Crotone. Il silenzio del generale. La parabola di Errigo, commissario fantasma della bonifica

IL SILENZIO DEL GENERALE: LA PARABOLA DI EMILIO ERRIGO, COMMISSARIO FANTASMA DELLA BONIFICA DI CROTONE

Dalla nomina all’ordinanza-choc, fino alla scomparsa nel vuoto: la crisi del SIN tra burocrazia, tribunali e un territorio in rivolta

L’uomo del destino: la nomina di Emilio Errigo
Settembre 2023. Dopo cinque anni di vacanza commissariale e otto commissari falliti in due decenni, il Governo Meloni sceglie di affidare la guida della bonifica del SIN di Crotone-Cassano-Cerchiara a un profilo tecnico-militare: Emilio Errigo, generale in congedo della Guardia di Finanza, due lauree, già commissario di porti e docente di diritto ambientale.
Il suo nome viene accolto con curiosità e una certa speranza. Crotone è un Sito di Interesse Nazionale tra i più contaminati d’Europa, devastato da decenni di industrializzazione pesante. Il tasso di tumori è inquietante, le bonifiche annunciate e mai partite, e l’intera area è ostaggio di una palude burocratica e politica. A Errigo viene chiesto l’impossibile: riattivare la macchina della bonifica, stanare le inerzie, decidere.

L’avvio: poteri speciali e fondi senza precedenti
Il mandato è ampio, il profilo è militare, le risorse non mancano. A partire dal 2024, il Commissario ottiene un aumento significativo dei fondi, da 70 a 90 milioni di euro, e una struttura potenziata, con facoltà di attivare anche il supporto delle Forze Armate. A gennaio, Errigo invoca l’intervento del 7° Reggimento CBRN “Cremona” per operazioni nei fondali marini e del Genio Militare per la caratterizzazione delle aree contaminate.
Nel frattempo, avvia incontri con Eni Rewind, Sovreco, i tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero dell’Ambiente. Promette un cambio di passo. Ma è chiaro che la partita si giocherà su un provvedimento amministrativo: un atto capace di forzare la situazione di stallo.

L’ordinanza n.1/2025: lo strappo che ha cambiato tutto
Il 3 aprile 2025, Errigo firma l’Ordinanza n. 1/2025. Un atto destinato a entrare nella storia ambientale della città. La disposizione impone a Eni Rewind di procedere con l’avvio immediato delle operazioni di smaltimento dei rifiuti pericolosi, privilegiando la destinazione locale: la discarica Columbra di Crotone, gestita da Sovreco.
Un’interpretazione muscolare del principio di prossimità, in contrapposizione alla prassi ormai consolidata di spedire i rifiuti pericolosi all’estero, a costi esorbitanti e con lunghi tempi.
«Perché spedire rifiuti a 2.000 km, quando c’è un impianto autorizzato in città?», chiede il commissario. Ma la mossa è un azzardo istituzionale.

La rivolta delle istituzioni locali
La reazione non si fa attendere. Comune, Provincia e Regione Calabria insorgono, denunciando “l’illegittimità e la pericolosità ambientale” del provvedimento.
WWF, Arci, Legambiente e Forum Ambientalista si schierano contro. Il Presidente della Regione Roberto Occhiuto rompe formalmente con Errigo, parlando di atto unilaterale e “non concertato”. L’ordinanza viene impugnata al TAR Calabria, con una richiesta di sospensiva.

Il TAR sospende tutto, e il commissario va all’angolo
Il 14 aprile 2025, il TAR Calabria accoglie la sospensiva: l’ordinanza viene congelata. Secondo i giudici, esiste un conflitto tra quanto ordinato da Errigo e le previsioni del PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale), che impone il trasferimento dei rifiuti fuori regione.
Il colpo è pesante. Errigo replica con una lettera durissima: accusa gli enti locali di ipocrisia, immobilismo, paura di decidere. “Ci si indigna solo quando qualcuno ha il coraggio di agire” scrive. Ma la politica locale non si fa impressionare. Il 9 aprile, Comune e Provincia chiedono ufficialmente la sua revoca al Ministero dell’Ambiente.

La scomparsa del generale: il commissariato senza voce
Dopo quella lettera, Errigo scompare.
Nessuna dichiarazione pubblica. Nessuna nota del commissariato. Nessuna apparizione in Consiglio comunale, dove la sua figura viene discussa, criticata, invocata o denunciata. L’ultima intervista è al Corriere della Calabria, dove difende la sua ordinanza come “atto per la salute pubblica”. Poi, silenzio assoluto.
Un silenzio anomalo per un uomo dal profilo assertivo, noto per il linguaggio diretto e le uscite pubbliche. Si ipotizza un isolamento politico, forse una sospensione implicita da parte del governo, forse il semplice attendismo in attesa della decisione di merito del TAR prevista per il 18 giugno 2025.

Ma il fatto resta: a oggi, il SIN è fermo, la bonifica è bloccata, la struttura commissariale è acefala, e il commissario – pur formalmente in carica – è svanito dal radar.
lo Stato che arretra, il territorio che aspetta
La parabola di Emilio Errigo racconta molto più di un incarico mal gestito. È il simbolo di una bonifica che si arena non solo per colpa delle aziende, ma per una guerra intestina tra enti pubblici incapaci di parlarsi.
Errigo ha provato a rompere lo schema con un gesto forte. Ma è stato isolato, impugnato, forse sacrificato.
E oggi, nel momento in cui servirebbe una figura capace di difendere la salute pubblica, quel generale è diventato un fantasma.
“Finché avrò lo Stato alle spalle, non indietreggerò di un centimetro”, scriveva.
Ma quel “finché” ora suona come un epitaffio. E lo Stato, intorno al SIN di Crotone, non si vede più.