“Crotone, la parabola di Voce: dal radioso mattino al crepuscolo delle coincidenze”

Signor sindaco di Crotone Vincenzo Voce, ricordiamo tutti con vivido trasporto quel suo solenne proclama, giunto come un’epifania dopo la tempesta giudiziaria dell’indagine “Glicine”.

Un “giorno di sole che squarcia il buio della notte” tuonava  con una metafora che evocava la liberazione di Crotone dalle tenebre di un sistema politico che, a suo dire, l’aveva soffocata per decenni.

Parole forti, vibranti di una promessa di cambiamento radicale, di rottura netta con un passato ingombrante e controverso. Un’alba di legalità e trasparenza sembrava finalmente irrompere sulla città pitagorica, illuminando un futuro di rinnovamento sotto la sua guida.

Eppure, caro sindaco, alcuni osservatori maliziosi non possono fare a meno di notare come questa radiosa mattinata si sia progressivamente tinta di un crepuscolo dalle sfumature a dir poco… inaspettate.

Quel buio che lei con tanta enfasi dichiarava squarciato sembra oggi popolato da figure che, sebbene non direttamente avvolte dalle ombre dell’inchiesta, certamente orbitavano in quella costellazione politica che lei stesso aveva bollato come oscurantista.
L’ironia, si sa, è un’ombra che spesso accompagna anche i giorni più luminosi, e nel suo caso, sembra proiettarsi lunga e beffarda sulle sue recenti manovre politiche.

Il Sole Sorge… Ma Dove?

Per comprendere appieno la portata di questa narrazione a tinte chiaroscure, è doveroso ripercorrere brevemente il contesto che ha generato quel suo memorabile annuncio.

L’indagine “Glicine” ha scosso le fondamenta della politica crotonese, portando alla luce presunti intrecci tra figure politiche, amministratori locali e la criminalità organizzata. Un’inchiesta vasta e ramificata, come testimoniano i numerosi rinvii a giudizio , che ha inevitabilmente creato un forte desiderio di cambiamento e di pulizia nella gestione della cosa pubblica.

Il nome di Enzo Sculco, figura storica e influente della politica locale, è emerso come centrale in questo presunto sistema di potere, suscitando un’ondata di reazioni e prese di distanza.

In questo clima infuocato, la sua… voce, sindaco Voce, si è levata alta e chiara, marcando una demarcazione netta tra la sua amministrazione e il passato.
Quel “giorno di sole” non era solo una speranza, ma una dichiarazione di intenti, un impegno solenne a respingere “tutto quello che puzza di ‘ndrangheta, di corruzione, di malaffare”.

Le sue parole, riprese con enfasi dalla stampa, dipingevano un quadro di rinnovamento radicale. Si percepiva la volontà di voltare pagina, di lasciarsi alle spalle le ombre e di costruire un futuro all’insegna della legalità.
Il suo stesso successo elettorale, d’altronde, era stato interpretato come un segnale di questa volontà di cambiamento da parte dei cittadini.

Volti Familiari nella Nuova Alba

Ma ecco che, come spesso accade nelle intricate trame della politica, la trama si infittisce di colpi di scena.
In questa nuova alba da lei auspicata, sindaco Voce, hanno iniziato a fare capolino volti che, seppur non direttamente coinvolti nell’inchiesta “Glicine”, non possono certo dirsi estranei alla sfera di influenza di Enzo Sculco.

Tra questi, spiccano i nomi di Antonio Megna e Danilo Arcuri.
Antonio Megna non è certo un volto nuovo della politica crotonese e il suo legame con Enzo Sculco non è un segreto.
In occasione delle elezioni provinciali, Megna figurava come candidato di punta nella lista “Crotone protagonista”, una lista direttamente riconducibile a Enzo Sculco.
Nonostante non sia stato eletto , la sua candidatura testimoniava un’appartenenza politica ben definita, in un’area che lei, Sindaco Voce, sembrava voler relegare al passato.

Anche la figura di Danilo Arcuri  presenta interessanti sfumature. Candidato sindaco del centrosinistra nel 2020 , la sua candidatura fu sostenuta da elementi “sculchiani” all’interno del Partito Democratico.
Un elemento ancora più significativo è la sua leadership nel movimento “Progetto in Comune”, nato, come riportano diverse fonti , dalle “ceneri dell’ex area sculchiana ‘Crotone città di tutti’”. Questa genesi politica lo colloca inequivocabilmente in una tradizione politica che, almeno inizialmente, sembrava antitetica alla sua, Sindaco Voce.

