Crotone. La gara truccata per la fiera mariana e l’agevolazione alla cosca Megna

“La vicenda de qua costituisce un ulteriore tassello per lumeggiare adeguatamente la figura dello Sculco e i sui pesanti e profondi intrecci con la locale criminalità organizzata. II suo ruolo di anello di congiunzione tra criminalità organizzata, politica e mondo dell’imprenditoria, emerge nella vicenda delle fiera Mariana, nella quale egli interviene a sostegno delle richieste del Del Poggetto, con ii quale manifesta un’unità di intenti, accondiscendendo a tutte le sue richieste, nonostante formalmente questi, semplice operaio dell’Akrea, non rivestisse alcun ruolo, se non quello di ndranghetista, tale da potergli consentire di imporre delle scelte politico amministrative del comune di Crotone”. E’ pesantissimo il giudizio espresso dal gip Battaglia nei confronti di Enzo Sculco dopo aver analizzato il ruolo svolto anche nella vicenda della fiera mariana, esternalizzata alla ditta Le Rose su volere di Maurizio Del Poggetto, esponente di spicco della cosca Megna, e del cognato Giuseppe Pucci.

“La vicenda fornisce I’ennesima dimostrazione – scrive il gip – delle modalità con le quali l’amministrazione comunale sovraintende alla gestione delle risorse pubbliche secondo i soliti criteri clientelari, confermando ii ruolo di primissimo piano dello Sculco ove si tratti di individuare i soggetti verso cui direzionare fondi e prebende. Un ruolo che, del resto, gli riconoscono gli stessi dirigenti e politici locali, totalmente asserviti alla sua persona e che lo contattano e consultano prima di prendere qualsiasi decisione. Nel caso di specie, la gestione della fiera assume un particolare rilievo sia per l’importo che il comune intendeva destinargli, superiore rispetto agli altri anni, sia perchè per la prima volta il servizio, per molto tempo gestito da una società in house de! comune, sarebbe stato esternalizzato ad una ditta esterna”.

L’evento, come noto, è stato assegnato alla La Rosa Fiere srl, unica società tra quelle interpellate ad avere presentato la propria candidatura. “In realtà il soggetto al quale affidare l’evento era stato previamente individuato e tutte le attività burocratiche amministrative avevano un obiettivo preciso, ovvero quello di affidare la gestione della fiera alla società La Rosa Fiere. In questa direzione vanno tutti gli sforzi profusi dai protagonisti della vicenda, che si possono individuare in Del Poggetto Maurizio e nel cognato Pucci Giuseppe, con il decisivo ausilio del solito Sculco”.

“Del Poggetto interveniva in termini categorici indicando allo Sculco come dovevano essere fatte le cose, in quanto l’affidamento e la gestione diretta in capo ad un’unica ditta (ovvero a quella che a lui interessava) sarebbe stata una scelta conveniente anche per ii comune che in questo modo si sarebbe esonerato da ogni responsabilità. Sorprendente – osserva il gip – che gli interlocutori, ancor prima dell’avvio delle procedure siano a conoscenza della ditta che se ne occuperà, tanto che le loro preoccupazioni vertono non tanto sull’affidamento alla ditta (situazione che danno già per scontata), quanto sulle modalità con le quali l’evento doveva essere gestito. L’altro aspetto altrettanto sorprendente è che per la risoluzione di tali problematiche ci si rivolga a Sculco Vincenzo, che, nonostante non abbia alcun ruolo forrmale o istituzionale, viene individuato quale terminale dei processi decisionali che riguardano l’attività del comune di Crotone. E la conferma che l’assegnazione era stata già decisa a prescindere dall’avvio delle formali procedure di gara, si aveva anche in successive conversazioni ad una delle quali prendeva parte anche il titolare della ditta La Rosa, che riferiva di avere ottenuto l’affidamento della fiera ancor prima di avere formalmente inoltrato l’offerta al comune”.

“Le vicende della fiera – annota ancora il gip – costituivano oggetto di commenti in occasione delle perquisizioni disposte dalla procura di Crotone, allorquando si susseguivano tutta una serie di conversazioni tra Pucci e Del Poggetto in cui i due si mostravano da un lato preoccupati ma dall’altro rassicurati dal fatto che non erano stati toccati dalle attività della procura di Crotone. Anche Sculco si mostrava preoccupato dopo avere appreso da Turino Gianfranco che Mauro Serafino aveva ricevuto un’informazione di garanzia. Nel corso del dialogo emergeva che era stato rappresentato agli inquirenti che Pucci avrebbe consegnato a Mauro Serafino un bigliettino con ii nominativo della ditta catanzarese che avrebbe dovuto aggiudicarsi l’appalto, bigliettino poi a sua volta consegnato all’assessore Gentile. La preoccupazione dello Sculco era riferita al fatto che la ditta della sorella era stata impiegata dal La Rosa per i servizi di vigilanza, per quanto riteneva che non vi fossero prove circa ii suo coinvolgimento nel lavoro assegnato alla sorella”.

Per il giudice, dunque, è “emerso con plastica evidenza ii compimento di tutta una serie di atti fraudolenti e collusivi finalizzati alla predeterminazione delle modalità di scelta del contraente. La scelta della esternalizzazione di un servizio fino a quel momento gestito in proprio dal comune e la successiva scelta della ditta cui affidare la gestione della fiera,  è frutto di collusioni e di pregressi accordi tra i soggetti interessati (il Del Poggetto e La Rosa in primis) ed i responsabili del comune (tra tutte la Gentile), con la decisiva intermediazione del solito Sculco, in modo da rendere le procedure amministrative successivamente adottate un semplice simulacro formale necessario per attribuire un crisma di legalità ad un affidamento fraudolentemente stabilito a tavolino”.

“La presenza di Del Poggetto Maurizio, storico esponente della cosca papaniciara dei Megna, consente di inquadrare la vicenda nell’alveo delle attività di interesse del sodalizio, si da ritenere pienamente integrata anche la contestata aggravante della finalità agevolatrice. E’ di tutta evidenza, pertanto, che l’attivismo di Del Poggetto non avesse altra finalità che quella di gestire in termini monopolistici e nell’interesse della cosca, le successive assegnazioni degli stand, ai quali era preposto in via esclusiva, tanto che tutti gli operatori commerciali sapevano che per ottenere l’assegnazione del posto era necessario rivolgersi a lui. Tanto è sufficiente per connotare di mafiosità agevolatrice la condotta oggetto di contestazione e per estendere l’aggravante anche alla persona di Sculco Vincenzo, che nel corso delle indagini si è mostrato a conoscenza delle dinamiche criminali del compensorio crotonese, palesando anche indiscussi legami con ambienti legati alla criminalità organizzata”.