Cosenza, Via Pasquale Rossi: chi ha paura di demolire il tabellone del nano?

Avete presente l’immenso spazio pubblicitario di via Pasquale Rossi, in pratica la porta d’ingresso della nostra città, che campeggia sulla parete cieca a fianco del ristorante “Il Girone dei Golosi”?

Beh, è impossibile che qualcuno dica di non conoscerlo. Si tratta di una trovata di marketing del gruppo pubblicitario Pubbliemme – oggi Diemme – del faccendiere Domenico Antonio Maduli detto il nano e risale al periodo nel quale la sua azienda aveva vinto una proficua gara d’appalto per gestire tutti i tabelloni pubblicitari della città.

Il 7 luglio 2016 abbiamo appreso che questo immenso spazio pubblicitario sarebbe stato demolito per clamorose inadempienze da parte del soggetto in questione, che, come gli addetti ai lavori sapranno, è anche l’editore della famosa televisione LaC, quella che predica la legalità ma poi va a braccetto col clan Mancuso. In perfetto stile Pd e Madame Fifì, che non a caso sono stati i primi “azionisti”, nel senso che l’hanno foraggiata generosamente ma poi hanno chiuso i rubinetti salvo poi cercare la “riappacificazione” in ginocchio (chi ha orecchie per intendere, intenda…) ma senza successo.

Ma veniamo ai fatti. A luglio 2016 sull’albo pretorio del Comune di Cosenza appare questo annuncio.

maduli Si tratta, come vedete anche dallo screen shot della Demolizione d’Ufficio n° 24/16 riferita al grande manager Maduli Domenico Antonio per l’installazione dell’impianto pubblicitario posizionato sulla parete cieca del fabbricato civico 79 di via Pasquale Rossi, in prossimità del ristorante denominato “Il Girone dei Golosi”.

Il 3 marzo 2011, quindi non proprio nella giornata di ieri, il Comune di Cosenza, che all’epoca era guidato addirittura dal sindaco Salvatore Perugini, intimava al Sig. Maduli Domenico Antonio “… di rimettere in pristino lo stato dei luoghi, in quanto ha installato un telone pubblicitario delle dimensioni di circa metri 8,00 x metri 15, posizionato sulla parete cieca del fabbricato civico 79 di via P. Rossi, in prossimità del ristorante denominato Il Girone dei Golosi…”.

Maduli, il nano mafoso, com’è fin troppo chiaro, se n’è sempre strafregato e, forte dei suoi appoggi politici con il Pd e soprattutto con Madame Fifì, ha sguazzato alla grande anche sotto la sindacatura di Mario Occhiuto, che, come sapete, nella primavera del 2011 ha vinto le elezioni grazie soprattutto ai voti della magara di Grimaldi.

Non solo: Maduli e la sua Pubbliemme risultano clamorosamente morosi nei confronti del Comune di Cosenza per non aver mai pagato, nei circa otto anni di appalto degli spazi pubblicitari della città, i canoni mensili. E parliamo di una cifra che supera abbondantemente il milione di euro. Secondo le ultime rilevazioni, fornite dal media di famiglia degli Occhiuto, ormai ha sforato il milione e mezzo…

Maduli-Merduli
Maduli-Merduli

Maduli, furbo com’è, non solo non se n’è preoccupato ma ha continuato a gestire gli spazi anche dopo la scadenza dell’appalto facendoli acquistare da alcune aziende di sua fiducia per non apparire. Così come ha fatto a Rende, del resto, per come appare dalla documentazione connessa allo scioglimento del Comune (https://www.iacchite.blog/rende-e-la-pubblicita-mafiosa-i-commissari-hanno-scoperto-tutti-gli-altarini-di-maduliiacovo-gratteri-lo-sa/). Un trucchetto da peracottari che, per molti anni, ha funzionato. Ma negli ultimi anni qualcosa dev’essersi inceppato in questo meccanismo e adesso Maduli ne paga le conseguenze. Nel senso che ormai la sua guerra con Occhiuto è diventata palese a tutti…

Quanto alla demolizione, non è mai avvenuta, com’è fin troppo evidente, e per quanto se ne sa, Maduli sarebbe riuscito a imbastire un ricorso che giacerà certamente insabbiato in qualche cassetto magico di qualche tribunale.

