Covid Cosenza. All’Annunziata via libera al “caporalato” per gli infermieri

Non hanno nessuna vergogna, anzi più sono intrallazzati, inefficienti e colpevoli e più alzano il tiro. Non hanno nessun rispetto per i morti, per i pazienti e men che meno per i lavoratori e pensano solo a riempirsi le tasche e ad arricchirsi fino all’impossibile. Parliamo dei dirigenti (parola grossa) della sanità cosentina, che stanno scandalizzando tutta l’Italia per quanto sono funzionali alla massomafia e alla malapolitica e sottoponiamo all’attenzione dei nostri lettori l’ultima “perla” della commissaria dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza Isabella Mastrobuono. Eccola qui,

Non c’è bisogno di traduzione, anche se la Mastrobuono scrive in burocratese. La signora in questione fa sapere agli infermieri dell’ospedale dell’Annunziata, già messi in grave difficoltà dalla mancanza di personale e dall’emergenza Covid, che inevitabilmente va a riflettersi su tutti gli altri (ormai pochi) reparti rimasti fuori dai casini, che per i turni aggiuntivi ha deciso di aumentare la “tariffa” – bontà sua e dei suoi consigliori e padrini – a 50 euro lordi ovviamente nei reparti Covid… Ci sarebbe da sorridere se la situazione non fosse tragica. Una sorta di chiamata alle armi all’insegna dell’armiamoci e… partite… Con tanto di obolo dimostrativo! Non assumono personale, sottopongono gli infermieri a turni massacranti e adesso arrivano anche al ricatto mascherato.

Questa circolare ormai dilaga in tutto l’ospedale dell’Annunziata e ovviamente sta indignando tutto il personale infermieristico. Siamo, in sostanza, alla legalizzazione del mercato delle vacche o del pesce, fate voi, in salsa sanitaria. Ma se vogliamo dirla tutta, siamo alla legalizzazione del “caporalato sanitario”. Una vergogna che abbiamo voluto portare a conoscenza di tutta la città di Cosenza e di tutta la Calabria. Come sempre, a futura memoria.