Quella di oggi pomeriggio potrebbe essere l’ultima occasione per quella gatta morta della Stefania Covello per fare mano morta e piedino al suo Renzi.
Renzi ha convocato per oggi alle 14,30, al centro congressi di via Alibert a Roma, la direzione del partito allargandola anche ai segretari e ai parlamentari.
Matteo Renzi con molta probabilità oggi annuncerà le sue dimissioni da segretario per dare subito il via al congresso, non prima di aver individuato alcune priorità: rilanciare il PD attraverso un coinvolgimento capillare degli iscritti e che la “nuova” leadership sia legittimata da un passaggio popolare.
A contendersi la poltrona da segretario senza nessuna possibilità di vincere al momento sono: Michele Emiliano ed Enrico Rossi.
La possibilità che oggi si formalizzi una scissione del PD è sempre più concreta. La minoranza bersaniana e dalemiana da tempo ai ferri corti con i Renzi boys, gioca le sue ultime carte. Un tentativo, quello della minoranza, destinato a fallire: non c’è nessuna possibilità di ricucire, e nessuna speranza di accordo tra le parti. La situazione è logora.
Renzi forte del 40% al referendum costituzionale, che ritiene essere suo, è stato chiaro: via tutte queste mummie. L’ora della rottamazione vera è arrivata. Liberarsi della vecchia e stantia nomenklatura del PD significa per Renzi avere le mani libere per “costruire” il suo modello di partito: tutti allineati e coperti sotto le sue insegne. Senza nessuno che metta più petri i punta ad ogni cosa come è successo fino ad ora e solo per motivi di dispetto ed antipatia politica e personale.
A intervenire oggi alla resa dei conti, sono chiamati a partecipare, da Cosenza, oltre alla gatta morta della Covello, anche don Magorno, Madame Fifì, e Ferdinando Aiello. A Barbanti non lo calcolo proprio perché la sua esperienza da politico finirà al 100% con la fine di questa legislatura.
Per i quattro deputati cosentini è l’ora della verità. Da quello che succederà oggi in direzione, dipende il loro futuro.
Di Madame Fifì abbiamo già detto: si gioca la carta Emiliano, tenendosi lontana da chi parla di scissione.
La gatta morta, seppur renziana che più renziana non si può, non ha nessuna possibilità di essere rinominata. Non ha voti, non se la fila nessuno e il miracolo è difficile che si ripeta due volte. E poi perché Renzi non ne può più delle sue mano morte.
Don Magorno lo escludiamo perché potrebbe trovarsi da un momento all’altro in galera.
Ferdinando Aiello abituato a brillare di luce riflessa ha perso, come il suo sponsor Carbone, molto smalto. Se Renzi deve scegliere un “capolista bloccato”, questo non sarà certo Aiello. Male che gli va gli troveranno una collocazione in un eventuale nuovo governo Renzi o lo piazzeranno, come si fa con i trombati, in qualche cimitero degli elefanti.
Se le cose vanno per come devono andare, cari cosentini, questa è la volta buona che ci liberiamo definitivamente di questi soggetti.
Certo è che il PD locale a breve e a conti fatti, sarà chiamato a “sostituire” questa squallida deputazione.
Ed è qui che si sta consumando la guerra intestina nel PD locale, tra chi vede in tutto questo una possibilità per farsi avanti, e tra chi come Madame Fifì e compari non vuole mollare.
Il tempo stringe e molto dipende anche dalla legge elettorale con cui si andrà a votare.
Un dato fermo però resta: fin quando si scannano tra di loro… beh, lasciamo fare.