacchite.blog/cosenza-la-questione-morale-i-buchi-di-gratteri-e-i-corsi-di-alta-formazione/).  L’altro grande problema di Gratteri sono stati gli amici renziani (il gruppo iGreco e Magorno). E anche qui ci sarà “divieto di caccia”… 

La nomina di Capomolla può considerarsi al pari di quelle di Pierpaolo Bruni, Camillo Falvo e Fabio Catalano, promossi dopo aver promesso di dimenticare tutto ciò che avevano scoperto nelle loro indagini sull’operato di molti personaggi di spicco della politica locale e nazionale nel Sistema CosenzaLa promozione in cambio del silenzio.

E non è peregrino pensare che anche per il dottor Capomolla sia scattato questo meccanismo, dato che anche lui ha lavorato sull’informativa Sistema Cosenza. Di più, il dottor Capomolla non solo conosce tutte le dinamiche legate al voto di scambio politico-mafioso degli anni passati, ma conosce anche le ultime dinamiche legate alle infiltrazioni mafiose nel comune di Cosenza e al sistema di corruzione che pervade ogni ufficio pubblico. Conosce i nomi di chi è coinvolto nel Sistema Cosenza e ha le prove per poterlo dimostrare: materiale e testimonianze dirette che confermano l’esistenza del Sistema, e svelano l’identità di chi lo compone. E tutto questo dovrebbe essere un problema per gli intrallazzatori seriali nostrani, e invece tutti sembrano contenti dell’arrivo di Capomolla. E non è un plauso solo di facciata. Nessuno sembra realmente preoccupato che Capomolla, dall’alto delle sue conoscenze, possa scoprire altarini fino ad oggi rimasti segreti. Tutti si dicono sicuri che la procura continuerà ad essere il porto delle nebbie che è sempre stato, e Cosenza continuerà ad essere considerata un’isola felice. Tutti contenti, stamattina, nel porto delle nebbie…

Da Monterosso Calabro, paese d’origine di Capomolla e da Catanzaro, la città che l’ha adottato, non hanno nessun dubbio. Così come ha fatto il suo “capo”, zio Nicola Gratteri da Gerace, Capomolla è già pronto a bere l’acqua du Zumpu… Stiamo parlando dell’acqua proveniente dall’acquedotto dello Zumpo che ha qualità insuperabili. In pratica, riesce a fare “dimenticare” tutto quello di scabroso e di “pericoloso” di cui si viene, per qualsiasi motivo, a conoscenza. Anzi, qualcuno dice che non solo l’ha già bevuta ma ne ha una scorta praticamente infinita per rassicurare anche il “fratello” più scettico sulla sua “fedeltà” al sistema.