Crotone. L’Imu delle piattaforme Eni, verità e bugie tra Pugliese e Voce

L’IMU DELLE PIATTAFORME: VERITÀ E BUGIE TRA PUGLIESE E VOCE

Fonte: U’ Ruccularu

CROTONE –ieri, 8 settembre, l’amministrazione Voce ha alzato il sipario sulla “vittoria” al TAR contro ENI per l’IMU delle piattaforme off-shore. Ma dietro la scenografia di comunicati fotocopia e dirette social c’è una storia molto diversa.
Una storia fatta di atti amministrativi, notifiche e delibere che restituiscono un quadro ben lontano dalla narrazione trionfalistica del sindaco.
A sentirli parlare nel reel di Facebook, sembra quasi che sia stata l’amministrazione Voce a scoprire il petrolio.
Invece, la verità raccontata dagli atti è un’altra: il lungo contenzioso con ENI per l’IMU delle piattaforme off-shore nasce prima di Voce, e si radica nelle scelte amministrative della giunta Pugliese.

2016/2020: LA SCINTILLA DIMENTICATA E IL PASSAGGIO DI CONSEGNE
La verità è scritta negli atti.
L’avviso di accertamento che contestava a ENI il mancato pagamento dell’IMU 2016 fu notificato il 29 dicembre 2020.
A quell’epoca Voce era stato eletto da pochi mesi e, realisticamente, non aveva ancora contezza del funzionamento della macchina amministrativa. La firma che accompagna l’atto è quella del dirigente Manlio Caiazza.
Dunque, attribuirgli il merito di quell’atto è storicamente e politicamente scorretto.
Ricordiamo che i primi reel del sindaco e le prime uscite pubbliche erano tutte incentrate su una macchina amministrativa bloccata con il blocco da parte della corte dei conti.
Quindi, il merito di aver avviato il contenzioso non è politico, né tantomeno attribuibile a Voce: fu il frutto di un lavoro tecnico-amministrativo già avviato dall’amministrazione Pugliese e portato a termine a ridosso della fine del 2020.
Da lì parte il procedimento che porterà, anni dopo, alla notifica dell’avviso di accertamento. Senza quell’atto originario, oggi non staremmo parlando di alcuna “vittoria” al TAR.
2021/2022: Voce va avanti, ma non inventa nulla
Con la delibera di Giunta n. 111 del 20 aprile 2021, l’amministrazione Voce autorizza la costituzione in giudizio, affidando l’incarico all’avvocato Salvatore Muleo.
Una scelta dovuta, non certo un atto rivoluzionario.
Era obbligatorio difendersi, altrimenti il Comune avrebbe perso milioni di euro.
Difficile credere che un sindaco fresco di nomina, in una città ingolfata da emergenze di ogni tipo, abbia “concepito” questa mossa come strategia. Più onesto dire che l’amministrazione ha semplicemente raccolto un dossier già maturo, formalizzando la difesa in giudizio.
Un anno dopo, con la determina dirigenziale n. 388 del 16 marzo 2022, si procede a resistere anche in appello davanti alla Commissione Tributaria Regionale.
Ancora una volta, un atto tecnico: confermare lo stesso avvocato già incaricato, con spesa autorizzata dal Comune.
Nessuna intuizione politica, nessuna “visione strategica”.
Solo il percorso naturale di un contenzioso già incardinato.

2025: LO SHOW DELLA PROPAGANDA
Eppure, la comunicazione dell’amministrazione Voce ribalta completamente i ruoli: reel social sui canali dell’ente, comunicati fotocopia, assessori che brandiscono carte processuali come trofei. Tante pacche autocelebrative sulle spalle.
Una sceneggiata in cui si cancella il lavoro di chi, come Pugliese e l’apparato tecnico comunale, ebbe il coraggio e il dovere di dare inizio al contenzioso.
È questa la distorsione più grave: la propaganda che cancella la verità per trasformare un dovere amministrativo in un trofeo politico.
IL PUNTO È SEMPLICE:
Merito di Pugliese e della sua amministrazione: avere acceso la miccia, avviando il contenzioso e accertando i crediti verso ENI.
Ruolo della giunta Voce: aver resistito nei gradi di giudizio, come qualsiasi amministrazione avrebbe dovuto fare.

LA CITTÀ NON È UN PUBBLICO DA INTRATTENERE
La sentenza contro ENI è una buona notizia per Crotone, ma non è “la vittoria di Voce” e la città non può essere presa in giro.
Spacciare per meriti politici quelli che sono meri atti dovuti significa trattare i cittadini da spettatori distratti, pronti ad applaudire a ogni messa in scena.
La vittoria è il frutto di un percorso iniziato con Pugliese e portato avanti dagli uffici tecnici comunali.
Tutto il resto – i video, i sorrisi, le autocelebrazioni – appartiene alla sfera della propaganda.
Perché a Crotone, ancora una volta, la politica preferisce il palcoscenico alla verità.
Ma la verità è scritta negli atti: senza Pugliese non ci sarebbe stato alcun ricorso, senza Caiazza non ci sarebbe stata alcuna notifica, e senza la burocrazia comunale Voce non avrebbe avuto nulla da sbandierare.
Semplicemente il Comune di Crotone ha avuto ragione, non l’amministrazione Voce.
La differenza è sostanziale.
Perché la politica dovrebbe avere il coraggio di dire la verità, anche quando non porta applausi. Ma a Crotone, evidentemente, è più facile giocare a fare gli attori che governare davvero.