Arresti domiciliari nei confronti di due persone: la 69enne Ida Sisca, già dirigente scolastica di un istituto di secondo grado del capoluogo pitagorico, e il genero Ernesto Calabretta, 40enne, titolare di un centro di formazione scolastica e universitaria, anch’esso con sede a Crotone.
Le misure cautelari sono state emesse dal Tribunale di Crotone – Ufficio G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica, diretta dal dott. Domenico Guarascio, nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza, a vario titolo, i reati di tentata concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa, peculato, corruzione, nonché rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.
Le accuse a carico dell’ex dirigente scolastica
Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura e condotte dai Carabinieri, S.I., all’epoca dei fatti dirigente scolastica, avrebbe commesso una serie di condotte illecite di diversa natura. Tra queste, un tentativo di concussione ai danni di un’impresa edile della provincia di Crotone, alla quale avrebbe chiesto di rinunciare a crediti maturati per lavori eseguiti presso l’abitazione del figlio, minacciando in caso contrario di escluderla da futuri appalti scolastici.
L’indagata è accusata anche di induzione indebita a dare o promettere utilità, per aver chiesto a un imprenditore del settore dell’arredamento – vincitore di una commessa per l’istituto scolastico – una somma di 3.500 euro, poi commutata in prestazioni gratuite come traslochi e lavori.
Emergono anche ipotesi di falsità ideologica e materiale, commesse in concorso con altri, nella gestione di bandi per educatori, con l’obiettivo di favorire determinati candidati e arrecare un danno economico alla pubblica amministrazione.
Le contestazioni comprendono anche casi di peculato, per l’appropriazione di somme di denaro relative a un viaggio d’istruzione cui avrebbe partecipato un familiare non avente diritto, e l’asportazione di beni scolastici – tra cui un tavolo da ping-pong, un calcio balilla e due poltrone – trasferiti in un magazzino privato.
Non mancano le accuse di truffa ai danni dello Stato, per aver omesso comunicazioni disciplinari che avrebbero comportato il licenziamento di un proprio congiunto assente ingiustificato, e di corruzione, per aver accettato somme di denaro in cambio della rivelazione anticipata dei quesiti del concorso scolastico “T.F.A. Sostegno”.
Infine, l’ex dirigente è indagata per concussione nei confronti di docenti commissari d’esame, che sarebbero stati costretti – dietro minaccia di revoca dell’autorizzazione all’esercizio della libera professione – a promuovere un candidato non idoneo all’esame di maturità.
Le contestazioni a carico del titolare del centro di formazione
Anche C.E., 40enne titolare di un centro di formazione, è destinatario di misura cautelare per corruzione, in concorso con un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio al momento non identificato. Secondo l’accusa, avrebbe partecipato alla ricezione e successiva rivelazione ai candidati delle risposte del test pre-selettivo del concorso “T.F.A. Sostegno” per le scuole secondarie di secondo grado. A C.E. viene inoltre contestata la frode processuale: dopo il sequestro del proprio telefono cellulare, avrebbe ottenuto una nuova scheda SIM con lo stesso numero di quella sequestrata, utilizzandola per accedere al proprio account Telegram e cancellare alcune conversazioni.









