Crotone, i sindaci bocciano l’atto aziendale dell’Asp

Bocciato l’atto aziendale e richiesta di un incontro urgente con il commissario straordinario Longo a tutela della salute nel territorio crotonese.

E’ quanto emerso dalla Conferenza dei Sindaci della provincia di Crotone che si è tenuta ieri sera, in videoconferenza, che ha avuto come unico punto all’ordine del giorno l’atto aziendale dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Bocciatura senza appello attestata in un documento dove i sindaci hanno evidenziato una serie di rilievi che hanno inviato al commissario Longo, al presidente della Regione Spirlì e al commissario dell’Azienda Sanitaria di Crotone Sperlì.

Nel documento i sindaci evidenziano innanzitutto una mancata concertazione da parte del commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale Sperlì su un atto fondamentale che deve rispondere ai reali bisogni dell’utenza e alle esigenze ospedaliere e territoriali. I sindaci lamentano di non aver potuto, in assenza di concertazione, contribuire a definire i piani programmatici, nonostante la normativa in materia lo preveda.

Un atto che, tra l’altro, rilevano i sindaci è stato modificato il 18 aprile, rispetto alla prima versione pubblicata in precedenza l’8 aprile. Non si tiene conto, affermano i sindaci, del reale bacino d’utenza che imporrebbe un potenziamento del presidio ospedaliero e dei presidi territoriali.

Più nello specifico i sindaci rilevano che per quanto attiene le unità operative complesse e semplici se ne registrano due operative complesse in meno in violazione agli standard previsti dal Patto della Salute. Risultano poi soppresse quattro unità operative ospedaliere semplici (Medicina, Ortopedia, Ostetricia e Pediatria).

Nulla è stato previsto per potenziare servizi e reparti con personale medico ed infermieristico che hanno un elevato afflusso giornaliero di pazienti come Oncologia e Diabetologia.

Tra le unità operative complesse compare quella di Urologia che mal si concilia al principio di non duplicazione delle funzioni tra pubblico e privato. Tra l’altro la scelta di una unità di questo genere presupporrebbe l’esistenza di locali, di personale medico e infermieristico ad oggi non presente.

Risultano soppressi otto posti di one – day – surgery fondamentali per gli accessi chirurgici finalizzati ad interventi che impongono un monitoraggio post operatorio o che richiedono prestazioni di urgenza.

L’attuale servizio Suem 118 con le cinque postazioni di Emergenza Territoriali non riesce a coprire e garantire in tempi utili l’adeguata copertura in un territorio, come quello provinciale, dove esistono zone disagiate e difficilmente raggiungibili. Andrebbero riconsiderati e ricollocati i servizi CUP e URP che svolgono una delicata funzione di coordinamento e di gestione delle agende specialistiche ambulatoriali e territoriali.

Non di minore importanza appare l’assenza di uno schema sinottico del personale in grado di evidenziare le carenze di personale che andrebbe incrementato.

Non è stato previsto nulla per le esigenze assistenziali su ambiti territoriali ad elevato afflusso turistico che necessitano di guardie mediche stagionali a copertura del fabbisogno di assistenza sanitaria.

Non si comprende come possano mantenersi i livelli assistenziali minimi se per la Pediatria non è più presente la guardia medica attiva notturna e sono state soppresse una serie di reperibilità soprattutto in ambito chirurgico.

Poco valorizzato nell’atto aziendale il ruolo del consultorio familiare. Per poter svolgere il suo importante compito il consultorio deve essere inquadrato come una struttura autonoma, come una unità operativa semplice.

Questi sono soltanto alcuni dei rilievi che i sindaci, dopo attenta analisi, hanno evidenziato sull’atto aziendale. Motivo per il quale hanno redatto il documento che sarà inviato al commissario Longo e al presidente della Regione chiedendo nel contempo un incontro prima che l’atto aziendale venga definitamente approvato.