Crotone. Corap, dipendenti salgono sul tetto per protesta: da sette mesi senza stipendio

CROTONE – Una decina di dipendenti Corap, il Consorzio regionale attività produttive, questa mattina ha inscenato una protesta salendo sul tetto della sede di Crotone, in località Passovecchio, al culmine dell’esasperazione per la mancanza di stipendio che non percepiscono ormai da sette mesi. “Siamo ormai stanchi dei rinvii e delle continue riunioni inconcludenti – dichiarano gli impiegati del Corap di Crotone – la politica intervenga subito spostando i dipendenti e le funzioni in altri enti regionali. Noi siamo pronti ad azioni eclatanti”.

La sede Corap di Crotone impiega complessivamente 16 dipendenti ma in tutta la Calabria sono 96 le unità lavorative che versano elle stesse condizioni a causa della grave difficoltà economica e finanziaria dell’ente regionale che va avanti da anni. Nato nel 2016 per volontà della Regione Calabria allora presieduta da Mario Oliverio grazie alla fusione dei consorzi industriali delle cinque province calabresi, il Corap avrebbe dovuto rilanciare lo sviluppo industriale e produttivo della regione ma non è mai decollato caricandosi, invece, di debiti.

Finché è finito commissariato e in liquidazione coatta amministrativa sulla scorta di una legge regionale del 2019, liquidazione coatta che, peraltro, nel febbraio scorso è stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta, che contesta alla Regione di aver proceduto su un settore sul quale le competenze sono del governo. Oggi il Consorzio regionale per le attività produttive, alla cui guida nelle scorse settimane il presidente della Regione Nino Pirlì ha chiamato il commissario Renato Bellofiore, ha una massa passiva pari a 52.036.988 di euro, non è in regola con i versamenti contributivi dei dipendenti per circa 3.000.000 di euro, inoltre vanno considerati 6.320.500 di euro concernenti i pignoramenti.

Proprio per questa situazione di insolvenza verso dipendenti e creditori, peraltro, il Corap non può ottenere il Durc e riscuotere i pagamenti da parte della pubblica amministrazione o delle società a partecipazione pubblica. E’ il motivo per il quale, ad esempio, il Corap di Crotone, che gestisce il depuratore industriale delle acque, non può ricevere il pagamento del servizio svolto per conto di Syndial per smaltire le acque della falda contaminata né per conto del Comune di Crotone per la rete fognaria delle contrade nord. Il Corap Crotone gestisce anche le condotte per l’acqua potabile per la città capoluogo di provincia. Servizi che ora sono a forte rischio.