Diventa definitiva la condanna a 12 anni ed otto mesi inflitta a Nicolò Passalacqua per l’aggressione a Davide Ferrerio. La Corte di Cassazione nella serata del 26 febbraio ha rigettato il ricorso di Passalacqua che puntava sulla riqualificazione del reato in lesioni gravissime come era accaduto nel processo collegato nei confronti della donna considerata istigatrice dell’aggressione. La suprema Corte, invece, ha ritenuto inammissibile il ricorso e così Passalacqua è stato condannato in via definitiva per il tentato omicidio di Davide Ferrerio.
Brutale pestaggio
L’aggressione di Davide Ferrerio è avvenuta l’11 agosto del 2022 in via Veneto a Crotone. All’origine di tutto c’è stato un assurdo scambio di persona causato da una incredibile serie di coincidenze. Tutto nasce da una relazione social tra una ragazza, Martina Perugino (minorenne all’epoca, oggi 19 anni) alla quale era interessato Passalacqua, ed un uomo di 32 anni, Alessandro Curto che si nascondeva sotto un profilo falso con il nome di un ex fidanzato della ragazza.
Davide Ferrerio è stato vittima del brutale pestaggio per uno scambio di persona in seguito ad una spedizione punitiva che aveva come obiettivo un uomo che infastidiva sui social la figlia della Perugino.Per questo la mamma della giovane, Anna Perugino, 42 anni (condannata in primo grado a otto anni) aveva organizzato un appuntamento per scoprire chi fosse l’uomo che si nascondeva dietro quel profilo. Insieme al compagno Andrej Gaju (assolto in primo grado), alcuni suoi parenti ed a Nicolò Passalacqua, si era recata davanti al Tribunale. Qui avevano incrociato proprio Alessandro Curto che, capito come l’appuntamento fosse una trappola, si era defilato e, dopo aver raggiunto l’auto, aveva inviato un messaggio alla ragazza nel quale diceva di avere “una camicia bianca” per depistare da lui le attenzioni. Subito dopo quel messaggio è avvenuta la tragedia. Davide Ferrerio che passava in quella zona, indossando una camicia bianca, venne scambiato per lo spasimante ed aggredito da Passalacqua. Il giovane bolognese è, purtroppo, in coma irreversibile all’ospedale di Bologna.
Gli effetti della sentenza
Passalacqua, 25 anni originario di Colleferro (Roma), era stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a venti anni di reclusione per tentato omicidio. Pena poi ridotta dalla Corte di appello a 12 anni ed otto mesi. La sentenza del luglio 2024 aveva confermato la colpevolezza di Passalacqua per tentato omicidio escludendo, però, l’aggravante della minorata difesa. Ora quella condanna è stata confermata dalla Cassazione.
Una pronuncia che chiude un filone del processo, ma che potrebbe avere conseguenze sull’altro giudizio pendente in Corte d’Appello per Anna Perugino ed Andrej Gaju atteso per il prossimo 11 marzo: la prima considerata l’istigatrice dell’aggressione ed accusata, in origine, di concorso anomalo in tentato omicidio insieme al compagno Andrej Gaiu. Nei loro confronti, però, il Tribunale di Crotone a maggio 2024 aveva riqualificato il reato di condannando a 8 anni di carcere Anna Perugino per lesioni gravissime ed assolvendo Gaju. Il collegio penale del Tribunale di Crotone aveva tenuto in considerazione la consulenza del perito del Tribunale nella quale si sosteneva che non era stato il pugno inferto da Passalacqua a causare il danno cerebrale a Davide Ferrerio, ma l’impatto sull’asfalto. L’11 marzo la Corte di Appello che ha atteso per la sentenza la pronuncia della Cassazione potrebbe riformulare la condanna tenendo conto del reato di concorso anomalo in tentato omicidio. La Procura generale ha chiesto 12 anni per Perugino e quattro anni per Gaiu.
Per Martina Perugino, all’epoca minorenne, era stata disposta la messa in prova dal Tribunale dei minori di Catanzaro, mentre per Alessandro Curto, per il quale era stato disposto il non luogo a procedere, si attende la Cassazione dopo che la sentenza di proscioglimento è stata impugnata.
Gallo: bene la Cassazione
La sentenza della corte di Appello è prevista per il prossimo 11 marzo e questa volta potrebbe tenere conto della Cassazione che, invece, ha confermato il reato di tentato omicidio.
“Sono molto contento per il risultato della Cassazione – ha detto l’avvocato Fabrizio Gallo che rappresenta la famiglia Ferrerio come parte civile – che ha stabilito definitivamente che si tratta di tentato omicidio. Soprattutto non mi spiego come il Tribunale di Crotone abbia riqualificato in lesioni gravissime il reato contestato alla mandante della spedizione punitiva mentre un altro giudice ha qualificato lo stesso reato come tentato omicidio sconfessando il perito. Qualificazione giuridica che ha retto sino in Cassazione”. Fonte: Il Crotonese