Cosenza vecchia, assemblea pubblica: “Basta parole e giochi di potere”

Assemblea pubblica Cosenza vecchia: Basta parole e giochi di potere

L’assemblea pubblica che si è svolta ieri presso la piazza piccola di Cosenza vecchia, segna un altro passaggio fondamentale per chi tiene alle sorti della città vecchia. Un assemblea partecipata che ha posta ancora una volta interrogativi su un metodo di partecipazione assolutamente fallimentare, messo in campo dalle istituzioni e da soggetti politici sui fondi Cipe destinati al centro storico.

Una partecipazione falsata, eseguita senza che ci sia alcuna governance e senza che si sia istruito il CIS. Una partecipazione ad intermittenza, nata con una discrezionalità incomprensibile e che rischia di alimentare modelli spartitori su fondi e progetti, senza tener contro delle esigenze, dei bisogni e delle priorità di chi abita il borgo antico. Si è ribadito ancora una volta che, senza messa in sicurezza, accessibilità e fruibilità, non può esistere recupero. Non può esistere recupero se non si mettono al centro le persone e si ridà una dignità di città al centro storico e ai suoi abitanti.

Avevamo invitato tutti gli enti a partecipare, ma ancora una volta siamo stati ignorati. Una decisione, la loro, che ci ha reso ancora più arrabbiati e determinati. Infatti molti interventi si sono concentrati proprio sul senso di impotenza che questo atteggiamento ha prodotto verso chi abita il centro storico. Siamo stanchi di gridare al vento, di vedere il centro storico come set fotografico, come una cartolina bellissima, lasciandoci ancora una volta in balia del nostro triste destino, andando contro vento in un mare in tempesta. A questo punto, siamo arrivati alla consapevolezza che esiste un muro di Berlino che divide Cosenza vecchia da Cosenza nuova, un muro di Berlino che nasce al ponte di Mario Martire. Se non siete disposti ad ascoltarci, allora pretendiamo che non vengano più prese decisioni sulle nostre teste, che non avvengano più passerelle politiche, passeggiate e spot elettorali sul centro storico. Se non siamo considerati al pari degli altri cittadini, allora è il caso di dire che Cosenza vecchia è autonoma e indipendente, una repubblica autonoma che deciderà da sé come cavarsela e come uscirne fuori.

Ribadiamo ancora una volta che, se i 90 milioni devono essere sprecati su strutture pubbliche che nel tempo hanno avuto interventi di ristrutturazione e finanziamenti pubblici, se i 90 milioni devono essere destinati solo alla cultura, preferiamo che vengano rispediti indietro. 90 milioni sono i nostri soldi, e diventeranno i nostri debiti. Se gli interventi non corrispondono alle priorità di chi vive il centro storico, riteniamo questo debito ingiusto. Che lo paghi chi ne beneficerà e chi è pronto a speculare su questi fondi.

Cosenza vecchia ha bisogni di serietà, professionalità e di un’idea complessiva che tenga conto di tutti i fattori basilari affinché si ritorni ad una vita normale. La vostra fretta, i vostri piani non corrispondo alla realtà. Non siamo carne da campagna elettorale, né cavie da laboratorio.

Comitato Piazza Piccola