Crotone-Cosenza come un playout. Il compleanno di Gargamella e la differenza con Vrenna

Per un curioso scherzo del destino Eugenio Guarascio è nato il 24 febbraio del 1954. Quarant’anni e un giorno prima, il 23 febbraio 1914, gli storici avevano ricostruito la prima partita “ufficiale” della Fortitudo Cosenza e quindi l’inizio del calcio nella Città dei Bruzi. Ma neanche questo “particolare” di vicinanza è servito per far diventare più dolce e malleabile il terribile Gargamella. Otto anni fa, quando il Cosenza Calcio festeggiava la giornata irripetibile del Centenario lui, il nemico giurato dei puffi, non ha scucito neanche un centesimo per regalare alla tifoseria un minimo di festa ai suoi “sudditi”. Niente di niente, perché – come dice spesso del resto – quando andrà via non dovrà lasciare nulla ad una tifoseria che giustamente lo dipinge per quello che è: un pezzente arricchito. 

Oggi il Cosenza Calcio compie 108 anni e domani Gargamella ne compie 68 (portati malissimo) e la ricorrenza arriva proprio in una giornata cruciale: quella del derby contro il Crotone allo stadio Ezio Scida, che è molto più di uno spareggio per la salvezza, praticamente un playout anticipato. Volete sapere qual è la differenza tra Crotone e Cosenza, calcisticamente parlando? Il Crotone ha la fortuna di avere un patron, Gianni Vrenna, che non solo è crotonese ma è tifoso della sua squadra, l’ha portata addirittura in Serie A coronando un sogno che fino a una decina d’anni prima era solo utopia e ha sempre e comunque il rispetto dei tifosi, anche se qualche volta sbaglia le scelte per la campagna acquisti. Un legame che va avanti ormai dall’alba degli anni Novanta e che ha superato tante difficoltà.

A Cosenza invece la stragrande maggioranza della tifoseria non vuole più Guarascio, che viene tenuto a galla soltanto da una ristretta cerchia di giornalisti prezzolati e di “tifosi” dediti al lecchinaggio. Ormai tutti sanno che esiste una cordata di imprenditori che gli ha formulato una proposta ufficiale per rilevare la società e Gargamella fa finta di niente, nella speranza che avvenga un altro miracolo che salvi il Vecchio Lupo dal baratro. Una campagna acquisti ancora una volta fallimentare, un direttore sportivo senza coglioni, tre allenatori a busta paga e una squadra di mercenari e smidollati. Questo, in estrema sintesi, lo stato delle cose.

Stasera a Crotone si sfideranno due modi completamente diversi di intendere il calcio e il rapporto con la tifoseria. Nessuno di noi ha la palla di vetro per sapere come andrà a finire ma ognuno di noi sa bene che i Vrenna saranno ricordati per sempre a Crotone per quello che sono riusciti a fare mentre Gyarascio – comunque vada a finire questa stagione – sarà stramaledetto per sempre per la sua miseria umana e la sua pochezza intellettuale e culturale. Del resto, pezzenti si nasce e chi ha la sventura di avere a che fare con gente del genere può solo avvelenarsi l’esistenza. Ma tutto – prima o poi – ha una fine, e presto Eugenio Guarascio sarà soltanto uno sbiadito e vomitevole ricordo.