Tanto tuonò che piovve. Alla fine qualcuno tra i commercianti di Viale Parco/Mancini rompe ogni indugio e ricorre al TAR Calabria contro il progetto Metro – Parco del benessere. Gravissimo il danno già procurato dal cantiere – inutilmente aperto un mese fa – alle economie degli esercenti che insistono sul versante ovest delle carreggiate.
Tra i più vessati, la stazione di rifornimento di proprietà della signora Milena Gabriele, che già subì la chiusura del viale, anni or sono, a seguito del sequestro inerente i lavori di realizzazione del viale stesso. Ieri sera abbiamo pubblicato la sua lettera integrale (http://www.iacchite.com/lettere-a-iacchite-cosenza-ecco-perche-ho-fatto-ricorso-al-tar-per-sospendere-la-chiusura-di-viale-parco/) con la quale ci ha informati che giorno 24 il Tar deciderà sulla sospensione della chiusura del Viale “ordinata” in maniera incredibile dal sindaco Occhiuto e che ha indignato la stragrande maggioranza dei cosentini, in presenza di un cantiere fantasma, dell’esplosione del traffico caotico e della crisi di molte attività commerciali.
Sono una ventina o poco più, per la precisione, gli esercizi commerciali e le attività che registrano un crollo degli incassi, dall’apertura del cantiere a oggi, che oscilla tra il 70 e il 99 per cento. Una vera e propria assurdità.
La signora Gabriele ha deciso così di interpellare il suo avvocato, il quale, mano alla tastiera, in data 4 ottobre, ha scritto il ricorso al Tar contro i provvedimenti progettuali del Comune di Cosenza e, del pari, della Regione Calabria.
Non si è fatta attendere la risposta del legale nominato dal Comune, l’avvocato Benedetto Carratelli, alias il Trombone (incarico esterno per la modica cifra di 3000 euro: speriamo servano soprattutto per l’acquisto di medicinali, ché Dio è grande), il quale si oppone al ricorso dichiarando “infondata” l’istanza della signora Gabriele. I soliti papponi che hanno la faccia esattamente come quel posto dove non batte mai il sole.
La sospensiva dei lavori permetterebbe il ripristino dei flussi veicolari e, di conseguenza, la ripresa delle attività commerciali e delle loro ormai più che vuote casse. Ciò che, francamente, è auspicabile, è che il Tar si pronunzi a favore dei commercianti con un dispositivo di sospensiva immediata dei lavori in cantiere.
Lavori che, è bene sempre ricordarlo in questa fase, non sono mai iniziati. Ciò a causa di due circostanze: intanto è andata deserta la gara per l’affidamento dei collaudi e, cosa più rilevante, la Commissione Europea sta ancora aspettando la rendicontazione del progetto completo, incluse le varianti di cui, molto probabilmente, Bruxelles non è a conoscenza.
Arma Zimeca