Corteggiamenti al Chiaro di Luna?

E qui, caro sindaco, la trama si fa ancora più intrigante.
Quel sole che doveva illuminare una nuova era sembra aver proiettato una luce favorevole su questi due esponenti del passato.

Antonio Megna è colui che non molto tempo fa militava nelle fila di Sculco, ha ricevuto da lei un incarico di tutto rispetto: “ufficiale di governo” per la frazione di Papanice. Una nomina che lo stesso Megna ha accolto con entusiasmo, dichiarando di poter finalmente “stravolgere Papanice”.
Non solo: Megna appare ora un convinto sostenitore della sua rielezione, pronto a formare una lista in suo appoggio.
Un cambio di casacca, come lo definirebbero i più maliziosi, che solleva qualche interrogativo sulla coerenza di quella radiosa promessa di rottura con il passato.

Anche Danilo Arcuri, con il suo movimento dalle radici “sculchiane”, ha trovato spazio nella sua amministrazione, sindaco Voce.
Il suo ingresso in giunta è stato annunciato come imminente, un segnale inequivocabile di un’alleanza politica che, a prima vista, stride con le sue precedenti dichiarazioni.
La formazione del movimento “Progetto Comune” da parte di Megna e Arcuri , un’entità politica che affonda le sue radici nel terreno un tempo fertile per Sculco, e la loro successiva convergenza verso la sua amministrazione, caro Sindaco Voce, non possono certo passare inosservate.
Sembra quasi che quel buio che lei dichiarava sconfitto abbia semplicemente cambiato forma, trovando nuove e inaspettate alleanze alla luce del sole.

Un’Incoerenza Luminosa

Caro sindaco Voce, Lei, che aveva promesso di liberare Crotone dalle ombre del “sistema Sculco”, sembra oggi stringere la mano a coloro che, in un modo o nell’altro, ne facevano parte. Un’incoerenza che non è sfuggita alle opposizioni, le quali non hanno mancato di sottolineare come lei stia ora governando “grazie a quelli di ieri” , stringendo alleanze con figure che in passato lei stesso criticava aspramente. Sembra quasi che i voti di quei “consiglieri di Sculco” , un tempo percepiti come parte del problema, abbiano ora acquisito un’insospettabile fragranza di “acqua di rosa”.

L’ironia, in tutto questo, è quasi abbagliante

Quel sole che doveva rappresentare la purezza e la novità sembra aver illuminato una strategia politica più pragmatica, se non addirittura opportunistica.
Forse, caro sindaco, la politica locale ha le sue logiche imperscrutabili, e ciò che ieri era “buio” oggi, alla luce di nuove esigenze di maggioranza, appare sotto una luce diversa.
Ma per i cittadini che avevano creduto nel suo proclama di cambiamento radicale, questa metamorfosi politica potrebbe apparire meno come un’alba radiosa e più come un abile gioco di ombre cinesi.

Il Significato di un Giorno di Sole

Allora, caro sindaco Voce, qual è il vero significato di quel suo “giorno di sole”? Forse non era destinato a dissolvere completamente il “buio”, ma semplicemente a illuminare un nuovo percorso, un nuovo assetto di potere in cui vecchi protagonisti ritrovano inaspettate centralità. Forse quel sole non ha portato una vera rottura, ma ha semplicemente rivelato la natura ciclica della politica, dove le alleanze si disfano e si riformano sotto nuove bandiere, ma con volti sorprendentemente familiari.
I cittadini di Crotone, che avevano sperato in un cambiamento epocale, potrebbero ora ritrovarsi a scrutare questo nuovo scenario politico con un misto di sorpresa e forse anche di disillusione.
Si aspettavano forse che quel sole avrebbe davvero spazzato via le nubi del passato, non che le avrebbe semplicemente illuminate da una nuova angolazione.

Basta ‘na jurnata ‘e sole (Pino Daniele)

Caro sindaco Voce, in questo intricato gioco di alleanze, ci permetta una modesta raccomandazione: un pizzico di coerenza in più non guasterebbe.
Per orientarsi in questo “luminoso” nuovo panorama politico, i crotonesi avrebbero bisogno di un buon paio di occhiali da sole, capaci di filtrare le improvvise e a volte accecanti giravolte della sua politica.
E chissà, magari in futuro, quel “giorno di sole” che lei aveva annunciato finirà per rivelare non solo nuove alleanze, ma anche una maggiore trasparenza e una coerenza politica che oggi, appare ancora un’ombra nel crepuscolo delle coincidenze.

Lettera firmata