CEMENTO, DOMANDE E FALDA MARINA: LA SCIA DELLA PISCINA CONI ARRIVA FINO ALLA GUARDIA DI FINANZA
Fonte: U’Ruccularu
Dall’inchiesta “La Lanterna sul Mare” al blitz nei palazzi istituzionali: cronaca ragionata di una vicenda urbana che tocca politica, fondi pubblici e giustizia. Ma senza processi anticipati.
È iniziata come una storia di sport e riscatto urbano. Una piscina chiusa da vent’anni, pronta a rinascere sul lungomare. Ma oggi quella stessa piscina – la ex CONI – è al centro di un’attenzione crescente. Prima l’inchiesta narrativa pubblicata da U’ Ruccularu, poi l’articolo del Crotonese, infine un blitz della Guardia di Finanza e un comunicato acceso da parte della società civile.
Una linea temporale densa, che impone riflessione, attenzione e prudenza. Non solo giornalistica, ma anche democratica.
LA LANTERNA SUL MARE: QUANDO LA MEMORIA SI FA DOMANDA
Tutto parte da un racconto. O meglio, da una ferita urbana rimessa in discussione. “La Lanterna sul Mare”, l’inchiesta narrativa pubblicata da questo blog, ha ripercorso la parabola della piscina CONI di Crotone, dalle glorie del 1954 all’abbandono del 2004, fino al finanziamento PNRR da 6,2 milioni di euro ottenuto nel 2022 per realizzare una nuova struttura trasparente, moderna, sostenibile.
Ma con l’entusiasmo sono arrivate anche le domande. Ritardi nei lavori, contenziosi con privati, dubbi sulla progettazione, incertezze sulla futura gestione.
Una narrazione documentata che non ha accusato nessuno, ma ha portato alla luce le fragilità di un progetto reso simbolico dalla stessa amministrazione comunale.
IL CROTONESE: VARIANTI, COSTI IMPREVISTI E BRACCIO DI GRU SUI BAGNANTI
Pochi giorni dopo, il quotidiano Il Crotonese ha rincarato la dose.
Con un articolo intitolato “Cemento sull’arenile e varianti: la città e il Comune pagano la falda ignorata”, il giornalista Francesco Pedace ha denunciato anomalie tecniche e progettuali: acqua sotto la sabbia non prevista, costi aggiuntivi per paratie e pozzi, normative abrogate usate in fase di validazione e una gestione del cantiere che, per mesi, è sembrata abbandonata – con una gru che pende sulla testa dei bagnanti.
Le accuse? Nessuna penale. Solo domande. Proprio come quelle che si pongono i cittadini.
LA GUARDIA DI FINANZA ENTRA IN COMUNE
Il 22 luglio, il colpo di scena.
La Guardia di Finanza si presenta negli uffici del Comune di Crotone, in Provincia e a Cirò Marina. Acquisisce documenti su incarichi professionali legati ai fondi PNRR, sulla gestione della piscina CONI e su rapporti con aziende esterne.
Nessun nome di Procura viene diffuso. Nessun avviso di garanzia. Solo un’acquisizione documentale, come spesso accade in fase di accertamento preliminare.
Secondo fonti giornalistiche, il “malloppo” più consistente è stato prelevato proprio a Crotone. Ma ciò che colpisce è che l’indagine coinvolge amministrazioni alleate politicamente: il sindaco di Crotone Vincenzo Voce e il presidente della Provincia (nonché sindaco di Cirò Marina) Sergio Ferrari. Due figure vicine, ora nel cono d’ombra dello stesso fascicolo.
LA REPLICA DEL SINDACO VOCE: «SEMPRE AGITO NEL RISPETTO DELLE NORME»
A stretto giro arriva la nota del primo cittadino.
Vincenzo Voce precisa:
«In riferimento all’attività ispettiva condotta dalla Guardia di Finanza, l’Amministrazione comunale esprime la massima disponibilità alle autorità competenti. Si tratta di iniziative alle quali questa amministrazione ha sempre garantito la massima apertura e trasparenza».
E aggiunge:
«Abbiamo sempre agito nel rispetto delle norme, ponendo al centro della nostra azione i principi di legalità e servizio alla cittadinanza. Confidiamo pienamente nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, convinti che ogni verifica sia un presidio di correttezza e interesse pubblico».
Un intervento doveroso. Ma più parole di circostanza che risposte di sostanza.
MOVIMENTANDO: UNDICI DOMANDE, NESSUNA ACCUSA
Il giorno dopo il blitz, l’associazione civica Movimentando prende posizione.
Nel suo comunicato, riprende proprio l’articolo del Crotonese e pone pubblicamente undici domande: revoche di incarichi, varianti progettuali, uso di normative abrogate, mancata previsione della falda acquifera, riperimetrazione del cantiere, invasione del demanio, spese impreviste.
Non ci sono toni complottisti, né invettive. Solo richieste di trasparenza, indirizzate all’amministrazione e ai consiglieri comunali.
Domande civiche, non sentenze.
NON SI GIUDICA COL MEGAFONO
Nel volgere di una settimana, la piscina CONI è tornata al centro del dibattito cittadino.
Non più come simbolo di rinascita, ma come epicentro di una serie di domande – giornalistiche, civiche e istituzionali – che meritano risposte chiare, documentate e pubbliche.
Ma c’è un limite da non superare: quello della giustizia sommaria.
L’intervento della Guardia di Finanza non implica alcuna colpa.
Non esistono accuse, né imputazioni. Solo atti acquisiti, come previsto dalla legge. Soprattutto se si parla di PNRR e CIS. Insomma se ci sono fondi pubblici e normale che la finanza acquisisca le carte.
Per questo, U’ Ruccularu ribadisce con forza che non è il tempo dei processi mediatici, delle invettive social o dei teoremi da bar.
La magistratura deve poter lavorare con calma, rigore e imparzialità, senza che il dibattito politico o giornalistico influenzi negativamente l’accertamento dei fatti.
Strumentalizzare un accertamento amministrativo per minare un’amministrazione – qualunque essa sia – significa creare un precedente tossico in vista della prossima campagna elettorale.
Significa inquinare il terreno del confronto democratico.
Lasciamo che la verità emerga dai documenti.
Non dai sospetti.
E intanto, torniamo a fare domande.
Quelle vere. Quelle utili. Come quelle che sentiamo di rivolgere al primo cittadino.
UN INVITO AL SINDACO
E quindi, un invito rivolto direttamente al sindaco: se l’amministrazione è in buona fede, come ha dichiarato, se davvero c’è piena fiducia nella magistratura e disponibilità verso le autorità giudiziarie, allora perché non dissipare i dubbi posti dal Crotonese?
Perché non rispondere alle domande del gruppo Movimentando?
Rispondere, con documenti e parole chiare, rafforzerebbe la credibilità dell’amministrazione, raffredderebbe le polemiche e aiuterebbe il dibattito pubblico a districarsi in una vicenda che, di giorno in giorno, si arricchisce di nuovi capitoli.
Capitoli a tinte sempre più scure.
Più da romanzo giudiziario che da favola a lieto fine su una piscina storica da restituire alla collettività.









