Crotone 2026. Talerico sfida Voce ma Forza Italia è già spaccata

Il Centrodestra a Crotone tra equilibri fragili e assenze strategiche
Talerico sfida Voce, ma Forza Italia è già spaccata: l’alternativa esiste, ma senza un nome rischia di restare solo un’idea

Fonte: U’Ruccularu

IL QUADRO: TRA RIPOSIZIONAMENTI E CONFUSIONI STRATEGICHE
L’intervista di Antonello Talerico, consigliere regionale di Forza Italia, fotografa alla perfezione lo stato di agitazione latente – e la confusione strategica – che accompagna l’avvicinamento alle elezioni comunali di Crotone del 2026.
Talerico si muove tra dichiarazioni programmatiche, rivendicazioni personali e slanci polemici che rivelano un dato inequivocabile: il centrodestra a Crotone non ha ancora un progetto politico coerente, né un candidato competitivo realmente in campo.
Mentre Vincenzo Voce – sindaco uscente – resta de facto il solo “candidato in pectore”, l’area moderata e destrorsa annaspa tra ambiguità, veti incrociati e corteggiamenti trasversali.
Forza Italia, secondo Talerico, dovrebbe essere la forza trainante, ma la realtà è che sulla scena locale il partito appare diviso, disperso e marginalizzato, anche da se stesso.

L’EQUILIBRISMO DI TALERICO
Il consigliere regionale si pone come figura-ponte tra territori e istituzioni, tra Crotone e Catanzaro, tra centrodestra e “pezzi del Pd”.
Ma in questa funambolica operazione di ricucitura, più che una visione unitaria, emerge una tattica attendista, una rincorsa ai voti orfani più che una proposta politica organica.
Il centrodestra, dice, “non è ancora sceso in campo”, ma al tempo stesso auspica un’alleanza che includa parti del Pd, escluda Voce, e si fondi su “una figura conciliante e popolare” (che però non c’è).
Il nome di Torromino viene fatto solo per smentirlo subito dopo.
Gli altri nomi restano nel cassetto, avvolti nella nebbia delle intenzioni.

CENTRODESTRA: TRA RETROPENSIERI E RANCORI
Sotto traccia, l’intervista rivela la frattura reale tra le componenti di Forza Italia e lo stesso Talerico, che denuncia l’assenza di coinvolgimento nelle scelte strategiche della provincia.
Il riferimento alle elezioni di Isola Capo Rizzuto – dove il centrodestra è stato asfaltato – suona come un avvertimento: senza unità e rappresentanza reale, si va a sbattere.
Il bersaglio polemico è anche Sergio Ferrari, collega di partito, descritto come distante e politicamente inerte.
Segno che la faida interna è tutt’altro che risolta, e che il centrodestra crotonese rischia di arrivare alle urne con più conti da regolare che voti da raccogliere.

LA STRATEGIA ANTI-VOCE: TRA FALLACIA E FANTASIA
L’ossessione anti-Voce si regge su un presupposto: “non è dei nostri”.
Ma questa scomunica politica si scontra con la realtà dei fatti: Voce ha governato con il sostegno implicito o esplicito di molteplici aree, comprese quelle oggi sedute al tavolo del centrodestra.
Il vero nodo è che nessuno vuole intestarsi una candidatura scomoda, ma tutti vogliono impedirne la rielezione.
Così si vagheggia una coalizione trasversale, magari con “componenti moderate del Pd”, evocando l’ennesimo esperimento centrista, già fallito altrove.
Ma se la proposta alternativa a Voce è un’aggregazione per esclusione, e non per programma, allora sarà destinata a soccombere.

SANITÀ E INFRASTRUTTURE: TRA MITO E REALTÀ
Talerico elenca traguardi e riforme della giunta Occhiuto – sanità, consorzi, ospedali, aeroporti – con enfasi da bollettino istituzionale.
Ma ammette che la percezione dei cittadini è disastrosa, con medici che fuggono, bandi deserti e atti aziendali cuciti “su misura”.
Una sanità che doveva essere il fiore all’occhiello resta, nella sostanza, un campo minato.
Stesso discorso per l’aeroporto e le grandi opere: progetti in fase di progettazione, gare ancora da avviare, promesse in attesa di cantieri.
Anche l’ospedale di Crotone – cavallo di battaglia di questa campagna pre-elettorale – non ha nemmeno un progetto esecutivo. Solo 300 milioni “a fiducia”.

IL NODO FINALE: LA GUERRA FREDDA IN FORZA ITALIA
La vera conclusione di questo quadro, però, non sta solo nelle dichiarazioni di Talerico, ma nella fotografia di un partito profondamente diviso.
Forza Italia a Crotone è oggi una casa senza bussola: da un lato chi – come Sergio Ferrari – si muove chiaramente nell’orbita di Voce, o chi – come Mario Megna – si dimentica perfino di appartenere a Forza Italia pur presiedendo il Consiglio comunale dell’amministrazione uscente. Dall’altro lato c’è Talerico, minoranza nella sua stessa area, che però può contare su rapporti solidi con Occhiuto e la struttura regionale del partito.
E poi c’è Sergio Torromino, il nome forte del centrodestra, che si tiene alla larga.
Troppo silenzioso per non essere strategico.
(A proposito: è di qualche giorno fa’ la notizia che l’autorità portuale ha concesso a Torromino uno spazio sul porto di Crotone per la sua azienda metalcarpenteria.)
La sua assenza pesa come una presenza: un endorsement passivo che a Voce fa comodo e che lascia i suoi avversari senza una vera figura guida.
In questo contesto, Talerico è l’unico vero oppositore al sindaco uscente, proprio perché non ha interesse a “capire da che parte tira il vento”.
È posizionato, è chiaro, è deciso.
Ma il suo progetto resta monco di una gamba fondamentale: un nome.
Il candidato sindaco anti-Voce non solo deve incarnare la credibilità necessaria per coalizzare centrodestra e pezzi del centrosinistra moderato, ma deve farlo in fretta.
Perché senza una figura di rottura e fiducia condivisa, l’alternativa rischia di restare solo un esercizio retorico.

CHI SARÀ L’ANTIVOCE?
La partita delle elezioni 2026 a Crotone è aperta, ma il centrodestra gioca con le carte coperte, diviso tra chi tiene il piede sul carro di Voce e chi sogna una riscossa.
Solo che, per vincere, serve un condottiero.
E per ora, sul campo, c’è solo un soldato solo al fronte.
Oggi Elisabetta Barbuto è uscita con l’ennesimo comunicato stampa in cui afferma che non ha intenzione di iniziare una guerra a suon di comunicati stampa con il sindaco. Intanto questo è l’ennesimo botta e risposta.
Il PD è ostaggio di Andrea Devona che fa da ostacolo interno ai fratelli Caiazza e Barberio.
Talerico può stare tranquillo su una cosa: almeno per la candidatura ad antivoce ha già vinto visti gli altri contendenti.
Intanto Voce continua a divertirsi e sorridere sornione….per ora.