Crotone, falso sito per la vendita del pellet: concluse le indagini su quattro crotonesi
Con l’inverno alle porte e il prezzo del pellet alle stelle a causa del conflitto russo-ucraino, molti italiani, nell’autunno del 2022, si affidarono al web per acquistare il combustibile a prezzi più accessibili. Un contesto perfetto, purtroppo, per i truffatori.
È proprio in quei giorni — tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre 2022 — che si è consumata una serie di raggiri online messi in atto, secondo le indagini della Procura della Repubblica di Crotone, da quattro cittadini crotonesi. I quattro sono ora formalmente indagati per ventisei episodi di truffa, commessi in appena dieci giorni, per un danno economico complessivo che sfiora i 20.000 euro.
L’indagine è stata condotta dalla Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Crotone, che ha avviato autonomamente gli accertamenti dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini truffati. Il lavoro degli investigatori, durato quasi tre anni, ha portato all’identificazione dei presunti responsabili e alla ricostruzione minuziosa delle modalità con cui agivano.
Secondo quanto ricostruito, i quattro avrebbero creato quattro siti web falsi, tutti apparentemente professionali e ben realizzati, in cui veniva messo in vendita pellet di qualità a prezzi molto competitivi rispetto a quelli di mercato. I siti erano pubblicizzati con campagne mirate sui social network, attirando così decine di acquirenti da tutta Italia.
Una volta effettuato l’ordine e il pagamento, tuttavia, il materiale acquistato non veniva mai consegnato, e i contatti risultavano presto irraggiungibili. Le indagini hanno seguito le tracce informatiche e finanziarie lasciate dai truffatori, permettendo di collegare ogni singola transazione agli indagati.
La Procura di Crotone, diretta dal dott. Guarascio, ha formalmente chiuso le indagini. Resta ora da verificare, nel corso del processo, l’effettiva responsabilità degli indagati, che restano presunti innocenti fino a sentenza definitiva, secondo quanto previsto dalla legge.
Il caso è emblematico dei rischi che si corrono nell’affidarsi a canali non verificati per gli acquisti online, soprattutto in periodi di forte instabilità economica ed energetica.









