Riepilogando: a Roma è indagato dalla Dda per associazione a delinquere transnazionale e riciclaggio di denaro sporco; a Catanzaro è indagato dalla procura ordinaria per associazione a delinquere e corruzione; ma è anche indagato dalla Manzini nel caso delle ruberie all’economato comunale insieme al suo ex delfino Cirò, nonché risulta indagato o sotto processo in diversi tribunali civili sparsi in tutta Italia per bancarotta, emissione di assegni a vuoto, e fallimenti vari.
Insomma, tutta Italia ha capito con che lestofante hanno a che fare, tranne il procuratore capo di Cosenza, Spagnuolo. Per il Gattopardo, Occhiuto resta un onesto sindaco attaccato ingiustamente da un giornale come il nostro che non ha altro da fare se non inventarsi accuse di corruzione che, sempre secondo Spagnuolo, non stanno né in cielo né in terra.
Sono anni che vi raccontiamo dell’esistenza di una cupola masso/mafiosa che governa la nostra città e che detiene il totale monopolio di ogni centesimo pubblico che arriva in città, e non solo. Metro, ospedali, musei e piazze servono solo per garantire gli interessi personali di pochi. Lo scriviamo da anni: la classe politica di questa città, in maniera trasversale, pensa ai cittadini solo nelle campagne elettorali, speculando sui bisogni della gente. Le grandi opere progettate per Cosenza sono inutili e servono solo a mantenere le clientele e le speculazioni dei soliti palazzinari. Cupola che ovviamente non è composta solo da politici e imprenditori, ma anche da procuratori e magistrati. Altrimenti come spiegare l’impunità di cui ha goduto fino ad oggi Occhiuto?
Tutte le altre procure che “hanno messo piede” a Cosenza hanno ravvisato reati nella condotta di Occhiuto, tranne lui: il Gattopardo.
Ora è chiaro a tutti che se deve arrivare la procura ordinaria di Catanzaro, di Salerno e la Dda di Roma, per contestare evidenti reati commessi dal sindaco Occhiuto, la conclusione non può che essere una: la procura di Cosenza con a capo Spagnuolo ha sempre garantito ad Occhiuto l’impunità dietro compenso, ovviamente, oltre a regalie e all’assunzione di amici e parenti nella pubblica amministrazione, come nel caso di Giampaolo Calabrese (nipote del procuratore Spagnuolo), assunto al comune di Cosenza come dirigente.
E questa volta, il Gattopardo, non può neanche dire di non sapere niente di quello che faceva Occhiuto sottobanco con i fondi del Museo di Alarico, perché esiste un bell’esposto a firma del solito Morra proprio sul Museo di Alarico. Allora la domanda sorge spontanea: caro Spagnuolo dov’è finito l’esposto di Morra sul Museo di Alarico?
Avete capito? La storiaccia del Museo di Alarico è stata denunciata alla procura tanto tempo fa in tutte le salse, ma il Gattopardo ha impedito alla Manzini di procedere. E con questo è anche chiaro che denunciare la corruzione e i masso/mafiosi a Cosenza non serve a niente, anzi chi denuncia viene subito minacciato da poliziotti corrotti al servizio del loro capo corrotto Spagnuolo. Così come fa il Gattopardo con noi. Perciò nessun cosentino si fida più del Tribunale di Cosenza.
Ora non resta altro da fare che aspettare l’evoluzione dell’inchiesta, sperando in una presa di coscienza dei giudici di Salerno.