Nei corridoi dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza ma più ancora in quelli della Direzione generale dell’Azienda Ospedaliera in viale San Martino, ormai era diventato un altro dei tanti “segreti di Pulcinella” dei quali è piena la gestione della sanità cosentina. Le voci si rincorrevano da mesi e riguardavano un gruppetto di dipendenti “infedeli” che avevano trovato la maniera di entrare nel sistema informatico dell’Azienda Ospedaliera e di gonfiarsi gli stipendi. Una manovra tanto audace quanto “suicida” che non poteva certo durare in eterno e che non poteva certo passare inosservata anche al più “stupido” dei capi ufficio dell’Azienda.
COSENZA, TRUFFA ALL’ANNUNZIATA (https://www.iacchite.blog/cosenza-truffa-allannunziata-5-dipendenti-hackeravano-il-sistema-e-si-attribuivano-somme-di-denaro/)
Non ci sono ancora notizie certe sull’entità della truffa messa a segno dai dipendenti infedeli ma tra Annunziata e Direzione generale tutti sanno che il “regista” dell’operazione è l’addetto alle buste paga ovvero colui che carica sul terminale centrale tutti gli stipendi dei dipendenti dell’Azienda Ospedaliera, compresi soprattutto i cosiddetti “accessori” ovvero gli straordinari, i festivi, i notturni, la reperibilità e tutto il cucuzzaro. Lui, secondo il tam tam dei corridoi, si chiama Giuseppe Ippolito ed è uno dei dipendenti dell’Unità Operativa Complessa Gestione Risorse Umane. Per essere più precisi, è l’assistente tecnico dell’Ufficio Economico e quindi quello che materialmente carica i dati relativi agli stipendi-base e agli “accessori” dei dipendenti. Non dev’essere stato difficile per lui corrompere chi gestisce il sistema informatico, entrare nel “meccanismo” e iniziare a gonfiare gli stipendi di un gruppetto di dipendenti “infedeli” come lui che si sono prestati al giochetto. Tra questi, un soggetto che rappresenta una famiglia “chiacchierata” che non si sa come (oppure lo si sta troppo bene) è riuscita a piazzare più soggetti nei generosi ranghi della sanità cosentina.
E così Ippolito, d’accordo con questo soggetto borderline e altri quattro amministrativi, ha iniziato a gonfiare pesantemente gli accessori agli stipendi dei suoi colleghi, a botte di 100, 200, 300, 400 e 500 euro di straordinari, festivi, notturni e reperibilità non curandosi evidentemente delle conseguenze che avrebbe potuto avere. Il giochino dev’essere andato avanti per mesi senza intoppi ma alla fine qualcuno li ha sgamati. Secondo quanto si apprende, sarebbe stato il capufficio di Ippolito a smascherare i truffatori bloccando il marchingegno che avevano creato. Successivamente, l’Azienda ha provato a ricostruire le coordinate della truffa ma ci è riuscita solo fino a un certo punto. Una volta acclarato che si trattava di una truffa molto pesante, il commissario De Salazar ha chiamato la Guardia di Finanza e adesso si ha un quadro un po’ più preciso della situazione. I dipendenti verranno licenziati in tronco, e ci mancherebbe pure, mentre l’entità della truffa è destinata a rimanere imprecisata. Così vanno le cose all’ospedale dell’Annunziata.