Cosenza. Una storia disonesta (di Franco Panno)

Una storia disonesta.

di Franco Panno

Avevamo appena visto, io e Silvio, il concerto di Stefano Rosso, nella piazza principale della citta’. L’ora tarda e la fame, saliti sul suo scassatissimo Fiorino, ci dirottarono come al solito, alla trattoria, l’unica aperta, del nostro quartiere.
Cominciamo ad alambiccarci sulla scusa da dire a Corrado per farci credito. La nostra lista debitoria aveva raggiunto livelli preoccupanti.
Ogni tanto cercavamo di defalcarla con qualche lavoretto, ma il conto lievitava. In ogni caso, più che la fame pote’ la faccia tosta. Entrammo: “Buonasera Corrado, che c’e’ di buono stasera?”.
In realta’ il menu’ era sempre lo stesso da quando aveva aperto, baccalà fritto, spezzatino e vino sfuso, cattivissimo. Ci accoglieva con un “Bene, sono arrivati, ora posso chiudere”. Replicavamo con un “Stasera non ti paghiamo…”. Rispondeva spazientito “E sai la novità”.
Quella sera, stranamente, l’oste della malora fu più gentile del solito, come se avesse percepito che si preannunciava una serata diversa. Mentre aspettavamo le pietanze, entrano nel locale quattro persone con chitarre negli astucci che chiedono “Si puo’ mangiare?”.

Corrado li accoglie con la sua classe “Eccerto, qui che ci stiamo a fare…”. Dopo aver imposto il menu’ , torna in cucina. Le persone entrate nella trattoria erano Stefano Rosso con tre dei suoi musicisti. In attesa della cena scambiammo qualche parola, fino a quando non tiro’ fuori la chitarra e comincio’ a fare numeri pazzeschi di fingerpicking, eccezionali. Ci parlo’, Stefano, della sua passione per Clarence White, peraltro comune e per la musica americana, ci trovammo d’accordo musicalmente e non solo su Pete Seger. Finita la cena il cantautore romano ci regalo’ alcune sue canzoni. Corrado gli chiese un brano di Claudio Villa, Stefano parlo’ con rispetto del reuccio “E’ der quartiere mio, semo trasteverini.” Fini’ la serata, Corrado guardo’ me e Silvio e disse: “Siete due studenti morti di fame pero’ quando ci siete voi qua’ dentro qualcosa succede sempre”. Risposta: “Un giorno saremo ricchi e famosi e non ti pentirai di averci fatto credito…”. Non diventammo né ricchi né famosi, per Silvio la sorte fu crudele.
Ma via della Scala e’ sempre la’…
Via della scala, Stefano Rosso