di Antonella Policastrese
Come preannunciato, il lockdown, a causa dello show di Capodanno, del centro della città di Crotone è iniziato giorno 11 dicembre per terminare il 6 di gennaio 2024. E mentre si lavora alacremente per addobbare la città per la festa, ci si accinge a conciarla per le feste a causa di chiusure, divieti e coprifuochi proprio nel periodo più intenso dell’anno, che è quello natalizio.
Non era mai successo nulla di simile, seppure Crotone e dintorni abbiano ospitato eventi, anche televisivi, importanti e partecipati; dal Cantagiro al Giro d’Italia, dal passaggio della fiaccola olimpica a Giochi senza frontiere. Ma non c’è mai stato tutto questo casino che si è scatenato per dover ospitare il programma “L’anno che verrà” esattamente nel cuore pulsante della città e proprio sotto le feste. Dicono che farà bene al turismo, che è una vetrina mondiale nella quale saranno in mostra tutte le bellezze e le qualità del territorio; insomma: una occasione unica per farsi conoscere, in perfetto stile congolese.
Perché alla congolese? E’ presto detto. Crotone, per fortuna in più ridotte dimensioni, sta all’Italia come la Repubblica democratica del Congo, ex Zaire e già Congo belga, sta al mondo intero. E’ una nazione africana dove ancora si muore di malnutrizione e le carenze di strutture ospedaliere determinano un tasso di mortalità tra i più elevati a livello planetario; un Paese che è sempre stato estremamente povero, sfortunato e devastato da guerre e ruberie come pochi altri, in Africa. Eppure, il Congo, quando ancora si chiamava Zaire, assurse alle cronache mondiali per un evento sportivo eccezionale, fortemente voluto, solo a scopo di notorietà, dall’allora presidente Mobutu Sese Seko.
Si trattava dell’incontro mondiale di boxe del secolo tra Muhammad Ali (già Cassius Clay) e George Foreman. Si svolse Il 30 ottobre 1974 a Kinshasa, fu denominato “The Rumble in the Jungle” (la battaglia nella giungla). L’evento ispirò il celebre film “Alì” diretto da Michael Mann con Will Smith nella parte di Muhammad Ali. In quell’anno nella capitale Kinshasa l’atmosfera della vigilia era vissuta con trepidazione, carica di aspettative ed entusiasmo, la gente tifava univocamente per Alì, al grido di «Ali bomaye!» esattamente come oggi a Crotone si fa per Amadeus, e quando si dischiusero le porte dello stadio per dare inizio all’incontro, il colpo d’occhio era incredibile tanto era affollato.
L’ingresso era gratuito poiché lo scopo dell’organizzatore, quello del presidente Mobutu, non
era quello di trarre profitto, con gli incassi, da un incontro mondiale di boxe che avrebbe ridato il titolo dei pesi massimi a Muhammad Alì. Mobutu voleva farsi conoscere e far conoscere il suo regno, l’evento sportivo fu il mezzo per farlo. Ma non è che dopo le cose andarono meglio per l’ex Zaire che si ritrovò soltanto un po’ più povero per l’enorme spesa sostenuta. L’investimento non fu proporzionale ai risultati attesi, furono soltanto ingenti spese che l’arrivo a Kinshasa di decine di migliaia di persone interessate all’evento provenienti da ogni angolo del pianeta non riuscirono a compensare. E dunque, per ritornare al ristretto ambito crotonese e all’evento dell’anno, lo show di Capodanno, offerto alla città dalla Regione Calabria, bisognerebbe avere un quadro preciso di quello che potrà essere il rapporto tra costi e ricavi, tra sacrifici e benefici.
La Regione ci ha messo dei soldi (donati dalla UE); il comune di Crotone si sta dissanguando per accogliere la grande festa; l’incremento del volume di affari lo faranno solo gli esercenti della ristorazione e dell’accoglienza. Alla fine della fiera ad averci guadagnato sarà soltanto la Rai che avrà incassato i soldi della Regione Calabria, i proventi milionari derivanti dalla pubblicità che andrà in onda durante la trasmissione ed a questo si aggiunga il canone di abbonamento, quella roba che avrebbe dovuto obbligare la tv di Sato a fare servizio pubblico, senza scopi di lucro. A margine, tra i beneficiari di cotanto evento, ci sarebbero altri parassiti o piattole fortemente appiccicati alla Rai, che traggono nutrimento dallo “star-system” cioè di quegli eventi tipo Festival di Sanremo e “L’anno che verrà” appunto.
Intanto, come era stato per l’ex Zaire di Mobutu quando andò in scena “The rumble in the jungle”, i crotonesi sono trepidanti per quanto accadrà la notte si San Silvestro; molti sbavano già nell’attesa; altri maledicono; altri ancora si stanno organizzando per sparire dalla circolazione in quei giorni di caos totale. Nella città, governata dal sindaco Vincenzo Voce, come nel Congo del 1974, si leva alto un grido “Cecè bomaye!» …