LE PALLE (DI NATALE) DEL VICESINDACO CRETELLA
Cronaca di una non-notizia trasformata in allarme pubblico, e di un potere che ha bisogno di nemici anche quando non esistono
Fonte: U’Ruccularu
A Crotone, ormai, non servono più i dossier per capire lo stato della città: basterebbe osservare come reagisce il Palazzo quando succede qualcosa di infinitamente piccolo.
Dalle testate locali è emerso che:
Un pensionato porta via due palle di Natale difettose.
In una città normale: una Verona, una Parma, perfino una Rocca Cannuccia qualunque al massimo scatta una risata, un “sono difettose, portatele pure”, e si torna a parlare di cose serie.
A Crotone no.
A Crotone tutto diventa un dramma, una narrazione tossica, un pretesto per mostrare muscoli che non ci sono. Anzi peggio ancora: avere un pretesto per mostrare ilpigno di ferro. E così, dalla normalità nasce il teatro. E dal teatro nasce una figuraccia.
ATTO I — L’EPICA DEL NON-EVENTO
L’annuncio trionfale del vicesindaco. È il 23 novembre, quando il vicesindaco Sandro Cretella decide di pubblicare un post che, nella sua testa, doveva essere l’ennesimo capitolo del “decoro urbano come religione”.
Nel post si legge con tono grave, teso e istituzionale che due addobbi natalizi dell’albero di Piazza Pitagora sono stati “sottratti” e che la Polizia Locale, fulminea come nei film americani, li ha “recuperati”.
L’uso dei vocaboli è chirurgico: refurtiva, recuperata, atto incivile, degrado, denuncia.
Tutto perfetto per la narrazione preferita della giunta Voce:
il cittadino come problema, l’amministratore come scudo della legalità.
E non importa che si tratti di due palle di Natale (perfetto per i giochi di parole) l’importante è il messaggio.
Il post vola, circola, si diffonde. La città è di nuovo in agitazione: “Hanno rubato gli addobbi!” “Crotone non ha più valori!” “Il Grinch ci ha rubato il Natale!”. La solita liturgia.
ATTO II LA VERITÀ: LE PALLE ERANO DIFETTOSE
Nessun furto. Nessun ladro. Nessun crimine. Sempre dalle stesse testate che hanno seguito la vicenda si apprende anche altro:
Che forse il fattacio è Solo una bugia istituzionale, mascherata da efficienza.
Perché basta poco anzi pochissimo per scoprire che non c’era stato alcun furto a quanto pare. Gli operai della ditta avevano regalato le sfere difettose a un anziano signore che le aveva chieste.
Un gesto umano, quasi natalizio. “Queste sono da buttare, prendile pure”.
Quando la Polizia Locale chiamata o intervenuta dopo la viralità dei post arriva sul posto, la situazione è chiara come il sole: non c’è reato.
In pratica il comandante Iorno ha smentito il vice sindaco.
Ne è uscito che Cretella ha diffuso un allarme infondato, basato sul nulla, senza verificare nulla. Una figuraccia. Di quelle colossali.
ATTO III DAL PRESTIGIO AL PRESTIGIDITORE
Come si costruisce un nemico quando non c’è. Qui sta il punto vero. Il cuore politico, il sottotesto che interessa ai lettori.
Perché un vicesindaco carica istituzionale, lautamente retribuita, con responsabilità enorme, pubblica un post così senza verificare?
Perché parlare di refurtiva quando le palle erano già state dichiarate difettose?
Perché costruire l’allarme quando non c’è?
Ma spingiamoci oltre, molto oltre: facciamo che in verità l’anziano abbia davvero rubato le palle e che non fossero davvero difettose, perché non denunciarlo e basta? Perché dover ostentare la forza e la repressione contro un povero vecchio?
Non una baby gang o un danneggiatore qualunque ma un anziano, malato e a quanto parrebbe pure molto labile nel intendere. La risposta è semplice, e tremendamente crotonese: Perché questa giunta non governa: comunica. E comunica male. Sempre.
Irresponsabilmente. La narrazione del degrado serve a loro, non a noi.
Serve per tenere la città in uno stato costante di emergenza morale, dove ogni cosa è un pericolo e loro sono i salvatori.
Dove la violenza verbale da parte delle istituzioni continua ad essere riproposta, soprattutto contro le fasce più deboli, le più indifese.
Sarebbe stato molto più bello sentir dire che l’amministrazione avesse fatto un piccolo gesto Natalizio verso uno dei tanti cittadini ai margini della società(infatti vive nel centro storico, quindi piena periferia sociale), che avesse capito e interpretato i bisogni e la precarietà…ed invece.
CAPITOLO A PARTE: CHI È DAVVERO SANDRO CRETELLA
Il vicesindaco del decoro che vive di allarmismo politico
Sandro Cretella, da anni, incarna il lato più superficiale e isterico della giunta Voce.
Non è un politico. Non è un amministratore. È un maestro del post indignato: quello sul parcheggio selvaggio, quello sulla “città che non meritiamo”, quello contro chi abbandona rifiuti, quello contro i ragazzi, quello contro chi respira, e ora… quello contro chi porta a casa due palle difettose.
È la sua identità politica: non costruire, ma rimproverare. Non risolvere, ma accusare.
Non amministrare, ma creare piccoli mostri utili alla propaganda. Negli anni ha collezionato: comunicati confusi, ordinanze scritte come sfoghi personali, attacchi alla stampa critica, proclami di legalità mentre la città cade a pezzi, tentativi di ridicolizzare cittadini e oppositori, un tono da sceriffo senza stella né pistola. Ora, con questo pasticcio natalizio, aggiunge un nuovo trofeo: la figuraccia più virale della sua carriera (finora…).
ATTO IV — LA CITTÀ CHE MERITA DI MEGLIO
Non è una storia di palle di Natale. È una storia di potere. In una città dove: l’acqua manca ogni settimana, il PSC cambia a seconda dell’umore, i quartieri chiedono ascolto e ricevono selfie, lo sport muore, I quindicenni si drogano, Gli spacciatori si sparano, la cultura arranca, il turismo langue, la giunta si dimette e poi non si dimette, il vicesindaco trova il tempo di trasformare due addobbi difettosi in un caso di ordine pubblico.
Perché? Perché nel vuoto totale dell’amministrazione, l’unica cosa che possono ancora fare è raccontare un nemico. Anche quando non c’è. Soprattutto quando non c’è.
Avremmo preferito una presa di posizione simile per la sparatoria di farina ad esempio, giusto per dare un segno di legalità e istituzione.
LE VERE PALLE DELLA POLITICA CROTONESE
E non sono quelle dell’albero. Alla fine, l’unico reato vero commesso in questa storia è l’oltraggio alla verità. Un crimine istituzionale che si ripete, si consolida, diventa abitudine.
Le palle difettose si possono buttare. Le brutte figure no.
Quelle restano, soprattutto se a farle è una giunta che confonde la propaganda col buon senso, il decoro con la persecuzione, il ruolo istituzionale con il ruolo di influencer politico da due soldi. La verità è semplice: questo non è governo. È intrattenimento di bassa lega.
E non fa ridere più nessuno. Crotone merita di meglio. E merita amministratori che sappiano distinguere un furto da un regalo — e la realtà dalla loro narrazione tossica.
Perché se bastano due palle difettose per mandarli in tilt, immaginarsi cosa succede quando arriva davvero un problema.









