L’audizione della commissione sulle ecomafie a Palazzo San Macuto, a Roma, si è svolta in un clima di forte tensione e segretezza. Il commissario straordinario per la bonifica del sito industriale di Crotone, Errigo, ha fornito dettagli inquietanti sulla gestione dei rifiuti tossici e sulle difficoltà della bonifica, provocando un’immediata reazione da parte dei presenti. La seduta, durata complessivamente 90 minuti, si è svolta per soli 20 minuti in modalità pubblica, mentre il resto è stato secretato.
Il momento decisivo è arrivato quando Errigo ha menzionato la discarica di Barricalla, a Torino, come possibile destinazione per lo smaltimento dei rifiuti tossici di Crotone. Tuttavia, ha anche citato un’altra possibilità, ovvero la discarica Sovreco, gestita da soggetti “molto attenzionati dall’autorità giudiziaria”.
Questa affermazione ha provocato un brusco cambio di tono nella commissione, portando il presidente a richiedere che il resto dell’audizione si svolgesse a porte chiuse. Da quel momento in poi, il dibattito è proseguito nella massima segretezza, impedendo al pubblico e ai media di conoscere ulteriori dettagli.
Nella parte pubblica della seduta, Errigo ha ricostruito la storia della contaminazione ambientale a Crotone, risalendo agli anni Novanta, quando si è cominciato a prendere coscienza della gravità dell’inquinamento nel sito industriale. Ha descritto le difficoltà incontrate nella bonifica, sia per questioni tecniche che per ostacoli burocratici e amministrativi. Inoltre, ha accennato ai crimini ambientali che hanno colpito il territorio, sia sulla terraferma che nei fondali marini, sottolineando come la situazione richieda un intervento deciso da parte del ministero competente. Uno dei problemi principali emersi riguarda il trasporto dei rifiuti tossici fino a Torino. Sebbene la Regione abbia dato l’autorizzazione, rimangono questioni logistiche e normative che complicano il processo.
Ancora più critico, secondo Errigo, sarebbe affidare la bonifica a chi, sul posto, è oggetto di indagini da parte della magistratura. Questo elemento solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’effettiva capacità di alcuni operatori di gestire in modo corretto e sicuro i rifiuti pericolosi. La decisione di secretare gran parte dell’audizione lascia aperti molti interrogativi. Perché Errigo ha scelto proprio quella sede per fare rivelazioni così pesanti? È stato indotto a parlare o ha deciso di farlo di sua iniziativa? Chi ha ascoltato i successivi 70 minuti di discussione conosce probabilmente dettagli che potrebbero cambiare il corso delle operazioni di bonifica e, forse, anche delle indagini in corso. L’unica certezza emersa dalla seduta è che la bonifica del sito industriale di Crotone rimane una questione complessa, non solo dal punto di vista ambientale e tecnico, ma anche per i potenziali intrecci con dinamiche giudiziarie e criminali. Il futuro della gestione dei rifiuti tossici in quella zona dipenderà dalle decisioni che il ministero sarà chiamato a prendere, con il peso di un passato di inquinamento e malagestione che ancora oggi grava pesantemente sul territorio.