Crotone, l’aria si fa pesante: stampa addomesticata e potere compiacente
Fonte: U’ Ruccularu
A Crotone si respira una brutta aria. Dalla violenza verbale che anima il palazzo del potere a quella fisica ancora tutta da accertare, e sulla quale sarà la Procura a fare chiarezza il clima locale appare sempre più avvelenato. E, in tutto questo, la stampa cittadina sembra aver perso il ruolo che la Costituzione le affida: quello di cane da guardia del potere.
Oggi, più che mai, alcuni giornali si comportano come chihuahua da compagnia, accondiscendenti, mansueti, rassicuranti. Amici del potere, più che controllori. È vero: con la crisi strutturale dell’informazione e la dipendenza da introiti pubblicitari, per molte testate sopravvivere è diventato complicato. Ma questo non può né deve giustificare l’appiattimento totale su chi amministra.
La realtà è che, nell’epoca dei reel, dei video su Facebook e dell’informazione fai-da-te, le testate non sono più un punto di riferimento. Non lo sono per gli italiani, e tantomeno per i crotonesi, che quotidianamente assistono a un giornalismo ridotto a megafono istituzionale.
Gli articoli sono sempre gli stessi: un assessore annuncia la bitumazione di una strada via del Gelsomino, via dei Ciclamini, cambia poco e subito partono titoloni identici su tutte le testate online. Le poche cartacee, il giorno dopo, replicano diligentemente il comunicato. Nessun approfondimento, nessuna domanda, nessun dubbio. Solo propaganda, spesso “in buona fede”, ma pur sempre propaganda.
La “perla” del giorno: 50 mila euro senza ribasso
Questa mattina un altro episodio ha fatto discutere: il Crotonese, che già in passato aveva collaborato con il Comune per campagne sociali, si è visto assegnare 50 mila euro per “comunicare” su Antica Kroton. Affidamento diretto, senza ribasso, senza alcuna concorrenza.
Nulla di illecito, è giusto ribadirlo. Ma moralmente? È legittimo chiedersi quanto possa rimanere libera una testata che riceve una cifra così consistente per raccontare un progetto su cui ad oggi regna la confusione più totale.
Di cosa si parlerà esattamente? Quali scavi? Quelli dietro l’Ariston, abbandonati e pieni d’acqua? Oppure degli “arredi urbani”, dato che Antica Kroton si è ormai ridotta a questo? O magari del castello, che appartiene al Ministero ed è di epoca totalmente diversa dalla Kroton magnogreca, eppure rientra nel calderone dei finanziamenti?
Tutto appare nebuloso, fumoso. Fuffa. Ma intanto 50 mila euro sono stati assegnati.
Il potere festeggia la stampa
Come se non bastasse, dai canali social del Comune ormai divenuti una macchina di propaganda onnivora che sponsorizza qualsiasi cosa si apprende che sarà proprio il Comune a presentare un evento per i cinquant’anni del Crotonese.
Il potere che celebra la stampa. La stampa che celebra il potere. Un abbraccio perfetto, rassicurante… e pericoloso.
Il punto vero: quando la stampa smette di essere libera
A tutto questo si è ridotta una parte della stampa crotonese: a rincorrere il potere, a corteggiarlo, a raccontarne le prodezze, a celebrare bitumazioni come fossero opere epocali.
Ma una stampa che si limita a riportare ciò che dice il potere senza verificare, senza indagare, senza dubitare non serve a nulla. Non tutela i cittadini, non garantisce trasparenza, non esercita controllo democratico.
E così il rapporto tra stampa e potere, anziché essere dialettico, sano e conflittuale, diventa subalterno, amicale, addomesticato.
Il risultato?
Un’informazione che non disturba, non critica, non graffia.
Un’informazione che non informa.
A quel punto, davvero, resta solo una cosa da dire: raccogliete la rama e chiudete.
Perché una stampa che non è libera, è una stampa inutile.









