Fonte: ‘U Ruccularu
La Crisi dell’Ordine degli Avvocati di Crotone e il Rischio per il Processo “Glicine Acheronte”. Un Terremoto Istituzionale
Negli ultimi giorni, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Crotone è stato scosso da dimissioni a catena: cinque consiglieri e il presidente Salvatore Rocca hanno lasciato il loro ruolo, denunciando «continui contrasti» e una «spaccatura insanabile» .
Fonti locali parlano addirittura di sei uscite, segnando il collasso della governance interna . L’articolo 33 della legge 247/2012 impone ora lo scioglimento del Consiglio e il commissariamento, con un avvocato esperto chiamato a gestire l’ente fino a nuove elezioni . Questa crisi, che affonda le radici nelle polemiche sull’elezione di Rocca nel luglio 2024—contestata dalla predecessora Caterina Marano con un ricorso al TAR per «irregolarità procedurali»—rischia di destabilizzare non solo l’Ordine, ma anche processi cruciali come “Glicine Acheronte”, il maxi-processo alla ‘ndrangheta che coinvolge 101 imputati, tra cui ex politici e affiliati alle cosche .
Le Radici della Crisi: Tra Polemiche Elettorali e Conflitti Interni:
1) L’Elezione Contestata di Rocca:
Salvatore Rocca era subentrato a Caterina Marano nel 2024 dopo una votazione del Consiglio, ma la sua nomina fu immediatamente impugnata al TAR dalla Marano, che denunciò l’assenza di un «potere di revoca» nel regolamento dell’Ordine e «manovre di palazzo» per occupare cariche .
Già allora, il Consiglio era diviso tra fazioni, con accuse di gestione verticistica e mancanza di trasparenza.
2) La Rottura Definitiva:
Le dimissioni di aprile 2025 confermano un clima tossico: secondo il Quotidiano del Sud, i contrasti riguardavano divergenze strategiche, come l’approccio alla trasparenza e alla partecipazione degli iscritti alle decisioni .
Un consigliere anonimo ha dichiarato a TGCal24: «Era impossibile lavorare: ogni proposta della minoranza veniva bloccata» .
Commissariamento:
1) Una Soluzione Fragile:
Con l’applicazione dell’articolo 33, il commissario straordinario dovrà gestire l’emergenza, ma questa misura—già utilizzata in casi come Taranto e Castrovillari—solleva dubbi:
2) Autonomia vs. Controllo:
Il commissariamento, sebbene necessario, accentra il potere nelle mani di un soggetto non eletto, minando il principio di autogoverno .
3) Ritardi Operativi:
Pratiche urgenti, come gli esami di abilitazione o le sanzioni disciplinari, potrebbero subire intoppi, danneggiando gli avvocati e i cittadini .
Il Rischio per il Processo “Glicine Acheronte”
La crisi dell’Ordine rischia di ripercuotersi sul già complesso processo “Glicine Acheronte”, che vede imputati politici, imprenditori e esponenti della cosca Megna per associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio .
1) Logistica e Supporto Forense:
Con l’Ordine in commissariamento, potrebbero verificarsi ritardi nella gestione di pratiche legate agli avvocati difensori, molti dei quali coinvolti nel maxi-processo.
Ad esempio, richieste di documentazione o autorizzazioni urgenti potrebbero arenarsi.
2) Credibilità dell’Istituzione:
L’immagine di un Ordine in frantumi potrebbe essere sfruttata dalla difesa per mettere in discussione l’integrità del sistema giudiziario locale, soprattutto in un processo che già coinvolge accuse di collusioni tra politica e mafia .
3) Risorse Divise:
Il commissario dovrà gestire sia l’emergenza interna sia il supporto agli avvocati impegnati in “Glicine Acheronte”, un processo che richiede attenzione costante data la mole di imputati (101) e la delicatezza delle accuse .
Un Sistema al Collasso?
1) Carenza di Mediazione Interna:
La crisi di Crotone riflette un problema sistemico:
gli Ordini italiani spesso mancano di strumenti per risolvere i conflitti interni.
Come già avvenuto nel 2015—quando due consigliere si dimisero denunciando «decisioni prese in ambiti ristretti» —mancano protocolli per il dialogo tra fazioni.
2) Le Ombre della ‘Ndrangheta:
Il commissariamento arriva in un territorio storicamente segnato da infiltrazioni mafiose.
Il processo “Glicine Acheronte” ha rivelato come la cosca Megna influenzasse appalti e politici locali .
Un Ordine debole potrebbe, in teoria, essere più vulnerabile a pressioni esterne, sebbene non vi siano prove dirette di collegamenti .
3) Confronto con Altri Casi
Analogie emergono con Taranto, commissariato più volte per conflitti interni, e Castrovillari (2022), dove dimissioni di massa portarono allo scioglimento .
In tutti questi casi, il commissariamento è stato un cerotto, non una cura.
Evitare il Ciclo Vizioso
Per evitare che Crotone diventi un modello ripetuto, servirebbero:
1) Riforme Regolamentari:
Introdurre clausole di mediazione obbligatoria e limiti al potere di revoca del presidente .
2) Coinvolgimento del CNF:
Il Consiglio Nazionale Forense potrebbe offrire formazione nella gestione dei conflitti, riducendo il ricorso al commissariamento .
3) Trasparenza Radicale:
Pubblicare verbali e motivazioni delle decisioni, come chiesto dalle consigliere dimissionarie nel 2015 .
Un Campanello d’Allarme per la Giustizia
La crisi di Crotone non è solo una questione forense:
è un sintomo della fragilità delle istituzioni in territori segnati da criminalità organizzata e clientelismo.
Se il commissariamento garantirà una tregua, il vero banco di prova sarà il processo “Glicine Acheronte”, dove la tenuta dell’Ordine potrebbe influenzare l’esito di un’inchiesta simbolo della lotta alla ‘ndrangheta.
Senza un ripensamento della governance, il rischio è che il caos istituzionale diventi un alleato indiretto della malavita.









