Da qualche settimana ormai un gruppo di donne porta avanti una sacrosanta protesta contro la decisione adottata dal commissario ad acta della Sanità , Saverio Cotticelli, che vieta le prestazioni chirurgiche per il trattamento del tumore al seno in tutte quelle strutture che non rientrano nella Rete oncologica regionale e, quindi, agli ospedali privati convenzionati.
“Noi donne – hanno detto a più riprese – abbiamo il diritto di scegliere dove operarci. Questa situazione è assurda, perché con questo decreto si allungano le liste di attesa e si incentiva la migrazione sanitaria. Il tumore alla mammella necessita di una tempistica certa nella sua cura e con l’adozione di questo decreto non è più possibile”.
Le donne affette da tumore al seno si sono ritrovate il 15 settembre scorso davanti alla clinica “La Madonnina” di Cosenza, una nota struttura ospedaliera privata che nel tempo si è specializzata per la cura del tumore al seno, ottenendo risultati importanti a beneficio delle pazienti oncologici.
In Calabria, sono soltanto tre le aziende ospedaliere inserite nella Rete Oncologica Regionale: il Pugliese-Ciaccio ed il Mater-Domini di Catanzaro e l’Annunziata di Cosenza. Il numero delle strutture e di chirurghi è decisamente insufficiente rispetto alla domanda di sanità . “Le procedure – dicono ancora le donne che protestano – indicano che entro un mese dalla conclusione del ciclo chemioterapico, la persona affetta da tumore al seno debba essere operata. Con questo decreto non sarà più possibile, perché le liste di attesa si sono allungate enormemente. Qui si tratta di vivere o morire e tutto ciò é assurdo. Ci costringono ad andare fuori regione, con tutte le spiacevoli aggiunte di costi e problemi per le nostre famiglie”.
“La protesta alla clinica La Madonnina di Cosenza delle pazienti ed ex pazienti della clinica, contro il divieto dei trattamenti chirurgici del tumore al seno presso le cliniche private decretato dal Commissario Cotticelli, è l’unico risultato possibile di una gestione dell’assistenza sanitaria assolutamente scellerato” – ha scritto nei giorni seguenti alla protesta il collettivo Fem.in donne cosentine in lotta.
“Il tentativo di potenziare il servizio sanitario pubblico e di specializzare determinate risorse su questa patologia – aggiunge Fem.in – è fondamentale. I monopoli delle cliniche private devono cessare e lo sperpero di soldi pubblici per foraggiare sempre le solite famiglie, impegnate nel campo sanitario e politico, è una vergogna.
Allo stesso tempo bisogna dotarsi di sano realismo e, oltre a fare annunci in pompa magna, come piace al nostro Commissario, il quale durante la pandemia si è ben guardato dall’intervenire su questioni estremamente urgenti come i servizi ambulatoriali delle ASP e delle Aziende Ospedaliere, è necessario dare una reale e immediata alternativa alle migliaia di donne che lottano o hanno lottato contro il cancro. Al momento, infatti, si toglie al privato e il pubblico non è pronto e a pagarne le conseguenze siamo sempre e solo noi.
Noi non difendiamo le cliniche private, né crediamo alle sole parole di un Commissario che ha sempre puntato i piedi contro il diritto alla salute. La politica regionale, quella dei partiti che si sono succeduti fino ad oggi, per come l’abbiamo conosciuta negli ultimi decenni, ci ha venduto soltanto fumo negli occhi, mentre smantellava la sanità pubblica”.
Domani alle 16 le donne torneranno a protestare davanti alla clinica La Madonnina di Cosenza. A tale proposito pubblichiamo la lettera di Letizia Cicchelli.Â
Domani Francesca si opera.
Francesca sono io, siete voi, le vostre figlie, le vostre mogli, le vostre madri.
Francesca è a Roma adesso, perché la Calabria ancora una volta ha deciso che non siamo suoi figli, ma solo figliastri da sfruttare e mandare in terra straniera se ti capita che un ospite indesiderato si impossessa del tuo corpo.
Francesca ha un cancro, ma lei non è il cancro.
Lei è donna, moglie, madre e come tutti, merita di vivere.
È DONNA perché non molla, è DONNA perché non ha avuto paura di gridare la sua indignazione e allora vi invito domani davanti alla clinica Madonnina ad una marcia silenziosa e una preghiera per chi crede, perché Francesca torni da Roma con la stessa rabbia e speranza con la quale è partita e che mai più nessuna DONNA, nessun essere UMANO debba elemosinare ciò che spetta di diritto.
Abbiate per una volta il coraggio di scendere in piazza per lei, per voi, per una Calabria giusta e che nessun figlio debba più partire per la propria sopravvivenza.
Scusate, ma non sono brava oggi con le parole, perché questa vicenda mi ha colpita particolarmente e conosco la sofferenza e l’angoscia che si prova e finisci anche le lascrime e devi essere forte, perché una mamma lo è, perché se una DONNA abbassa le braccia, il mondo crolla.