Cosenza vecchia cade a pezzi: “Non si può giocare con la vita delle persone, serve un decreto speciale”

dalla pagina FB di Stefano Catanzariti

Ieri si sono vissuti attimi di panico all’interno del centro storico. L’ennesimo palazzo è venuto giù in modo violento, causando paura e sgomento per tutta la popolazione residente.
Per fortuna non ci sono feriti, ma questo è l’ennesimo caso fortuito.
Non si può giocare con la sorte, non si può giocare con la vita.
Abbiamo chiesto un tavolo urgente con Comune, Regione, prefetto e residenti.
Siamo convinti che la situazione richieda la massima urgenza e che ci sia bisogna di risorse immediate e decreti ad hoc per espropriare, requisire ed acquisire gli immobili immediatamente e procedere con la messa in sicurezza ed il recupero.
Nella settimana che verrà interpelleremo il prefetto ed i parlamentari calabresi per denunciare, mettendoci la faccia e la firma il problema di sicurezza pubblica e per chiedere un decreto speciale come è avvenuto in passato a Matera. Non c’è più tempo da aspettare!

Intanto, il sindaco cazzaro della città, dopo l’ennesimo criollo, oltre a definire chi abita il centro storico mala gente, insiste sugli espropri che avrebbe emanato nel corso della sua amministrazione.

Solo una settimana fa il Comitato Piazza Piccola aveva affrontato la situazione chiarendo bene i termini della questione.

“… Il primo cittadino ci spiega (e finalmente dà ragione a quello che gridiamo da anni) che si può intervenire sui privati addirittura espropriando o acquisendo gli immobili.
Quello che deve spiegare però il sindaco è il perché in 10 anni di amministrazione il Comune non è entrato in possesso di mezzo palazzo se non di alcuni situati nel quartiere Santa Lucia, che aspettano ancora di essere sistemati, ultimati e messi in sicurezza.
Infatti nel momento in cui si procede il privato ha 120 giorni per rispondere all’ente, e in caso di specifica richiesta del privato si può ottenere un ulteriore proroga di 180 giorni.
In caso di mancata risposta, il Comune può procedere all’acquisizione del bene.
Mantenendoci larghi possiamo immaginare 6 mesi per eseguire tutte le procedure del caso, per risalire ai proprietari ed avviare le notifiche. Più un anno per aspettare le eventuali risposte o l’inizio degli interventi dei privati.

Volendo essere buoni concediamo ben 3 anni per tutto il procedimento, a fronte di 10 anni di amministrazione. Qualcosa non torna.
In più il Comune non ha mai realizzato né pensato un Regolamento per l’acquisizione al patrimonio comunale, la riqualificazione e il riuso, di beni in stato di abbandono nel territorio comunale. Un processo che poteva essere sostenuto e aiutato dal regolamento dei beni comuni approvato tempo fa’ dal comune di Cosenza.
Ci chiediamo quindi, se tutte queste affermazioni siano solo uno spot elettorale di fine mandato, oppure il comune sia riuscito a portare a termine la requisizione o l’esproprio di almeno la metà del patrimonio in stato di abbandono.
Come al solito, aspetteremo delle risposte che tarderanno ad arrivare….”.