Fuga da Forza Italia a Crotone: dopo Torromino si sfilano Manica, Fiorino, Pedace e Tesoriere. Il centrodestra si ricompone… ma a pezzi
Fonte: U’Ruccularu
DAL “NO” A VOCE ALL’ESODO AZZURRO
Nel giro di poche ore la crisi azzurra a Crotone è diventata un esodo. Dopo le dimissioni irrevocabili di Sergio Torromino da coordinatore provinciale di Forza Italia, anche il capogruppo Antonio Manica e i dirigenti Giuseppe Fiorino, Enrico Pedace e Andrea Tesoriere hanno annunciato l’uscita dal partito. In Consiglio comunale restano solo Alessia Lerose e Fabio Manica.
Sul fondo, lo strappo politico consumato attorno all’asse Voce–Ferrari–Occhiuto e alla linea – percepita come calata dall’alto – di un appoggio a Vincenzo Voce alle comunali 2026.
IL COMUNICATO DEI QUATTRO
“Prendiamo atto della sofferta decisione assunta dall’On.le Sergio Torromino, la condividiamo a pieno e, nel confermargli la nostra stima, ci dichiariamo sin da ora disponibili a sostenerlo in ogni iniziativa politica che vorrà intraprendere all’interno del centrodestra essendo, anche per noi, definitivamente terminata l’avventura politica in Forza Italia.”
CHE COSA C’È IN GIOCO PER VOCE
Per il sindaco uscente, la perdita di un pezzo consistente dell’area azzurra significa minor cuscinetto nel centrodestra e più incertezza sulle alleanze. La reazione social di Voce – orgogliosa ma nervosa – prova a ricompattare i suoi, ma lo scenario non è più quello di qualche mese fa: oggi l’eventuale sfidante del centrodestra potrebbe avere una base diversa e più motivata.
DIMISSIONI IN FI, COSÌ L’AREA TORROMINO PROVA A RICOSTRUIRE IL CENTRODESTRA
La “corazzata” azzurra perde pezzi elettoralmente pesanti: Manica (già candidato sindaco e capogruppo), Fiorino (ex vicepresidente della Provincia), Pedace (storico “mister 1.000 voti”) e Tesoriere. Non c’è – per ora – passaggio automatico in un altro partito: lo schema che prende forma è un cantiere politico guidato da Torromino, con simpatia per “Noi Moderati” ma senza “salti della quaglia”. L’opzione sul tavolo è un progetto civico di centrodestra capace di dialogare con i partiti.
In parallelo, resta la frizione di fondo: l’area Torromino contesta l’idea – attribuita ai vertici regionali – di sostenere Voce senza un vero confronto territoriale. Torromino, in passato, aveva posto una condizione: appoggio possibile solo con Voce candidato sotto il simbolo di FI, abbandonando la veste civica. Condizione mai accettata dal sindaco.
Lo sbocco più probabile? Asse con Fratelli d’Italia e messa in moto della macchina elettorale di centrodestra su un candidato unitario. Nelle ipotesi circolanti, il nome è lo stesso Torromino, che – raccontano i suoi – avrebbe sciolto le ultime riserve. Se il puzzle si chiude, la primavera 2026 promette “elezioni vere”: più contendenti con chance di ballottaggio e un centrodestra riorganizzato, ma non per questo automaticamente unito.
RICOSTRUZIONE SÌ, UNITÀ NO (PER ORA)
Centrodestra fragile: l’uscita di Torromino e dei quattro consuma una spaccatura reale. Può nascere un polo alternativo a Voce, ma Forza Italia è di fatto divisa e le altre forze non hanno ancora formalizzato una linea univoca.
Occhiuto sullo sfondo: il rapporto personale di Torromino con il presidente regionale resta buono, ma tra indagine, dimissioni e campagna del governatore lo spazio di manovra locale è turbolento.
Voce in salita: senza una parte del centrodestra al seguito, il sindaco perde un pezzo della narrazione “trasversale” e deve fare i conti con l’immagine di isolamento crescente.
La variabile civica: se nasce un contenitore civico di centrodestra, potrà intercettare voto d’opinione e reti personali, elemento decisivo in una città dove i simboli valgono meno dei pacchetti di consenso.
COSA ASPETTARSI NEI PROSSIMI 60 GIORNI
Candidato unitario del centrodestra: se il nome esce (e regge), cambia il baricentro della corsa.
Collante con FdI e “Noi Moderati”: accordo politico e liste coerenti, senza doppie trincee.
Risposta del campo Voce: ampliamento dell’area civica o ricalibrazione delle alleanze.
Calendario giudiziario & amministrativo: ogni scossone (finanza, atti, PSC) pesa sulla percezione.
In ogni caso la mossa di Torromino apre ad una serie di reazioni che di fatto sanciscono l’inizio ufficiale della campagna elettorale. Passato Ferragosto il prossimo step sono le regionali di Ottobre che saranno una prova tecnica per sondare probabili alleanze e pacchetti di voti, poi si passerà alla partita vera e propria. Anche perché tutti aspettano di capire se dovranno ancora vedersela con Occhiuto o se ci sarà un nuovo inquilino a palazzo Campanella.









