La città dello sport: Una piscina affonda, un’altra galleggia sulla propaganda: Crotone tra illusioni, varianti e sospetti
Fonte: U’Ruccularu
Mentre la piscina olimpionica è ostaggio di una guerra tra società, sulla CONI si apre un nuovo capitolo: varianti, direttori fantasma e soldi che nuotano senza controlli.
E il sindaco e assessore?
Volteggiano tra un rendering e l’altro.
A Crotone esistono due piscine, ma nessuna vera certezza.
Una, la piscina olimpionica, ristrutturata, moderna, ma chiusa ai ragazzi della Kroton Nuoto per un contenzioso interno al consorzio di gestione.
L’altra, la nuova piscina ex CONI, ancora cantierizzata ma già sommersa da dubbi, varianti progettuali e perizie d’emergenza.
In mezzo? Il sindaco Vincenzo Voce, che nel silenzio generale continua a tessere una narrazione da spot elettorale, mentre il diritto allo sport affoga nella confusione gestionale.
E mentre l’assessore ha smesso di interessarsi dopo un inconcludente tavolo tecnico, i ragazzi viaggiano sulla strada della morte inseguendo un sogno mentre vanno incontro al loro destino.
UNA PISCINA PER LA PROPAGANDA, UN’ALTRA PER LE DENUNCE
La scena è questa: mentre decine di bambini sono costretti ad allenarsi in mare o a fare ore di viaggio sulla statale 106, il primo cittadino affiancato da Bossi in veste sia di assessore allo sport che ai programmi complessi, rilanciano con entusiasmo e spavalderia il riavvio dei lavori della nuova piscina CONI, un progetto fermo da tempo di cui non si capisce perché.
Peccato che, come rivelato da due denunce civiche apparse sulle testate locali, i lavori siano partiti senza Direttore dei Lavori formalmente incaricato, in aperta violazione del DM 49/2018 e del Codice degli Appalti (D.Lgs. 36/2023).
Il RUP – prescelto “ad personam” – firma perizie di variante e SAL in assenza di chi dovrebbe vigilare.
E il Direttore? Revocato.
Il successore? Disperso.
Ma i fondi del PNRR corrono. E con loro, la propaganda, insieme ad essa la smania di portare a termine, a qualunque costo, i lavori prima dell’inizio della campagna elettorale, cosicché possa diventare pulpito di monologhi.
COME PUÒ GESTIRE UNA NUOVA PISCINA CHI NON SA GESTIRNE UNA GIÀ APERTA?
È la domanda che ogni cittadino dovrebbe farsi: che senso ha costruire una nuova piscina, quando l’unica olimpionica disponibile è già paralizzata da mesi?
La piscina comunale di via Giovanni Paolo II è in teoria “funzionante”, ma in pratica gestita unilateralmente dalla Rari Nantes Auditore, che impedisce l’accesso alla Kroton Nuoto.
Il Comune, pur essendone proprietario, non è stato in grado finora di ristabilire la legalità della concessione né di convocare un tavolo di mediazione efficace.
In tutto questo Il commissario CONI non Pervenuto.
E allora ci si chiede: Cosa accadrà con la nuova piscina CONI? Chi la gestirà? Con quali criteri verranno assegnati gli spazi? Quante società verranno incluse (o escluse)?
Chi avrà potete decisionale? E perché? Che ruolo avrà la CONI? E soprattutto: chi controllerà?
IL DUBBIO DA INCHIESTA: CI SARÀ UN INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA?
La vicenda assume contorni inquietanti.
Mentre genitori come Francesco Fischetti e consiglieri come Iginio Pingitore (che si appresta a portare il caso in consiglio) invocano legalità e trasparenza per l’impianto olimpionico, sulla piscina CONI si ripetono dinamiche opache:
nomine dubbie, atti firmati senza direttori, perizie “aggiustate” in corso d’opera, SAL liquidati fuori norma.
Siamo sicuri che la magistratura non interverrà?
La città ha già vissuto il caso Daippo e altre inchieste sugli appalti pubblici riportate nel processo Glicine Acheronte.
Ora il rischio è che anche la piscina CONI si trasformi in un caso giudiziario annunciato, tra sospetti di favoritismi, presunto aggiramento delle norme e potenziale danno erariale.
Il Tar è già intervenuto una volta, potrebbe non essere l’ultima a quanto pare.
INTANTO, I RAGAZZI NUOTANO NEL MARE DELLA VERGOGNA
La vera tragedia è questa: mentre si manovrano milioni e si inaugurano rendering, i giovani atleti crotonesi sono ancora esclusi dall’unico impianto funzionante della città senza l’appoggio di nessuna istituzione.
Allenamenti improvvisati in mare, viaggi rischiosi e costosi per raggiungere Catanzaro o Lamezia, e una sola certezza: nessuno si è assunto la responsabilità di difendere il diritto allo sport.
Nemmeno il sindaco, troppo impegnato a calcolare i giorni alla fine dei cantieri, invece che garantire equità nella gestione.
VOCE NARRANTE, CITTÀ MUTATA
Mentre il sindaco continua a parlare di “Crotone che cresce”, la città dello Sport affonda tra norme ignorate, concessioni disattese e appalti senza direzione.
Ecco allora il paradosso: una piscina olimpionica che esclude i ragazzi, e una nuova piscina che parte senza regole.
Una città dove la legalità è un optional, il controllo una cortesia, e la trasparenza un’insegna sbiadita sopra un cantiere fermo.
La magistratura ascolta?
Il CONI osserva?
I cittadini, intanto, cominciano a scrivere.
I giornali iniziano a parlarne.
E U’ Ruccularu continua a leggere, indagare e raccontare.









