Crotone, la piscina della discordia: fuoco, crolli e silenzi istituzionali dietro lo sport

Crotone, la piscina della discordia: fuoco, crolli e silenzi istituzionali dietro lo sport

Fonte: U’Ruccularu

Un impianto conteso tra cloro, fumo e interessi in attesa della piscina CONI

La piscina olimpionica di Crotone non è solo un luogo per nuotare.
È un palcoscenico di scontri, sospetti, tensioni e forse molto di più.
Negli ultimi tre anni, attorno alla vasca più importante della città si è consumato un crescendo inquietante: incendi dolosi, scontri tra società, interventi della polizia, chiusure improvvise e perfino un crollo “anomalo”.
Senza dimenticare un amministrazione caduta e un processo penale.

Una cronologia che non può più essere letta come una sequenza casuale.
Troppi elementi si incastrano con precisione inquietante.
E ciò che emerge è una supposizione sempre più credibile: la piscina è diventata terreno di conquista – non solo sportiva – e centro di interessi che superano i blocchi di partenza e i tempi da battere.

CRONACA DI UN’ESCALATION

Gli incendi del 2022: il fuoco che apre la stagione delle intimidazioni

Nel settembre 2022, l’auto di Roberto Fantasia, allenatore della Kroton Nuoto, viene incendiata sotto casa.
Qualche mese prima, a maggio, un episodio simile aveva colpito anche un allenatore della Rari Nantes Auditore.
Due episodi, due bersagli, due società che condividono – tra mille tensioni – la gestione del medesimo impianto.

A ottobre, viene identificato l’esecutore materiale degli incendi.
Ma il vero nodo resta: perché colpire due figure del mondo sportivo locale? Il sospetto è chiaro: pressioni esterne, forse legate a un tentativo di influenzare le dinamiche di gestione dell’impianto o a una resa dei conti tra gruppi di potere interessati al controllo della struttura.

2025: il conflitto esplode

Il 4 giugno 2025, la Kroton Nuoto viene fisicamente bloccata all’ingresso della piscina.
I ragazzi, in tenuta da allenamento, sono fermati da uno steward incaricato dalla Rari Nantes Auditore, che detiene il 51% della società di gestione Blu Dea Team ATI.
Il motivo: i pagamenti delle quote, che la Kroton rivendica di poter gestire autonomamente.

Interviene la Polizia, convocata dai genitori.
È il segno che la convivenza tra le due società è diventata impossibile.
Un muro – legale, economico, operativo – divide il campo.
E i ragazzi restano fuori.

Il crollo anomalo: sabotaggio o degrado strutturale?

L’8 giugno 2025, quattro giorni dopo, parte del controsoffitto nell’area docce crolla improvvisamente.
L’area viene chiusa.
Una consulenza tecnica – commissionata da Rari Nantes – parla di cedimento “anomalo”.
La denuncia viene presentata.
Nessuna pista viene esclusa.

Il tempismo è micidiale.
Le società sono ai ferri corti, i legali preparano carte bollate, i genitori protestano, gli atleti emigrano. E ora anche il cemento cede.

UN BENE PUBBLICO NEL MIRINO

La piscina come centro di potere

La piscina olimpionica non è solo un luogo sportivo.
È l’unico impianto coperto tra Napoli e Palermo, con potenzialità per eventi agonistici di alto livello, corsi, gare, visibilità.
Un valore di concessione che supera un milione e mezzo di euro.

Chi ne controlla la gestione gestisce flussi economici, incassi da agonismo e scuola nuoto, e può diventare interlocutore privilegiato per fondi pubblici, bandi, sponsorizzazioni.

Speculazione e interferenze

Il crollo anomalo potrebbe essere – ed è solo una supposizione – una mossa strategica per rendere l’impianto temporaneamente inutilizzabile, giustificare una nuova gara, azzerare la gestione attuale o far spazio a nuovi assetti.

Nel frattempo, gli incendi del 2022, l’assalto legale del 2025 e ora l’incidente strutturale sembrano parte di una stessa, oscura traiettoria.

LA GESTIONE FRAGILE E IL FALLIMENTO DELLA MEDIAZIONE

La storia e i nodi mai risolti

La piscina, riaperta nel 2021 dopo anni di abbandono, è gestita da un consorzio formato da Rari Nantes Auditore (51%) e Kroton Nuoto (49%).
Il progetto era ambizioso: gestione condivisa, sostenibilità ambientale (copertura invernale e pannelli fotovoltaici), inclusione.

Ma le crepe sono emerse subito: divergenze sui pagamenti, accuse incrociate sulla qualità dell’acqua (cloro fuori norma?), sfiducia reciproca.
La prima squadra della Rari Nantes ha abbandonato il campionato di A2 per mancanza di fondi, mentre gli atleti della Kroton si allenano oggi in mare o emigrano verso Catanzaro e Cosenza.

L’ombra lunga del passato: il caso Daippo

Nel 2019, l’ex sindaco Ugo Pugliese fu travolto da un’inchiesta sull’affidamento diretto dell’impianto al consorzio Daippo.
Accusato di abuso d’ufficio e turbativa d’asta, fu sottoposto a divieto di dimora.
Le sue dimissioni furono irrevocabili.
“Tradito, non traditore” disse, puntando il dito contro il silenzio dei suoi alleati politici.
Sarà assolto nel 2024, ma l’episodio resta simbolo dell’instabilità cronica nella gestione dell’impianto.

CONFLITTI, INTERESSI E SUPPOSTE TRAME

Supposizione: un impianto nel mirino di poteri torbidi

La coincidenza temporale tra atti intimidatori (2022), scontri tra società e crolli strutturali (2025) suggerisce un disegno più profondo.
La piscina potrebbe essere oggetto di una “guerra a bassa intensità” tra gruppi in lotta per il controllo economico, visibilità politica e rendite pubbliche.

Possibili interessi coinvolti:

Economici leciti: incassi da corsi, abbonamenti, eventi

Economici illeciti: pressioni per affidamenti, subappalti, controllo territoriale

Speculativi: deterioramento dell’impianto per favorire riassegnazioni o riconversioni

Soggetti in gioco:

Società sportive

Enti pubblici incapaci di mediare

Figure esterne con interesse a “pilotare” le crisi

IL PARADOSSO CROTONESE: LA CITTÀ DEL MARE CHE AFFONDA NELL’ACQUA

Mentre si parla di turismo, sport, rilancio della costa e vocazione giovanile, la principale piscina pubblica è chiusa, le società si fanno la guerra, la Polizia interviene, i ragazzi se ne vanno.

E nessuno – Comune in primis – sembra avere la forza di dire: basta.

SERVE UNA BONIFICA, MA DELLA GOVERNANCE

La piscina olimpionica di Crotone non ha bisogno solo di manutenzione.
Ha bisogno di una bonifica istituzionale, gestionale e culturale. Serve:

Un commissario straordinario dello sport locale che non sia espressione dell’amministrazione.

Un gestore unico esterno

Una task force anti-infiltrazioni

Un patto pubblico tra genitori, scuole e atleti

Perché non è normale dover invocare la polizia per poter nuotare.
Non è normale che gli atleti si allenino in mare.
E non è normale che un impianto pagato con soldi pubblici finisca per essere un’arena di guerra tra poteri in cerca di dominio.

La vasca è grande.
Ma non abbastanza per contenerli tutti a quanto pare, e intanto un altra piscina è in costruzione. Anche se, a quanto pare, per ora è solo una semplice demolizione spacciata per rigenerazione….ma questa è un altra storia, anzi, un altro rucculu.