Cosenza. Un saluto alla mia vecchia casa e a chi l’ha popolata (di Franco Panno)

di Franco Panno

Non può non venire in mente la domenica mattina la casa dove ho abitato per tantissimo tempo. I primi ricordi, Canzonissima, la Freccia nera, i vicini che sarebbero diventati parte integrante della famiglia, un proiettore superotto che con pazienza mio padre attivava per vedere filmini di vario genere, gite, momenti conviviali e cartoni animati per tenerci buoni. Poi la vita che scorre, momenti di grande gioia, dolore e la quotidianità che scandiva le nostre vite. Tutto dissolto. Non sembra più lo stesso posto.

Pensi ai condomini di oggi, indifferenza, ineducazione, gente nell’astuccio, per dirla alla Cecov. Un via vai di buste che faticano ad entrare in ascensore, niente sembra essere più necessario dell’inutile, nessun bambino che gioca sul pianerottolo, nessun botto di pallonate alle saracinesche, dai cinque anni in poi scuola calcio, tennis, scuola d’inglese, danza, il divertimento pianificato.

Come rimpiango i secchi d’acqua della Signora Ilde mentre giocavamo nel cortile, le lamentele di Mastro Nicola per il pallone che entrava in casa sua rompendo qualche vetro e gli eventi sportivi e la tv dei ragazzi che vedevamo insieme tra una fetta di pan di Spagna e un budino Elah. Un saluto alla mia vecchia casa e a coloro che l’hanno popolata, ospiti graditi, sempre. Come diceva il protagonista di Ragazzi di vita di Pasolini, mentre guarda i bambini che giocano a pallone nella borgata: “So stato ricco e nun l’ho saputo”. E’ giunta la notizia della morte di B.J. Thomas, singer americano che imparai ad amare ascoltando la sua interpretazione di una canzone di Burt Bacharach. Addio B.J.
Raindrops keep fallin on my head, B.J.Thomas
Buongiorno