Crotone. I dipendenti di Autolinee Romano in agitazione: domani sciopero di 24 ore

Il vento di protesta non si placa alle Autolinee Romano, l’equilibrio tra azienda e lavoratori sembra essere sempre più labile: ancora uno sciopero, 24 ore di sospensione del servizio, garantendo ovviamente le fasce orarie imposte per un servizio pubblico essenziale qual è il trasporto pubblico (dalle 5.00 alle 8.00 e dalle 18.00 alle 21.00), nella giornata di domani, martedì 6 giugno. Ad indire lo sciopero sono Filt-Cgil, Untratrasporti e Faisa-Cisal, che annunciano di estendere la protesta ad oltranza se, come finora, l’azienda non aprirà un varco nel muro di ostilità innalzato sui lavoratori, per lasciar spazio al dialogo e alla trattazione.

Si tratta del terzo sciopero in pochissimo tempo (la prima astensione dal lavoro si è verificata il 17 aprile scorso e la seconda il 12 maggio).

Ecco le ragioni che inducono i lavoratori a protestare: mancato pagamento del 50% della retribuzione del mese di febbraio; pagamento disagiata sede; mancato pagamento del 100% della tranche una tantum; equa distribuzione dei turni e carico di lavoro; mancato rispetto della legge 561/1990; assegnazione al personale viaggiante delle linee regionali; mancato versamento della contribuzione al fondo Tpl; mancata sicurezza nella viabilità, fermate, mezzi, manovre, piazzale, autostazione ed agibilità locali; mancato riconoscimento del premio di risultato; mancata fornitura della massa vestiaria; turnazione residenza lavorativa a Crotone; mancato rispetto del secondo accordo livello “rifornimento mezzi”; indennità ferie anni precedenti come da ultimo Contratto collettivo nazionale.

“Rispetto a tutte queste questioni – spiega Pino Peluso, legale di Filt- Cgil – l’azienda si ostina a dichiarare di non avere la capacità economica per risponderne. Una posizione che non riconosce la minima possibilità di dialogo e trattazione. Il contratto di lavoro, in pratica è rispettato solo in parte. Per quanto ci riguarda, per tanto, la nostra è una protesta che non intende placarsi. Lo abbiamo riferito in una nota anche all’assessore regionale ai Trasporti, ribadendo che nonostante i nostri tentativi di mediazione e disponibilità al dialogo dall’altra parte incontriamo solo chiusura, sebbene il neo presidente dell’azienda, Dino Romano, abbia fatto sapere che le altre due sigle sindacali, Cisl e Ugl, hanno inteso sospendere la protesta in conseguenza della disponibilità al dialogo. La verità è che questa disponibilità non trova riscontro nei fatti, almeno per quanto ci riguarda non siamo mai stati invitati a discutere ad un tavolo e continuiamo ad essere destinatari di un atteggiamento antisindacale”.

Alla fine di ogni sciopero, fa rilevare Peluso, solitamente si apre un tavolo che conduce ad accordi sindacali, “noi – chiarisce – assistiamo solo ad un rifiuto completo”.

Secondo le organizzazioni sindacali in mobilitazione il problema più pressante che vivono quotidianamente i lavoratori attiene alla sicurezza “non sono segnate nemmeno le fermate con paline di sicurezza, ad ogni fermata la responsabilità ricade sugli autisti lavoratori, che non dovrebbero nemmeno fermarsi per non incorrere in eventuali rischi. Ma non è tutto: gli autisti superano nel servizio interprovinciale il monte ore di lavoro stabilito dalla legge, non c’è equa distribuzione del carico di lavoro, ma semplicemente favoritismi a chi non manifesta”.

A scioperare saranno, secondo le previsioni, oltre 200 lavoratori, almeno il 40% dell’azienda.

“La cosa fondamentale che chiediamo con questo sciopero – ribadisce Peluso – è ascolto: al momento non si intravede questa disponibilità. Ci aspettiamo un cambio di rotta dai vertici della Romano, in caso contrario facciamo presente di essere pronti ad andare avanti con gli scioperi ad oltranza”.

I sindacati avvisano che  “il datore di lavoro e chiunque possa averne interesse, a norma di Legge, saranno tempestivamente perseguiti eventuali comportamenti intesi a limitare, in qualunque modo e/o misura, l’esercizio della libertà di sciopero, ovvero a dar luogo, in difformità alla Legge, alla sostituzione del personale in sciopero e/o, ancora, all’apporto di modifiche all’ordinario programma di esercizio dirette a comprimere, anche solo parzialmente, l’esercizio del diritto di sciopero”.