Crotone. Ferrari è il vicerè jonico, Voce prepara il bis, il centrosinistra scompare

ELEZIONI REGIONALI A CROTONE E PROVINCIA
Ferrari sprinta fino a Reggio e Voce scalda i motori per il 2026
Occhiuto trascina, Tridico riflette, il centrosinistra scompare.
La provincia jonica premia l’organizzazione, non l’idea.
A vincere non è la politica, ma il meccanismo perfetto del consenso.

Fonte: U’Ruccularu

IL VOTO E L’ASTENSIONE: IL SILENZIO È LA VERA MAGGIORANZA
Affluenza in lieve crescita, dicono. Dal 39,6% al 41,09% in provincia, con un balzo del 5,5% nel capoluogo (dal 37,84 al 43,34%). Ma è un’illusione ottica.
In Calabria, quando si parla di “aumento della partecipazione”, si intende che c’è stato un autobus in meno per il Nord.
Chi è rimasto, ha votato per abitudine o per riconoscenza. Gli altri, la metà invisibile della regione, hanno votato con i piedi.
In una terra dove ogni stagione elettorale coincide con una stagione di partenze, l’astensione non è disinteresse: è l’unica forma di opposizione rimasta.

OCCHIUTO: IL PRESIDENTE E IL SUO SPECCHIO
Roberto Occhiuto trionfa con il 65% nel Crotonese e il 64,5% nel capoluogo. Si dice orgoglioso dei calabresi e parla di “maturità del popolo” e di “impegno ripagato”.
Si presenta come il presidente che ha “fatto più lui in quattro anni che i suoi predecessori in decenni”.
Dimentica solo un dettaglio: la Calabria è la stessa di quattro anni fa, ma con più spot.
Nel suo ritorno alla Cittadella annuncia la fine del commissariamento della sanità e una giunta “tutta politica”.
Tradotto: un manuale di sopravvivenza per fedelissimi e aspiranti assessori.
> “Non ho la bacchetta magica”, ha detto.
Vero. Ma in Calabria, il trucco è far credere che la magia funzioni.

TRIDICO: L’IDEALE CHE NON TROVA LAVORO
Pasquale Tridico, con voce pacata e onesta, riconosce la sconfitta e riflette sull’astensione: “Pensavamo di riportare al voto chi aveva smesso di crederci, ma non ci siamo riusciti”.
Parla di sviluppo pubblico, lavoro stabile, politiche industriali. Ma la Calabria non ascolta più chi propone: applaude chi promette.
Tridico rappresentava la buona fede, ma in questa terra la buona fede non paga i conti.
> “Serve mostrare che la politica può cambiare le cose”, ha detto.
Peccato che qui la politica cambia solo chi la fa.

IL RITORNO ALLA CITTADELLA E LA MACCHINA DEL POTERE
Il giorno dopo la vittoria, Occhiuto torna alla Cittadella come un CEO che rientra nel suo attico aziendale.
Promette riforme, ringrazia la coalizione e prepara la nuova giunta.
Forza Italia è il primo partito in Calabria (oltre 230 mila voti), la lista “Occhiuto Presidente” ne raccoglie altri 94 mila.
Venti seggi al centrodestra, nove al centrosinistra.
Un dominio matematico, costruito su un consenso piramidale dove ogni provincia ha il suo barone.
E il barone di Crotone ha un nome preciso.

SERGIO FERRARI: IL VICERÉ JONICO
Con 12.134 voti personali, di cui 10.790 in provincia, Sergio Ferrari – sindaco di Cirò Marina e presidente della Provincia – diventa l’unico consigliere regionale crotonese.
A Cirò supera il 67%. A Crotone conquista 2.746 voti, spinto da una macchina elettorale che sa dove bussare e quando ringraziare.
Forza Italia vola: 27% in provincia, 20,5% nel capoluogo.
Nel 2021 era al 15%.
Il resto della coalizione cresce a ruota, ma l’effetto Ferrari è il carburante che muove tutto.
> “Ora lavoriamo per una Calabria sempre più straordinaria e un territorio crotonese sempre più protagonista”, scrive sui social.
In realtà, il territorio protagonista è uno solo: Cirò Marina. E il resto della provincia guarda da bordo pista.

IL PATTO OCCHIUTO–VOCE E LA SCISSIONE AZZURRA
Il successo azzurro non nasce da un miracolo ma da un accordo.
Ferrari e Occhiuto si assicurano il sostegno del sindaco Vincenzo Voce, che durante la campagna si spende apertamente per loro.
In cambio – si mormora – riceverà l’appoggio per la sua ricandidatura nel 2026.
Un patto d’acciaio che spiega la crescita forzista nel capoluogo.
E mentre Voce arringa i cittadini al fianco di chi un tempo criticava, l’ex coordinatore Sergio Torromino abbandona il partito e porta la sua squadra in “Noi Moderati”, dove conquista 13,8% in città e 11,5% in provincia.
Due linee parallele del potere locale, destinate a incontrarsi solo nel salotto buono di qualche conferenza stampa pre-elettorale.
> “Voce non ha tradito nessuno. Ha solo capito che in Calabria è meglio cambiare squadra che perdere la panchina.”

IL CENTROSINISTRA: UNA PRESENZA STATISTICA
Nel campo progressista, i numeri parlano da soli.
Il PD crolla all’8% a Crotone e resta all’11% in provincia.
I 5 Stelle diventano il primo partito di sinistra nel capoluogo (12%), ma perdono tre punti in provincia.
La lista “Tridico Presidente” si ferma al 6%.
Casa Riformista e AVS oscillano tra l’irrilevanza e la sopravvivenza.
È il ritratto di un’opposizione che non comunica, non convince e non cammina.
> “Il campo largo si è ristretto fino a diventare un’aiuola. E nessuno si è ricordato di innaffiarla.”

CROTONE COME SPECCHIO DELLA CALABRIA
Nel Crotonese, la politica resta un meccanismo perfettamente oliato: Forza Italia distribuisce consenso, Voce garantisce appoggio, Torromino prepara la contromossa, e il centrosinistra osserva, sperando che l’astensione faccia il lavoro al posto suo.
Ma la vera domanda resta: chi rappresenta davvero questa provincia?
Chi parla per chi non vota, per chi parte, per chi non crede più?
> “A Crotone, come in tutta la Calabria, il voto è un riflesso condizionato.
Ogni cinque anni il potere chiede fiducia e la gente risponde con un applauso stanco.
Poi si torna a emigrare, a cercare lavoro, a parlare di speranza.
Fino al prossimo manifesto.”