Non è un aiuto capace di risolvere i drammi economici che in questo momento storico purtroppo vivono tante piccole attività, le quali sotto la scure della pandemia si ritrovano sull’orlo del baratro, ma un incoraggiamento si, un modo per dire loro “resisti, puoi farcela, rialzati!”.
Ha questo scopo il bando per l’assegnazione di sussidi a piccole e piccolissime attività della fondazione “Specchio d’Italia”. Un obiettivo, però, solo iniziale, che potrebbe essere il preludio – attraverso il sostegno e la collaborazione con piccole realtà attive nel sociale – ad una proficua collaborazione a sostegno del territorio.
Si tratta dell’erogazione di duemila euro per 50 piccole imprese della città, a fondo perduto, per un totale di 100mila euro, un’iniziativa attraverso la quale sono state già aiutate in 7 città – Torino, Cuneo, Venezia, Trieste, Bari, Sassari e Palermo – 875 aziende italiane, dove le domande per la partecipazione al bando sono arrivate a migliaia.
A Crotone, dove il bando scade il prossimo 2 marzo, sono già arrivate oltre 30 domande. Per partecipare occorre solo compilare il modulo on line presente sul sito (bando.specchioditalia.org), corredandolo della dichiarazione dei redditi dell’anno 2020, della visura ordinaria del registro delle imprese presso la Camera di commercio e di una piccola relazione in cui si esplicitano le ragioni per le quali si richiede tale sostegno.
Poi in pochi giorni la giuria esaminerà le domande pervenute e sceglierà i vincitori, che saranno avvisati dall’11 marzo 2022 in avanti. Ne saranno premiati 50, grazie alle donazioni già pervenute (ma la raccolta fondi continua) e ogni centesimo servirà per aumentare il numero degli assegni disponibili. Gli aiuti saranno erogati entro un mese dal lancio dell’iniziativa, perché chi si trova in vera difficoltà non può aspettare e Specchio d’Italia lo sa bene.
Il bando si può trovare sulle pagine de il Crotonese che trovate in edicola.
La fondazione ha scelto appositamente una strada semplice per gli aspiranti, evitando di scoraggiare la partecipazione mentre si sarebbero persi nei meandri della burocrazia. Certamente saranno eseguite delle verifiche, ma senza appesantire la prassi, che punta ad offrire un sostegno immediato, finalizzato appunto a scongiurare effetti letali della pandemia sull’economia.
A sondare il terreno, ci sono stati negli ultimi giorni a Crotone il vice presidente operativo della fondazione, Angelo Conti, accompagnato da Marta Versaci della stessa fondazione.
Specchio d’Italia è una realtà, nata due anni fa, vicina alla fondazione Agnelli e al gruppo Gedi (proprietario de La stampa, Repubblica ed altre realtà editoriali), quindi ben radicata in Piemonte e soprattutto nella città di Torino. Una fondazione che punta ad essere un collante solidale tra le realtà editoriali dei territori e le città. La sede è a Milano, ma le iniziative toccano tutta Italia. Oltre alle attività promosse nelle grandi città, però è stato deciso di puntare l’obiettivo anche su due realtà più piccole e una di queste è proprio Crotone.
“Siamo arrivati a Crotone la prima volta a novembre – spiega Conti – senza conoscerne la realtà ed abbiamo quindi iniziato la nostra attività di scouting. Ci siamo così avvicinati alla cooperativa Shalom, che si occupa di disabilità ed abbiamo sostenuto attraverso un contributo di 10.000 euro l’acquisto di un pulmino la loro attività a sostegno degli anziani. Siamo alla ricerca di piccole realtà che lavorano in zone periferiche per sostenerne il percorso e la crescita, è su questo che vorremmo indirizzare le donazioni della fondazione”.
Tra i progetti più riusciti della fondazione ci sono “Forza nonni”, a sostegno della terza età; “Forza mamme”, iniziativa per mamme sole che solo a Torino sostiene 100 madri e che di recente è approdata anche a Palermo, dove sono sostenute 15 donne; “Forza ragazzi”, un progetto di contrasto alla dispersione scolastica, già replicato a Milano, Roma, Genova, Sant’Arcangelo e Bari.
La fondazione, infatti, potrebbe sostenere la città di Crotone nella partecipazione ai bandi previsti dal Pnrr, nella realizzazione di progetti a sostegno del sociale. L’ambizione sarebbe quella di partecipare come ente capo fila, soprattutto per bandi a sostegno del contrasto alla dispersione scolastica, ma comunque a sostegno della rete di cooperative già presenti nel territorio. La partecipazione ai bandi, però, rappresenta solo un pezzo dell’attività della fondazione Specchio d’Italia, che finanzia la maggior parte delle attività con fondi propri, ovvero i proventi delle donazioni ricevute. “Durante la pandemia – ha spiegato Marta Versaci – sono stati raccolti ben 11 milioni di euro, si tratta prevalentemente di donazioni fatte da piemontesi, ma non solo, sono arrivate donazioni anche da 78 nazioni estere”.
La portata delle donazioni fa ben comprendere quanto la fondazione sia ritenuta affidabile e quanto sia ben radicata. Non potrebbe essere diversamente, considerato che solo a Torino la fondazione ha uno Specchio Point attraverso il quale ogni giorno si aiutano 12 famiglie (ciascuna per una volta all’anno), con un contributo economico di 250 euro. Il servizio ha erogato in un anno 750mila euro.
“Sappiamo bene – spiega Conti – che 250 euro non bastano a sollevarsi, ma in alcuni momenti potrebbero essere la spinta per resistere, per evitare uno sfratto, molte volte le famiglie per questioni di tempo soccombono… E’ la stessa logica dell’aiuto alle piccole imprese, non siamo così ingenui da illuderci che 2mila euro abbiano un impatto economico su un’attività, però siamo concreti al punto da avere la consapevolezza che possono servire. Chi ci scrive partecipando al bando, per esempio, ci dice che in questo momento avrebbe bisogno di quei 2mila euro per pagare delle bollette, delle tasse… un’attività senza corrente chiude, ma se resiste può avere un’opportunità in più nel frattempo che passi questo momento nero causato dalla pandemia”.
Ma come è apparsa questa città a chi è arrivato con lo scopo di conoscerla e investire su di essa attraverso le donazioni di una fondazione? “Certamente come una città sofferente – ha detto Conti – dal punto di vista economico-sociale e soprattutto da quello infrastrutturale e dei trasporti, però abbiamo colto anche delle belle potenzialità: come nelle città più sofferenti il terzo settore è molto vivace, a conferma del fatto che chi decide di restare ha voglia di impegnarsi. Crediamo che qui valga la pena investire delle risorse nostre, con la partecipazione ai bandi, trovando le giuste collaborazioni, ovviamente potremmo averne ancora di più”.