Questo il testo dell’ordinanza di demolizione.

“… VISTO che l’infrazione – si legge nell’ordinanza di demolizione – rientra tra la normativa di cui all’art. 34 del Testo Unico dell’edilizia, contenuto dal D.P.R. n°380 del 06/06/2001, che prevede laddove gli interventi e le opere realizzate in parziale difformità dal permesso di costruire siano rimosse o demolite a cura del Comune e a spese dei medesimi responsabili dell’abuso e che, pertanto, si rende necessaria la procedura di cui all’art. 41 del citato Testo Unico; RITENUTO necessario eliminare l’infrazione previa demolizione d’Ufficio; VISTI gli strumenti urbanistici vigenti in questo Comune; VISTA la legge n° 1150 del 17/8/1942 e successive modifiche ed integrazioni; VISTA la legge n° 47 del 28/2/1985; VISTA la legge urbanistica regionale n° 19 del 16/4/2002.

O R D I N A

la DEMOLIZIONE delle opere abusivamente realizzate e il successivo reintegro della muratura antecedente l’abuso edilizio con le spese d’intervento a carico del Sig. Maduli Domenico Antonio, (legale rappresentante della ditta “PUBBLIEMME srl”) nato a Vibo Valentia il 03/04/1973 e residente in Vibo Marina, alla via Traversa 2 via Stazione nr.24.

Nel rispetto della procedura di cui all’art. 41 del T.U. dell’edilizia, contenuto nel D.P.R. n° 380 del 6/6/2001, la presente ordinanza viene notificata al responsabile dell’abuso e sarà eseguita per quanto di competenza dal Dirigente del Settore 8° Ambiente e Protezione Civile (Delib.di Giunta n°38 del 12/07/2013) oggi 8° Settore Ambiente ed Edilizia Privata a seguito di valutazione tecnico economica per la quantificazione dei lavori da effettuarsi a danno, approvata dalla Giunta Municipale.

I relativi lavori dovranno essere affidati, anche a trattativa privata ove ne sussistano i presupposti, ad imprese tecnicamente e finanziariamente idonee. Il Comandante dei vigili urbani di Cosenza a richiesta, vorrà prestare l’assistenza necessaria per assicurare l’esecuzione della presente ordinanza”. 

Anche l’ormai ex sindaco Mario Occhiuto all’epoca si è tolto qualche sassolino dalla scarpa perché, tempo fa, il suo faccione (come forse qualcuno di voi ricorderà) fu cacciato via dopo poche ore da quello spazio quasi certamente per volontà indiretta di Maduli. E la decisione di “demolizione” dell’epoca faceva sicuramente parte anche della “vendetta” di Occhiuto il grande.

Successivamente, vista anche l’inchiesta sul tema della procura di Paola, abbiamo atteso invano che uscisse fuori qualcosa e che qualcuno si decidesse a buttare giù questa macchina da soldi per un personaggio ambiguo come Maduli. E visto che l’ex sindaco cazzaro di Cosenza prima ha fatto esporre qualcuno dei suoi lecchini e cortigiani, e qualche anno fa era sceso addirittura in campo per annunciare che la Corte d’Appello di Catanzaro gli aveva dato ragione, la domanda era una sola: Occhiù, se hai le palle demolisci questo “bestione” all’ingresso dell’autostrada. 

L’ultimo “avviso” risaliva a maggio 2021. Poi come tutti sanno è stato il fratello, Robertino, il piccolo Occhiuto, a fargli le scarpe per sedersi alla guida della Regione Calabria e nonostante il parassita non ami per niente Maduli, non ha fatto nessun passo avanti nella vicenda. Perché abbiamo la nettissima sensazione che ancora… le palle non gli sono spuntate! Né al grande e né al piccolo Occhiuto. E infatti il tabellone è rimasto dov’era, quasi a simboleggiare quanto sono intoccabili certi “poteri forti” che difendono l’indifendibile. O no?